Nel bollettino mensile la BCE ha ricordato che la crescita economica nell’eurozona resta debole, mentre per combattere il rischio di bassa inflazione si ricorrerà anche a misure monetarie non convenzionali
Stamattina è stato pubblicato il consueto bollettino mensile da parte della BCE, nel quale è stata evidenziata la debolezza della ripresa economica nell’area euro. L’Eurotower continua a ribadire che esistono rischi al ribasso per la crescita, anche a causa dell’aumento delle tensioni geopolitiche (Ucraina e Medio Oriente in primis) che potrebbero far diminuire significativamente il clima di fiducia e gli investimenti nel settore privato. Dopo quattro trimestri di moderata espansione, il pil “reale” dell’eurozona – ovvero quello depurato dal tasso di inflazione – è rimasto praticamente invariato tra il primo e il secondo trimestre del 2014.
I recenti dati macroeconomici, in particolare quelli tedeschi (crollo degli ordini all’industria e della produzione industriale ad agosto), confermano che è in atto un “indebolimento della dinamica di crescita”. Nella seconda metà dell’anno la BCE si aspetta una “modesta espansione economica”. Per il 2015 sono attesi lievi miglioramenti grazie a una domanda interna più sostenuta, ma anche all’apporto delle riforme strutturali attuate dai governi e al risanamento dei conti pubblici. Restano, però, problemi ancora irrisolti come la “disoccupazione elevata e la cospicua capacità produttiva inutilizzata”. Il quadro macroeconomico per l’area euro per il biennio 2014-2015 è dunque in chiaroscuro.
L’Eurotower ricorda che esitono diverse incognite, che potenzialmente possono avere ripercussioni significative sulle dinamiche della crescita economica quali il “perdurare di un tasso di variazione negativo dei prestiti bancari al settore privato” e il processo di aggiustamento dei bilanci nei settori pubblico e privato. La BCE resta poi pronta a combattere il rischio di bassa inflazione prolungata nel tempo, anche ricorrendo a nuovi strumenti di politica monetaria non convenzionali (come il piano di quantitative easing, già utilizzato con successo negli USA). L’obiettivo dei banchieri di Francoforte è riportare il tasso di inflazione su valori prossimi al target di medio periodo del 2%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA