Nuovo record a luglio 2017 pubblicato da Bankitalia, la quantità dei crediti deteriorati delle banche italiane scende ancora. Impatto positivo sulla crescita economica italiana.
La quantità dei crediti deteriorati delle banche italiane è scesa drasticamente nei primi sette mesi del 2017, toccando un nuovo record annuale a luglio, scendendo di 18 miliardi da giugno, attestandosi a 173 miliardi. È la maggiore discesa da quando Bankitalia iniziò a registrare questo dato (1998). Impatto positivo per la crescita economica italiana sia in termini di occupazione che sul prezzo delle case.
Meno crediti deteriorati per le banche italiane
Il documento rilasciato da Banca d’Italia è estremamente positivo per le banche italiane e per l’economia del nostro Paese. Infatti i crediti deteriorati rappresentano un problema enorme per l’economia italiana ed europea. Questi non sono altro che i crediti che il debitore non riesce a pagare e che quindi finiscono con l’essere non saldati. Le banche italiane hanno così iniziato a venderli agli investitori privati, i quali con operazioni di rateizzazione e ristrutturazione del credito tenteranno di fare un profitto.
A luglio Unicredit ha completato la vendita per 17,7 miliardi di euro di no performing loans a Pimco e Fortress, che sono due fondi di investimento, il primo tedesco, di proprietà di Allianz; il secondo americano, quotato a Wall Street.
Luca Olivieri, economista di Deloitte, sostiene che la grande differenza col passato sta nel fatto che prima le banche etichettavano questi investitori come coloro che volevano sottrargli il profitto, ora essi vengono considerati come una risorsa per risolvere parte dei loro problemi.
Quali conseguenze per l’economia italiana?
L’impatto del dato di Bankitalia sull’economia italiana è molto forte. Innanzitutto dà una forte accelerata alla crescita economica, come per esempio per l’occupazione e per i prezzi delle case, la prima è infatti tornata ai livelli pre-crisi, mentre la contrazione del prezzo delle case si è fermato. Una conseguenza diretta della crescita economica è dimostrata dal fatto che i nuovi debiti contratti dalle famiglie o dalle imprese più difficilmente diventano deteriorati e insolvibili. Inoltre le banche hanno oggi più familiarità con tutti i processi e le valutazioni sono sempre più vicine a quelle di mercato.
Oggi l’Italia è il più grande mercato del mondo per la dismissione dei debiti insoluti. Come detto precedentemente due fondi di investimento esteri hanno firmato un accordo con Unicredit, ma in generale sempre più investitori stranieri sono interessati al mercato del debito italiano.
Infatti l’Italia ha la maggior quantità di accordi sulla vendita dei crediti deteriorati ancora in corso e non completati.
Le preoccupazioni a proposito della debolezza delle banche italiane è un problema rilevante per l’Europa, 173 miliardi sono ancora una cifra astronomica, ma la direzione sembra essere quella giusta. Se gran parte dei crediti deteriorati venissero venduti ci si potrebbe aspettare una ripresa economica del settore bancario e, di conseguenza, dell’economia italiana.
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