Draghi in Germania: tassi bassi sono una necessità, i tedeschi facciano di più

Flavia Provenzani

28/09/2016

Mario Draghi al Parlamento in Germania oggi affronta le critiche dei teschi sul QE, i tassi di interesse bassi e la politica monetaria della BCE.

Draghi in Germania: tassi bassi sono una necessità, i tedeschi facciano di più

Il discorso preparato di Mario Draghi al Parlamento in Germania è stato divulgato anticipatamente sul sito della BCE.

Davanti al Parlamento tedesco la BCE coglie l’occasione per ricordare che la banca centrale non opera nel vuoto ma che serve il sostegno della politica affinché si possano potenziare gli effetti della politica monetaria.

Draghi ammette poi che i tassi di interesse bassi per un lungo periodo di tempo possono portare ad un rischio di sopravvalutazione nei mercati con i trader alla spasmodica ricerca di rendimento.

E poi la rassicurazione: al momento la BCE di Draghi non vede alcun surriscaldamento nella zona euro o nell’economia tedesca. Scommettiamo che i tedeschi non sono d’accordo.

"Sono necessari dei tassi di interesse bassi oggi per un ritorno a tassi di interesse più elevati in futuro. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è ciò che permette alle nostre misure di sviluppare il loro pieno impatto. E al fine di sfruttare appieno i vantaggi delle nostre misure di politica monetaria, alcuni settori politici devono contribuire in modo molto più deciso, sia a livello nazionale che a livello europeo",

ha detto Draghi.

"La nostra politica monetaria ha sostenuto la crescita e l’occupazione e alla fine spingerà l’inflazione verso il nostro target”,

ha commentato Draghi alla commissione per gli affari europei del Bundestag a Berlino.

Le relazioni tra la BCE e la Germania, l’economia più grande della zona euro, sono state tese negli ultimi anni. Il motivo è presto detto: Draghi si sarebbe spinto troppo in là con le sue misure di stimolo senza precedenti, contro l’opinione della Germania.

Con i tassi in territorio negativo e il QE da 80 miliardi di euro al mese, i tedeschi sostengono che i tassi bassi sconvolgano la stabilità finanziaria, consumino i risparmi delle famiglie, destabilizzino le banche e premino una cattiva gestione finanziaria da parte dei governi della zona euro.

Anche se il conflitto si era pian piano calmato, di recente sono sorti dei nuovi segnali di tensione: la BCE, infatti, sta contemplando la possibilità di aumentare lo stimolo alla politica monetaria e sta invitando la Germania a spendere di più per stimolare la crescita.

Mario Draghi vive un pomeriggio scomodo. Oggi il presidente della Banca Centrale Europea dovrà affrontare la avversa Germania - i politici di Berlino hanno tutta l’aria di voler sfruttare la rara possibilità di mettere sotto pressione Draghi affinché dia fine ai tassi di interesse ai minimi storici nella zona euro.

Quattro anni dopo il presidente l’ultima visita del presidente della BCE al Parlamento tedesco, l’insoddisfazione sulle norme che regolano il QE e sui tassi di interesse bassi pervade i parlamentari del cancelliere Angela Merkel.

I tedeschi avranno a disposizione 90 minuti per mettere sotto torchio Draghi nel pomeriggio di mercoledì, soprattutto sul fronte della posizione del presidente per cui il surplus di bilancio della Germania indica la presenza di spazio fiscale per stimolare la domanda.

"Gli porremo una serie di domande critiche", ha anticipato Eckhardt Rehberg, parlamentare alla commissione di bilancio appartenente all’Unione Democratica Cristiana della Merkel. "Non sono sicuro che il programma di acquisto titoli abbia ha giusto equilibrio tra rischio e rendimento".

La Germania è nota per essere la più grande detrattrice di Draghi da quando la crisi del debito e la crescita lenta hanno spinto la BCE ad adottare delle misure straordinarie, tra cui il quantitative easing nel tentativo di aumentare l’inflazione della zona euro.

I bassi costi di finanziamento per i 19 membri della zona euro alimentano l’insoddisfazione tra i membri del partito della Merkel, la cui fedeltà è già a dura prova dai bail out dei Paesi dell’area euro in crisi e dal flusso straordinario di migranti in Germania.

