La prima ministra scozzese rilancia il referendum separatista all’indomani dell’entrata in vigore della Brexit

“Torneremo presto”. È il messaggio di fine anno lanciato dalla prima ministra scozzese Nicola Sturgeon all’Europa, nel giorno della Brexit. Oggi, primo gennaio 2021, la Scozia lascia l’Ue insieme a tutto il Regno Unito, ma i colpi di scena potrebbero non essere ancora finiti.
Scozia promette all’Europa: “Torneremo”
Sin dall’esito del referendum del 2016 sulla Brexit, la Scozia minaccia di separarsi dal Regno Unito. Con la formalizzazione del divorzio dall’Ue, questa eventualità è sempre più reale. La Brexit potrebbe dare infatti un’ulteriore spinta a tendenze nazionalistiche mai del tutto sopite. Molti scozzesi ritengono che i propri interessi possano essere maggiormente tutelati all’interno dell’Ue.
“La Scozia tornerà presto, Europa”, ha twittato Sturgeon alle 23 di giovedì 31 dicembre. “Lasciate la luce accesa”, ha aggiunto.
Scotland will be back soon, Europe. Keep the light on 🏴❤️🇪🇺❤️🏴 pic.twitter.com/qJMImoz3y0
— Nicola Sturgeon (@NicolaSturgeon) December 31, 2020
Più tardi, il profilo Scotland Is Now, ritwittato da Sturgeon, ha lanciato «una promessa all’Europa».
As the transition ends and the UK exits the EU, Scotland leaves a promise for Europe 🇪🇺 Scotland is right here, with you 💙 #ScotlandIsNow pic.twitter.com/ZPLZMlRlv2
— Scotland Is Now 🏴 (@Scotland) January 1, 2021
Il Regno Unito ha lasciato il mercato unico europeo alle 23 del 31 dicembre 2020, formalizzando il suo divorzio dall’Unione europea dopo 11 mesi di transizione.
Brexit, promesse alla Scozia disattese dall’accordo
Per la prima ministra scozzese, l’accordo raggiunto nella vigilia di Natale 2020 dimostra che è il momento per la Scozia di “tracciare il proprio futuro come una nazione indipendente ed europea”.
La fuoriuscita dall’Ue della Bretagna, ha detto Sturgeon, è arrivata contro la volontà della Scozia. La fine del programma Erasmus, inoltre, è stato definito come “vandalismo culturale”.
“La Scozia ha il diritto di scegliere il proprio futuro come Paese indipendente e riguadagnare i benefici dell’appartenenza all’Ue. È assurdo che nel bel mezzo di una pandemia e di una recessione economica, la Scozia sia stata costretta a lasciare il mercato unico Ue, con tutti i danni all’occupazione che ciò comporterà”, ha aggiunto.
Per Sturgeon un accordo è sempre meglio di un No Deal, ma non c’è comunque nulla da festeggiare, perché il 62% degli scozzesi nel 2016 ha votato per il Remain ma i loro interessi sono stati ignorati dal governo britannico. Dall’accordo mancano ancora molti dettagli, ma già appare chiaro che “molte promesse sulla pesca sono state disattese”.
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