Bruxelles vuole più potere sulle banche. Critiche: funzionario tedesco allude al nazismo. È frattura?

Federica Agostini

12 Luglio 2013 - 09:26

Bruxelles vuole più potere sulle banche. Critiche: funzionario tedesco allude al nazismo. È frattura?

Cosa c’entra l’unione bancaria con il nazismo? Ieri, il capo dell’associazione bancaria bavarese ha paragonato il piano della Commissione Europea, per avere l’ultima parola sulla chiusura delle banche problematiche, ad un tipo di legge che permise alle forze naziste di salire al potere in Germania.

I commenti di Stephan Götzl, capo dell’associazione Bavarese delle banche cooperative (GVB), sottolineano la forte opposizione tedesca ai piani presentati questa settimana da Michel Barnier, Commissario UE per il mercato interno e i servizi. Le accuse del funzionario tedesco aprono la strada alle polemiche ed evidenziano una nuova frattura tra la Germania e Bruxelles.

Gotzl contro Bruxelles: nessuna deroga parlamentare

Parlando alla convention regionale tenutasi a Monaco questo giovedì, Gotzl si è opposto alla proposta della Commissione di abilitare per sé nuovi poteri e l’ha paragonata ad una "deroga parlamentare".

"In Germania abbiamo avuto una pessima esperienza con le deroghe parlamentari" ha detto Goltz, e la stampa lo ha inevitabilmente inteso come un riferimento all’emendamento costituzionale del 1933 che donò ai nazisti ampi poteri per varare una legislazione, non controllati dal parlamento.

I commenti di Goltz sono comparsi dapprima tra le pagine del Wall Street Journal e successivamente confermati da un portavoce che ha tuttavia specificato come non fosse stata fatta alcuna menzione di Hitler o dei nazisti.

Meccanismo di risoluzione: la Germania non ci sta

Tuttavia, i commenti di Goltz riflettono il profondo timore della popolazione tedesca per una commissione che potrebbe aver superato i propri diritti legali chiedendo maggiori poteri.

La Commissione Europea ha proposto la creazione di un’agenzia per salvare o chiudere le banche in crisi. La nuova autorità lavorerebbe in tandem con la BCE in qualità di supervisore, ed avrebbe il compito di rilanciare o accompagnare alla chiusura le banche in difficoltà. Si tratterebbe del secondo pilastro dell’unione bancaria che ha come obiettivo quello di rafforzare la capacità di risposta della zona euro alla crisi.

Il "meccanismo di risoluzione unico" darebbe alla commissione l’ultima parola sulle questioni di 6.400 banche nell’Eurozona; con il potere di staccare la spina ad una banca in difficoltà e di annullare le decisioni del paese d’origine della banca.

Un portavoce della Cancelliera Angela Merkel ha detto alla stampa: "a nostro avviso, la proposta darebbe alla commissione poteri che in realtà non possiede secondo i trattati in vigore [UE]."

Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze, si aggiunge al coro e avvisa Bruxelles: è necessario rispettare i limiti della legge, o "si rischieranno maggiori turbolenze".

La riposta dell’UE: Bruxelles vs. Berlino?

Tramite un portavoce, Barnier ha rifiutato di commentare i commenti di Gotzl. Il Commissario per il mercato libero si era detto fiducioso riguardo alle misure ed alla loro legalità, anche con il supporto del Consiglio Europeo e della Banca Centrale Europea.

Il tema delle modifiche ai trattati in Europa è particolarmente controverso. Secondo Barnier, l’Europa non può permettersi di aspettare che una modifica venga approvata, un processo lungo e tortuoso che può durare per anni. Bruxelles vuole che il regime di risoluzione, con uno staff di 300 persone, sia pronto dal gennaio del 2015.

Tuttavia, data la resistenza sul fronte tedesco che preferirebbe un approccio più graduale, a due fasi, molto probabilmente la Commissione dovrà affrontare una battaglia terribile per raggiungere un accordo prima che il Parlamento Europeo chiuda i battenti per le prossime elezioni in vista a marzo.

Dal Financial Times: German official likens Brussels bank powers to Nazi ‘enabling acts’

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