Al via i negoziati sulla Brexit da lunedì: libera circolazione di persone e mercato unico i nodi da sciogliere. Avremo un’Europa diversa o cambierà solo il Regno Unito?
Da lunedì al via i negoziati con l’UE sulla Brexit. Ai cittadini europei che fino ad oggi hanno vissuto da comunitari nel Regno Unito saranno garantiti gli stessi diritti?
L’interrogativo dovrà ricevere risposte non evasive ma concrete. Michel Barnier, già commissario europeo, responsabile dei negoziati sulla Brexit per la Commissione europea non ha ancora rilasciato dichiarazioni al riguardo e questo preoccupa ulteriormente.
Dare alla Brexit equilibrio di rilievo anche per regolare il flusso degli emigranti non sarà una cosa facile. Sarebbero queste le richieste che sono state presentate a Theresa May da parte di alcuni dei suoi ministri ma anche dalla maggioranza che deve appoggiarla e che David Davis, ministro britannico della Brexit, porterà lunedì a Bruxelles.
Ormai è chiaro che sulla Brexit UE e Londra stringono i tempi. La nota congiunta che avverte che le trattative avranno inizio lunedì 19 giugno però è spia del fatto che, probabilmente, i lineamenti di un possibile accordo sul tema potrebbero essere già acquisiti. Risolto questo problema su tutti gli altri temi non dovrebbero esserci blocchi di rilievo. Penso con ottimismo che al momento i negoziati potrebbero iniziare con una volontà delle parti di non inimicarsi reciprocamente mantenendo stabile le proprie posizioni.
Altro tema sarà l’uscita dall’unione doganale e dal mercato unico con l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Michel Barnier, caponegoziatore per la Commissione europea, non sembra preoccuparsene:
Sono preoccupato di avere il più velocemente possibile un partner negoziale. Ho bisogno di un capo-negoziatore britannico che sia stabile, responsabile e con un mandato. È il Regno Unito ad avere chiesto di lasciare l’Unione.
Non è ancora chiaro se il piano May per la Brexit sarà confermato, di sicuro subirà variazioni in funzione del nuovo clima politico. Certo è che un governo sarà possibile solo con un’alleanza con gli unionisti nordirlandesi. Sul negoziato il problema che si dovrà affrontare è che Theresa May vuole un accordo di libero scambio. Ecco cosa ne pensa Barnier, che in un’intervista ha dichiarato:
Aspetto dettagli. Mi limito ad osservare che una intesa di questo tipo avrà caratteristiche uniche. Col Giappone, col Canada, con la Corea del Sud, le intese di libero scambio sono state segnate da un processo di convergenza regolamentare.
Nel caso britannico, è il contrario. C’è in atto un processo di divergenza. Vogliamo una divergenza regolamentare che sia controllata e gestita, o invece una concorrenza regolamentare con conseguenze in campo sociale o nel settore degli aiuti di Stato?
Questa domanda mi viene posta regolarmente da imprese e sindacati. Non dico questo per creare problemi, ma per risolverli.
Europei che risiedono nel Regno Unito, mercato unico che dovrebbe riconvertirsi in libero scambio: sono questi i nodi da sciogliere. Avremo un’Europa diversa o cambierà solo il Regno Unito?
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