Dopo un crollo catastrofico in borsa, il titolo del Banco Espirito Santo viene ritirato e si mette in atto una nuova strategia di salvataggio.
Il venerdì più nero di tutta la storia finanziaria del Portogallo è stato sicuramente quello appena trascorso: dopo una settimana di perdite, infatti il titolo del Banco Espirito Santo, uno dei maggiori istituti di credito portoghesi, viene ritirato dalla Borsa di Lisbona, segnando, nell’arco dell’intera settimana appena conclusasi perdite che si aggirano intorno al 75% del valore delle sue azioni.
Proprio per questo è stata approntata con grande rapidità una strategia di salvataggio della banca, annunciata ieri sera dal governatore del Banco de Portugal, la banca centrale portoghese, Carlos Costa che ha segnalato quanto fosse
urgente adottare una soluzione per garantire la protezione dei depostiti ed assicurare la stabilità del sistema bancario
al fine di evitare il rischio che il Banco Espirito Santo bloccasse i pagamenti e, quindi, mettesse in pericolo l’intero sistema finanziario lusitano, aprendo alla concreta possibilità di pesanti ricadute su tutta l’economia dell’eurozona.
Per arginare il crollo del titolo del BES e risollevare le sorti dell’istituto di credito, i cui problemi finanziari sono dovuti, in gran parte, a quelli della famiglia Espirito Santo, la banca centrale portoghese finanzierà il Bes con 4,4 miliardi di euro. A questa misura, necessaria soprattutto per evitare il blocco dei pagamenti di interessi, pensioni e stipendi, se ne aggiunge un’altra che deriva dall’applicazione delle nuove norme bancarie europee. Si tratta di una serie di norme transitorie che rimarranno in vigore fino alla costituzione dell’unione bancaria europea (prevista per il 2016) e che faranno gravare il peso delle perdite e delle insolvenze bancarie, non più sui contribuenti ma sugli azionisti e sui creditori non privilegiati, che sono chiamati a pagare per i debiti di una banca, prima che quella stessa banca possa chiedere un aiuto di Stato.
Secondo quanto dichiarato ieri dal ministro delle finanze del Portogallo, in seguito ad accordi definiti con i vertici bancari di Bruxelles, infatti, gli azionisti ed i creditori non privilegiati di Banco Espirito Santo (Bes) dovranno assumersi le perdite che sono state indotte da un’attività bancaria svolta senza sufficiente controllo e saranno, quindi, tenuti a gestire le attività tossiche della banca, ovvero, soprattutto, i titoli di debito ad alto rischio del gruppo familiare Espirito Santo, attraverso il loro spostamento in una bad bank, ossia in una struttura che dovrà provvedere alla loro estinzione. Questa istituzione finanziaria sarà controllata dagli stessi azionisti che sono esposti, in tal modo al rischio di pesanti perdite. Sia i depositi della banca che gli obbligazionisti senior, godranno comunque di forme di protezione mentre sulla famiglia Espirito Santo, sul Credit agricole e su tutti gli altri azionisti, come anche sui creditori non privilegiati graveranno le eventuali perdite della bad bank.
L’altra misura prevista dal piano di salvataggio riguarderà, invece, le attività sane del BES che verranno fatte transitare al Novo Banco, un nuovo istituto di credito che verrà controllato dal Fondo per la risoluzione delle banche portoghesi, creato nel 2012 su richiesta della troika Ue-Fmi-Bce per affrontare le crisi bancarie. Il nuovo istituto sarà dotato di un capitale sociale di 4,9 miliardi di euro, dei quali 4,4 saranno presi dal fondo di 12 miliardi stanziati per la ricapitalizzazione delle banche nell’ambito del piano di salvataggio del Portogallo; 500 milioni di euro saranno apportati dal Fondo per la risoluzione delle banche.
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