Il nuovo calcolo dell’Isee è un danno per molti studenti. A rischio le borse di studio per l’anno accademico 2015-2016
Tantissimi studenti universitari lamentano l’impossibilità ad ottenere le borse di studio previste per l’anno accademico 2015-2016 a causa del nuovo calcolo Isee Università 2015.
Vediamo quali sono le cause che comportano questa esclusione dalla borsa di studio e come migliaia di studenti si sono mossi affinché si ponga rimedio a queste malefatte.
Borse di studio università 2015-2016: cosa cambia con il nuovo Isee
Il danno principale è legato al fatto che, da quest’anno, accanto all’Isee figura un altro indicatore, l’Ispe (Indicatore Situazione Patrimoniale Equivalente) e di conseguenza, ai fini del posizionamento in una data fascia di reddito, vengono presi in considerazione sia il patrimonio immobiliare e che quello mobiliare di ciascun membro della famiglia.
In questo modo si passa da una fascia più bassa ad una più alta, il che comporta il venir meno di numerosi benefici, senza che la situazione reddituale di una famiglia abbia subito alcun incremento.
In più, il calcolo dell’Ispe, da quanto emerge da una circolare dell’Inps del 18 dicembre scorso, viene fatto non in base al valore dichiarato dall’ICI, ma dall’IMU e questo comporta, sulla carta, un aumento del valore dell’immobile.
Ovviamente lo studente che presenterà la domanda di borsa di studio si vedrà togliere la possibilità di ottenerla perché da un anno all’altro, senza che vi sia stato alcun miglioramento economico tangibile e reale nella sua vita, risulta “più ricco”.
Borse di studio 2015-2015: aumentato il numero degli esclusi
A metà settembre è stata pubblicata, sul sito di Laziodisu, la graduatoria provvisoria degli ammessi ai vari benefici disposti dalla Regione Lazio e da subito si è sparso il panico tra gli studenti.
Rispetto all’anno scorso, infatti, il numero degli esclusi è ampiamente maggiore ed il principale motivo risulta essere il nuovo calcolo dell’Isee: in primis i ritardi da parte dell’Inps nel fornire il documento definitivo, e poi l’Ispe, il nuovo indicatore che si affianca all’Isee.
Tanti sono gli studenti che rientrano nel tetto massimo indicato dall’Isee (19.468,75 euro), ma vengono poi esclusi a causa di quello dell’Ispe (34.069,40 euro)
In Piemonte rispetto all’anno scorso si prevede che circa il 20% degli studenti perderà la borsa di studio e in altre Regioni, in cui sono già stati pubblicati gli esiti, si calcola un calo tra il 10 ed il 40 per cento degli aventi diritto.
Già prima dell’uscita delle graduatorie c’erano stati moti di protesta, ma ovviamente la situazione si è acuita negli ultimi giorni con la pubblicazione degli esiti.
In tutta Italia gli studenti e le Associazioni (UdU, Unione degli Universitari; Link Coordinamento Universitario; Rete della Conoscenza) ai quali essi aderiscono hanno organizzato momenti di raccolta davanti alle sedi degli Enti Regionali che forniscono benefici per il diritto allo studio, online attraverso social network come Facebook, davanti alle residenze universitarie etc., al fine di mettere insieme le idee ed avanzare proposte valide per allargare la porzione degli idonei.
Gli studenti, dopo diversi confronti, sono giunti a chiedere:
- l’intervento del Ministero per l’abolizione dell’Ispe come parametro per l’accesso alle borse di studio;
- una sanatoria per quanti, quest’anno, rientrano nei parametri Isee ma risultano esclusi secondo quelli Ispe;
- l’innalzamento della soglia Isee dagli attuali 21mila ai 23mila euro;
- esenzione delle tasse universitarie per coloro che, non ottenendo una borsa di studio, hanno comunque un Isee inferiore a 23mila euro.
La normativa che riformula le modalità di calcolo dell’Isee è nata con nobili intenti, ossia la lotta all’evasione fiscale molto diffusa anche a livello universitario.
Il problema è sorto però dal mancato riordino della materia: accanto ai nuovi criteri di calcolo, era necessaria anche una rimodulazione delle fasce di reddito per la contribuzione studentesca.
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