Azioni Ferrari su Borsa Italiana, allarme sopravvalutazione: conviene comprare?

Livio Spadaro

20/05/2016

20/05/2016 - 11:25

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Il titolo Ferrari, dopo un difficile inizio anno a seguito dell’ingresso in Borsa è tornato a scambiare intorno ai €40. Conviene investire nelle azioni Ferrari?

Azioni Ferrari su Borsa Italiana, allarme sopravvalutazione: conviene comprare?

L’esordio in Borsa delle azioni Ferrari non è stato dei più semplici. La quotazione sul mercato italiano è avvenuta in un momento molto difficile per le Borse mondiali durato oltre un mese e mezzo in cui praticamente tutti i titoli hanno visto una netta svalutazione. Le azioni Ferrari non sono rimaste immuni al sell-off di inizio anno e sono arrivate a trattare al di sotto di quota €30 segnando così i minimi storici per il titolo della casa di Maranello.

I conti del 2015 e dell’ultimo trimestre dello scorso anno non sono stati particolarmente entusiasmanti, visto il calo dei profitti del 30%. Invece, il primo trimestre 2016 è stato migliore del previsto ed è stata la migliore prima trimestrale di sempre per il Cavallino.

Visto quanto accaduto da inizio anno e visti i conti della società, conviene investire nelle azioni Ferrari?

Ferrari: bene il 1° trimestre 2016 ma esercizio 2015 delude

Il titolo di Ferrari dopo un avvio shockante a seguito dello sbarco in Borsa di inizio anno scaturito dalle paure degli investitori riguardo il rallentamento della Cina e dalle tensioni tra Iran e Arabia Saudita, nonché dalle condizioni dell’economia USA., è tornato a scambiare su quotazioni molto più elevate.

Le azioni Ferrari ad oggi infatti trattano a quota €36,43, dopo essere arrivate a toccare qualche settimana fa l’area di €40 a seguito dei buoni conti trimestrali relativi al primo quarto 2016.

Il buon andamento del primo trimestre 2016 ha convinto la casa d’affari svizzera UBS a confermare la raccomandazione buy sul titolo Ferrari con prezzo obiettivo aumentato a $50 dai precedenti $48.

La banca elvetica ha preso tale decisione vedendo nei conti trimestrali solidità e soprattutto in scia dell’aumento della guidance per l’intero anno operato dal management. Ad oggi, UBS si attende un secondo trimestre 2016 con un EBITDA di €194 mln.

Il quarto trimestre 2015 e l’esercizio dello scorso anno però non sono stati molto positivi per l’azienda di Maranello. I profitti sono scesi del 30% nell’ultimo quarto dell’anno e la domanda che ci si pone è se vale la pena acquistare il titolo azionario del Cavallino.

Marchionne ha più volte precisato che Ferrari non è un marchio automobilistico qualsiasi bensì appartiene alla categoria dei marchi di lusso. Ebbene, l’ad di FCA ha ragione poiché effettivamente per struttura delle vendite e per i costi delle auto prodotti Ferrari sembra essere più un marchio di lusso che non un marchio automobilistico.

Questo basta per spiegare la valutazione attuale della società? Vediamolo nel dettaglio. L’ad di FCA ha dichiarato di aspettarsi che le vendite di auto Ferrari per il 2019 supereranno le 9.000 unità contro le attuali 7.700. Inoltre, il marchio grazie alla sua Storia e al brand che può essere utilizzato in vari altri segmenti di mercato suscita un certo appeal tra gli investitori sia istituzionali che privati.

Marchionne ha espresso la volontà di aumentare le vendite in Cina che per il momento contano solo un 10% sul fatturato totale della società. Obiettivo ambizioso che potrebbe essere messo a repentaglio dal rallentamento dell’economia cinese e più in generale dalla frenata della crescita globale.

E’ vero anche che Ferrari è una società piuttosto resistente alle crisi globali: durante la crisi del 2008 le vendite sono calate del solo 5%. Questo perché il target di clienti della società è quello del gradino più alto della scala sociale, chi è ricco potrà sempre permettersi di comprare una Ferrari. Si pensi che il 34% dei possessori delle auto della casa di Maranello hanno almeno un altro veicolo di Ferrari.

La crescita delle vendite potrebbe anche non essere messa in discussione nell’eventualità di una nuova crisi mondiale, tuttavia il target di 9.000 auto vendute potrebbe essere comunque messo a rischio. Da valutare anche su come il management intenda sfruttare il marchio: i Ferrari store sono stati un fallimento e gli utili generati dalla Formula 1 e dalla produzione di componenti dei motori Maserati sono in calo.

Ferrari: analisi fondamentale della società. Il titolo è sopravvalutato?

Quando Ferrari fu quotata sul Nyse, l’eccessivo prezzo aveva fatto dubitare gli investitori sul valore del titolo. Attualmente, il rapporto P/E è pari a 34,41 che risulta essere superiore sia al P/E medio del settore lusso che di quello automotive.

  • Il P/E medio del settore del lusso preso su un campione di 6 società del comparto, tra cui Tod’s e Salvatore Ferragamo risulta essere pari a 15,72.
  • Il P/E medio del settore automotive preso sempre su un campione di 6 società è pari a 9,44.

Quindi, se Ferrari fosse effettivamente un marchio di lusso dovrebbe valere all’incirca 20€ ad azione se prendiamo come riferimento un P/E pari a 16. Tenendo conto che Ferrari è un marchio esclusivo di auto e del vantaggio competitivo che ne consegue potremmo fissare un P/E pari a 20 che comunque dà come risultato un prezzo pari a 25€ ad azione.

Se invece Ferrari fosse considerata una società del settore automotive, il prezzo sarebbe nettamente più basso: assumendo un P/E pari a 9,5 il prezzo delle azioni dovrebbe essere pari a 11,78€.

Escludendo che la società di Maranello sia unicamente una società automobilistica e ammettendo che sia effettivamente un marchio di lusso la quotazione attuale sembra troppo elevata.

Nonostante i buoni risultati conseguiti fino ad ora, il calo dei ricavi dalla Formula 1 e dalla produzione di componenti per Maserati non sembra portare giovamento al fatturato della società di Maranello.

Il Cavallino, come detto in precedenza, è piuttosto resistente alle crisi finanziare quindi, pur nel caso in cui dovesse arrivare una nuova crisi, il bilancio dell’azienda non dovrebbe risentirne troppo.

Tuttavia, è vero anche che ciò comporterebbe un ritardo nel raggiungimento dei target della società che, anche se fossero conseguiti, non spiegherebbero l’alto P/E attuale.

Sarà interessante vedere come il management intenda valorizzare il brand Ferrari: la chiusura di diversi Ferrari store indica che il marchio va sfruttato in un altro senso.

Starà al management capire come valorizzare il marchio. Al momento, comunque, la quotazione attuale di Ferrari non sembra possa essere attraente per un potenziale investitore.

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