Draghi sostiene che il programma di acquisto titoli della banca centrale da 1.700 miliardi di euro sia necessario per rilanciare l’inflazione. Al Parlamento europeo lunedì ha dichiarato che la BCE "manterrà una notevole quantità di stimolo monetario" e che vi sono dei segnali che il quantitative easing sta aiutando l’economia reale.

Le accuse della Germania vincolano la BCE al QE attuale

I membri della Banca Centrale Europea iniziano a temere le questioni legali nell’ambito della ricerca di nuove strade per estendere il programma di quantitative easing per aiutare la ripresa fragile della zona euro.

Il piano di acquisto di bond da €80 miliardi al mese è già oggetto di sfide legali e alcuni funzionari hanno paura per un aumento dei problemi in tribunale qualora la BCE allentasse le condizioni del piano di stimolo attuali - una decisione che la banca centrale, a detta di Draghi, sta prendendo in considerazione.

Peter Gauweiler, politico conservatore tedesco che ha già citato in giudizio la BCE in passato, ha riferito al Financial Times che eventuali cambiamenti al QE potrebbero "aumentare le possibilità di successo" di un caso legale che lui ed altri stanno cercando di portare avanti contro il programma di quantitative easing della BCE.

Il consiglio della BCE ha iniziato a lavorare sui modi per espandere il pool di asset idonei ad essere inclusi nel QE in modo da superare le carenze dei titoli di debito pubblico più sicuri, come i Bund tedeschi. Questo compito è particolarmente importante se - come i mercati si aspettano - la BCE estenderà il QE oltre la scadenza prevista a marzo 2017.

Il signor Gauweiler ritiene che il QE "viola già norme relative al divieto di finanziamento monetario [dei governi della zona euro] dalla BCE" - anche prima di una qualsiasi modifica ai suoi parametri. Il politico tedesco è dell’idea che allentare ulteriormente le impostazioni del QE potrebbe ridistribuire il rischio di default di uno Stato membro, "che chiaramente è incompatibile con il diritto europeo".

Corte costituzionale tedesca, che Gauweiler spera analizzi il caso, non si è ancora voluta pronunciare.

Ma dietro queste accuse e alle preoccupazioni sollevate in seno alla BCE si celano dei vincoli che necessariamente legano la BCE, molto di più che nel caso di altre banche centrali che in passato o ancora oggi hanno in corso un programma QE.

Il nodo del limite di asset acquistabili nel QE della BCE

Le cause precedentemente mosse da Gauweiler contro il piano di acquisto di asset della BCE, sia al tribunale tedesco e alla Corte di giustizia europea, hanno trovato l’UE in regola nell’ambito del suo mandato.

Ma la corte tedesca ha specificato che gli acquisti di obbligazioni della BCE devono soddisfare determinate condizioni - come ad esempio i limiti sugli acquisti, a protezione dalle perdite per la BCE - alcune delle quali potrebbero essere violate se la banca centrale decidesse di rimodellare in modo radicale il suo QE.

Di conseguenza, mentre la Bank of Japan e la Bank of England possono potenzialmente acquistare la totalità del mercato del debito statale, la BCE non è in grado di acquistare più del 50 per cento del debito di qualsiasi Paese - in gran parte a causa di vincoli legali. Al momento il limite per la BCE è fissato al 33 per cento.

Se la BCE detenesse più della metà delle obbligazioni di uno Stato membro, avrebbe il potere di decidere se accettare o meno un default per quel Paese.

Hans-Olaf Henkel, membro del Parlamento Europeo per il partito conservatore Alfa della Germania anch’esso impegnato a portare avanti un’azione legale contro la BCE, ha detto che l’aumento del limite di acquisti sui titoli di Stato "non sarebbe altro che un segno di disperazione".

“Se la BCE si ritrovasse a finanziare palesemente e apertamente un Paese cone l’Italia, non fare altro che darci delle prove supplementari nel nostro caso giudiziario”.

La BCE deve affrontare i vincoli politici e legali in Germania. Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha difeso la legalità del QE, ma ha chiarito le sue forti obiezioni al cambiamento della regola per cui gli acquisti di asset debbano riflettere le rispettive dimensioni delle economie dei paesi della zona euro.

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