Fusione FS/Anas, CDM approva: il debutto a Piazza Affari è più vicino?

Daniele Morritti

14 Aprile 2017 - 17:58

Approvato dal CDM la fusione tra FS e Anas: nasce un colosso da 10 mld di fatturato. Per il gruppo guidato da Roberto Mazzoncini si fa sempre vicino il debutto a Piazza Affari, previsto per settembre ma su cui il Tesoro aveva preso tempo.

Fusione FS/Anas, CDM approva: il debutto a Piazza Affari è più vicino?

Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella mattinata di ieri la fusione tra Ferrovie dello Stato e Anas dopo un lunga e burrascosa trattativa tra il governo e il dicastero dei trasporti guidato da Graziano Delrio. Le azioni Anas passano quindi sotto il pieno controllo di FS.

Ferrovie e autostrade convolano così a nozze dando vita ad un nuovo colosso da 10 miliardi di fatturato all’anno e un raggio di investimento potenziale del valore di 7 miliardi. Va detto, tuttavia, che l’accordo non pregiudica l’indipendenza di Anas, che continuerà a operare in piena autonomia. Il gruppo uscito dalla fusione impiegherà circa 75 mila dipendenti.

Naturalmente, la trattativa ha avuto buon esito in quanto è stato affermato in fase negoziale che il nuovo soggetto non agirà completamente sotto il cappello della Pubblica Amministrazione. Ciò permetterà un risparmio significativo in termini di spesa, quindi di deficit pubblico.

A questo punto, nonostante il Tesoro abbia recentemente maturato alcune perplessità in merito alla quotazione di FS in Borsa (che fanno presagire un ritardo rispetto alla timeline fissata per settembre), l’esordio a Piazza Affari del gruppo guidato da Renato Mazzoncini appare ora inevitabile.

Fusione FS/Anas: Piazza Affari è più vicina

Il CDM di ieri ha approvato la fusione tra Ferrovie dello Stato e Anas. Trasporto su rotaia e su ruota seguiranno, d’ora in avanti, destini economici incrociati. Le due società vivono un momento di buona salute finanziaria, con Fs trainata dal settore dell’alta alta velocità.

Quest’ultimo ha portato nelle casse di Fs, solo nell’ultimo anno, qualcosa come 2,4 miliardi di euro e la cifra è destinata a salire a 3 miliardi. La società si è ripresa bene dopo la gestione, non proprio felice, di Mauro Moretti, passato nel frattempo a Finmeccanica e finito nell’occhio del ciclone giudiziario per la strage di Viareggio, quando nel 2009 morirono 23 persone in seguito al deragliamento di un treno merci.

Si arricchisce così di un ulteriore tassello il portafoglio di FS, che aggiunge Anas ad altre 7 controllate, tra cui: Busitalia, Italferr, Mercitalia, Ferservizi, Italcertifer, Centostazioni, GS Rail.

Naturalmente, la fusione tra FS e Anas è arrivata sulla scorta di una premessa fatta dal Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, ovvero che la fusione rappresenta la condizione ultima per il lancio di FS in Borsa. Per tutto il periodo negoziale, il Ministro dei trasporti Delrio ha spesso negato la necessità di dismettere un importante asset pubblico come FS.

Ora che FS ha raggiunto con la fusione una dimensione tale da rendere il lancio in Borsa inevitabile, si tornerà di certo a discutere dell’IPO del futuro titolo. Ciò su cui non permane alcun dubbio è il fatto che a Piazza Affari saranno quotate alcune parti dell’azienda, come l’alta velocità e - se ne sta discutendo - il settore merci. Per quanto concerne la rete è del tutto plausibile che resti pubblica.

La quotazione procede a rilento anche perché il Tesoro non vuole procedere a lanci affrettati come fu per Telecom e altre privatizzazioni nel complesso mal riuscite. Tuttavia, con l’ingresso di Anas nel gruppo, FS è lanciatissima sul binario diretto verso Piazza Affari.

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