All’interno del bollettino mensile pubblicato dalla BCE qualche ora fa, Draghi analizza la situazione italiana e striglia il Governo Renzi: "risanate i conti pubblici"
La Banca Centrale Europea ha pubblicato il Bollettino Mensile valido per il mese di Settembre.
Al suo interno, l’istituto guidato da Mario Draghi ammette che, dopo un anno di espansione, la crescita dell’Eurozona ha subito un rallentamento che ha comportato una variazione del PIL nulla nel secondo trimestre sui tre mesi precedenti,
Dati i risultati dell’analisi, la BCE ha esortato i singoli Governi a darsi da fare per migliorare la propria politica di bilancio.
In questo frangente, Draghi & CO. si rivolgono in particolar modo all’Italia. L’Eurotower, per quanto riguarda il nostro paese parla di
"quadro quadro macroeconomico deteriorato e peggiore del previsto, che potrebbe mettere in dubbio l’obiettivo di un rapporto tra deficit e pil al 2,6% per l’anno in corso."
Il nostro Governo dovrà dunque lavorare molto per rafforzare i conti pubblici, ma soprattutto per abbassare ulteriormente il rapporto debito PIL.
La BCE continua dicendo che, nei primi tre mesi del 2014, il disavanzo delle PA si è attestato all’1,6% del Prodotto Interno Lordo. La spesa pubblica è calata però solo grazie alla diminuzione della spesa sugli investimenti, non a fronte di effettivi risparmi.
Le parole della Banca Centrale suonano dunque come una vera e propria strigliata nei nostri confronti. Il messaggio è chiaro: il Governo Renzi deve pensare a risanare i conti pubblici e deve farlo in fretta.
Dopo le mosse decise la settimana scorsa (abbassamento dei tassi e programma ABS) l’Eurotower non può fare di più, adesso spetta ai singoli Esecutivi, e all’Esecutivo Renzi in particolare, prendere in mano la situazione e cercare di migliorare le cose.
Renzi e Padoan dal canto loro continuano sulla linea prevista. I due hanno più volte affermato infatti che il rapporto deficit/PIL potrebbe subire un’impennata, mantenendosi comunque sotto la soglia del 3%. Proprio quel che non vuole la BCE dunque, ma ancora entro i parametri consentiti dal Patto di Stabilità.
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