Quali opportunità di investimento nei mercati inglesi in attesa dei referendum sulla Brexit? 4 motivi per comprare.
Si avvicina il referendum sulla Brexit. A sole due settimane della chiamata alle urne degli inglesi per decidere se far uscire il Regno Unito dall’Unione Europea, i mercati diventano sempre più nervosi in attesa dei risultati del referendum sulla Brexit.
I sondaggi sulla Brexit si moltiplicano e le analisi degli economisti sulle conseguenze di un SI alla Brexit si fanno terrificanti. Nessuna sorpresa nel vedere la sterlina, la Borsa di Londra e il mercato obbligazionario inglese vittime di una forte volatilità - e nel vedere gli investitori tenersi ben lontani dal comprare prima di conoscere il risultato ufficiale del referendum,.
Ma è la scelta migliore? Con una possibile Brexit esistono delle opportunità di investimento che i trader possono cogliere?
Brexit e mercati: come posizionarsi prima del referendum
Mattew Lynn, opinionista di MarketWatch, ha individuato quattro motivi per cui è ora di comprare sul mercato inglese prima del referendum sulla Brexit del 23 giugno, piuttosto che aspettare il risultato ufficiale e posizionarsi a seconda del fronte vittorioso.
Lo scenario che va per la maggiore è lo “stay”, ovvero la permanenza del Regno Unito nell’UE. Se così fosse, gli inglesi vedranno migliorare il rapporto con la stessa UE, che rimanere il miglior partner commerciale del paese.
Se invece al referendum vincesse la Brexit, l’impatto per l’economia britannica sarà minore di quanto temono in molti. E il settore dell’economia che sarà meno in caso di Brexit sarà quello delle grandi multinazionali che dominano il FTSE 100.
Mentre tutti sono nervosi in attesa del risultato sulla Brexit, non potrebbe esserci momento migliore per entrare e comprare sul mercato inglese.
Brexit e opportunità di investimento: il contesto
Il voto si avvicina e l’incertezza dei sondaggi è sempre più forte. Lunedì un sondaggio UCM ha mostrato un 48% a favore della Brexit e un 43% contrario, mentre la TNS indica i pro-Brexit in testa con il 43%, 41% i cittadini che vogliono rimanere nell’UE.
Altri sondaggi invece mostrano sempre in vantaggio, anche se di misura, i favorevoli alla permanenza del Regno Unito nell’UE.
Al momento i dati vanno a favore delle campagne pro-Brexit.
Non è un caso che i mercati sono ora al servizio dei risultati dei sondaggi. La sterlina si è mossa velocemente alla pubblicazione degli ultimi sondaggi elettorali ed è lecito aspettarsi dei movimenti simili anche nelle prossime due settimane.
Gli investitori internazionali hanno deciso di scappare dai mercati inglesi: secondo un sondaggio Bank of America Merrill Lynch gli accantonamenti all’interno dei mercati britannici sono scesi ai minimi del 2008.
Nessun biasimo per la scelta degli investitori di scappare dal Regno Unito
Dal primo ministro David Cameron al governatore della banca centrale inglese Mark Carney, agli strategist delle banche di investimento londinesi, tutti hanno avvertito che un’uscita del Regno Unito dall’UE sarà un disastro per l’economia britannica. A risentirne saranno soprattutto le esportazioni, il che spingerebbe gli investitori a lasciare il Paese.
4 motivi per comprare prima del referendum Brexit
Perché si dovrebbe investire proprio ora, prima di una possibile Brexit?
Ecco i 4 motivi per entrare nel mercato inglese prima del referendum del 23 giugno.
Al referendum vincerà il NO alla Brexit
1) Al referendum vincerà il NO alla Brexit
Il primo passo da compiere è ignorare completamente i sondaggi e concentrarsi sulle campagne pro e contro la Brexit. Non esiste una storicità per dei simili sondaggi di opinione e nessuna idea concreta sul peso di ciascuna preferenza espressa.
David Cameron sta diventando sempre più brutale, spiacevole ma efficace nei suoi toni allarmistici spiegando le terribili conseguenze per il Regno Unito qualora lasciasse l’UE.
La campagna pro Brexit, al contrario, è un vero e proprio disastro: manca di una leadership chiara e i messaggi lanciati sono contrastanti. Nessun discorso rassicurante su come l’economia inglese possa resistere in caso di Brexit.
Mattew Lynn ne deduce chiaramente che a vincere il referendum sulla Brexit sarà il NO all’uscita.
2) Il mercato inglese inaugurerà il rally
Al probabile (ma non certo) NO alla Brexit, che sarà annunciato la mattina del 24 giugno, seguirà un rally dei mercati inglesi - e di rimando anche di tutte le borse europee - sulla scia del sollievo e per il rischio scampato.
La paura per le conseguenze di una Brexit se ne andranno e gli investitori ribilanceranno i proprio portafogli, facendo tornare le loro partecipazioni sugli asset inglesi a livelli di normalità.
Oltre a questo, gli investitori inizieranno a concentrarsi sul miglioramento delle condizioni della permanenza del Paese nell’UE, molto convenienti nel Regno Unito - fattori che potrebbero sostenere la crescita interna negli anni a venire.
3) Addio al nervosismo dei mercati
In seguito, anche se il voto sulla Brexit fosse un SI, comunque i livelli di isteria diminuiranno.
Certo, il FTSE 100 subirebbe un duro colpo e la sterlina crollerebbe. Ma entrambi potrebbero rimbalzare molto velocemente. Questo perché l’Unione Europea non fa poi una così grande differenza per l’economia inglese. Il Regno Unito perderebbe parte delle esportazioni in caso di Brexit e qualche investimento ma rientrerebbe del capitale che versa periodicamente a Bruxelles e si liberebbe di alcune normative un po’ troppo stringenti.
Alla fine sarebbe comunque un nuovo punto di partenza.
4) Nessuna differenza per le multinazionali inglesi
Per le multinazionali inglesi, dal settore mining alle aziende farmaceutiche e alle banche, gli effetti saranno minimi. Per queste società l’Unione europea è un mercato relativamente piccolo e, comunque, possono permettersi di avere una sede a Francoforte o a Parigi qualora fosse necessario mantenere un accesso all’interno dell’UE.
Molto presto i trader si renderanno conto di quanto fossero poco valide le motivazioni per vendere tutto, e inizieranno a comprare di nuovo.
Il nervosismo non farà altro che aumentare nei prossimi giorni in attesa del referendum.
Eppure, per Mattew Lynn il risultato è già abbastanza chiaro. E se il il Regno Unito lascerà davvero l’Unione Europea, ci sarà poi così tanta differenza. Queste, conclude Lynn, sono ottime ragioni per compare prima del 23 giugno non dopo.
Fonte: MarketWatch
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