Bond: volatilità alle stelle sui timori di una nuova crisi in Europa

Nicola D’Antuono

20 Ottobre 2014 - 06:55

Il ritorno della crisi in Europa sta spingendo gli investitori verso gli asset più sicuri, mentre i bond della periferia europea sono tornati sotto pressione

Bond: volatilità alle stelle sui timori di una nuova crisi in Europa

La ripresa economica in Europa appare sempre più una chimera. La Germania ha rallentato vistosamente negli ultimi mesi, la Francia ne ha abbastanza dell’austerity, la Grecia minaccia l’uscita anticipata dal programma di aiuti della troika e l’Italia resta inserita all’interno di una pericolosa spirale recessiva. In attesa di capire se le banche europee sono effettivamente tornate ad essere solide dopo anni di ristrutturazioni e ricapitalizzazioni (gli stress test inizieranno il 26 ottobre, ndr), la BCE torna a scontrarsi con i “falchi” della Bundesbank sulla possibilità di lanciare un programma di quantitative easing come avvenuto già in America e Giappone.

Il braccio di ferro tra Draghi e Weidmann potrebbe innescare un forte nervosismo tra gli investitori, che già negli ultimi giorni hanno fatto intendere a chiare lettere di non gradire più la fragilità economica dell’eurozona e la volontà di alcuni paesi (Francia e Grecia su tutti) di non rispettare più i vincoli su debito e deficit. Al di là del rimbalzo tecnico di venerdì, molti money manager stanno abbandonando progressivamente le posizioni lunghe aperte nell’ultima parte del 2012 sui bond dei paesi periferici europei per rifugiarsi sui più sicuri T-Note e Bund. Il tasso sul decennale tedesco è sempre più ai minimi storici, ampiamente sotto l’1%.

I mercati stanno avvertendo ancora una volta le difficoltà dei paesi del Sud Europa “too big to fail”, come Italia e Francia, di riposizionarsi sul giusto sentiero sostenibile della crescita economica, senza contare che il fardello del debito per Roma e il mancato rispetto dei vincoli sul deficit per Parigi potrebbero spingere gli investitori a scatenare nuovamente quella tempesta finanziaria perfetta alla quale già abbiamo assistito a fine 2011 prima e nell’estate del 2012 poi. Si sta così ripresentando il fly to quality, ovvero gli investitori che acquistano asset rifugio (Bund, T-Note, dollari americani e magari anche l’oro) e vendono asset più rischiosi (azioni, commodity, bond a basso rating e ad alto rendimento).

Se la crisi finanziaria dovesse ripresentarsi in Europa con lo stesso impeto di tre anni fa, toccherà ancora una volta alla BCE ripristinare la fiducia sui mercati. Tuttavia ora sono in tanti a dubitare sulle reali possibilità dell’Eurotower di garantire la stabilità finanziaria come avvenuto a fine luglio 2012. Il fly to quality potrebbe spingere il Bund oltre le resistenze di area 152,50 fino a quota 153 o addirittura 154, ovvero livelli che porterebbero i tassi di remunerazione “reale” su valori negativi. Il future sul Bund decennale tedesco ripartirà da area 150,70, ma nell’ultimo mese è stato in grado di guadagnare fino al 3%.

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