Avvocati, nell’incontro tra l’AIGA e la Cassa Forense si è parlato della possibile cancellazione del contributo minimo integrativo; ecco cosa è stato deciso.
Avvocati: addio al contributo minimo integrativo? Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato di un ddl in esame alla Camera con il quale si punta all’abrogazione dell’articolo 21 della Legge 247/2012 che disciplina il pagamento dei contributi obbligatori per gli avvocati e i praticanti iscritti alla provvidenza.
Molti professionisti hanno commentato il nostro articolo dicendo che tutto ciò è impossibile, poiché la Cassa Forense non accetterà mai di rinunciare a questo contributo.
A quanto pare però chi la pensa così si sbaglia: infatti, in base a quanto dichiarato da “La Legge Per Tutti” sembra che sia stata proprio la Cassa Forense ad aprire a questa ipotesi.
Nel dettaglio, nella giornata di ieri si è tenuto un incontro tra i vertici della Cassa Forense e l’AIGA (Associazione Giovani Avvocati) durante il quale si è parlato di diversi aspetti compreso quello legato all’abolizione del contributo minimo integrativo.
Vediamo nel dettaglio quali sono stati i temi affrontati nell’incontro e quante possibilità ci sono che il contributo minimo venga cancellato.
Contributo minimo integrativo addio? La Cassa Forense è d’accordo
Al suddetto incontro hanno preso parte sia il Presidente Nunzio Luciano della Cassa Forense, che il Vicepresidente Valter Militi. Presente anche Giulio Pignatiello del Cda; insomma tutti i vertici della Cassa ne hanno preso parte ecco perché quanto successo nell’incontro fa ancora più rumore.
Infatti, sembra che alla richiesta dell’AIGA di abolire il versamento del contributo minimo integrativo la Cassa Forense abbia risposto in maniera positiva.
Nessun muro quindi, ma un’apertura che fa ben sperare gli avvocati e i praticanti che ogni anno devono versare il contributo integrativo nella misura del 4% (in luogo del 2%) del volume d’affari IVA indipendentemente dall’effettivo pagamento eseguito dal debitore.
Nel dettaglio, la Cassa Forense ha dichiarato di condividere la proposta dell’AIGA e di essere disposta a valutare la cancellazione del contributo minimo integrativo o, quantomeno, la sua riduzione.
In caso di cancellazione del contributo minimo integrativo, quindi, gli avvocati dovrebbero pagare solamente:
- contributo soggettivo: 14% sul reddito netto professionale dichiarato ai fini IRPEF e 3% sul reddito eccedente (contributo minimo soggettivo previsto pari a 2.815,00 euro, che in alcuni casi è ridotto del 50% e di un ulteriore 50%).;
- contributo di maternità: 43 nel 2017.
L’abolizione del contributo minimo sarebbe un’ottima notizia per gli avvocati che a partire da quest’anno dovranno fare anche i conti con l’aumento della percentuale del contributo soggettivo, che passerà al 14,5% nel 2017 e al 15% a partire dal 2021.
Incontro AIGA-Cassa Forense: gli altri temi dell’incontro
Nell’incontro tra AIGA e Cassa Forense andato di scena ieri sono stati affrontati anche altri temi. Ad esempio l’AIGA si è fatta portavoce di tutti quegli avvocati ai quali è stata notificata una cartella esattoriale (o di avviso per mancato pagamento dei contributi) da parte del Fondo di Gestione Separata INPS.
L’AIGA però ha ricordato che, come confermato da diverse sentenze, in questi casi la competenza ad agire non spetta all’INPS, ma alla Cassa Forense la quale deve attivarsi per il recupero dei contributi.
Questo perché l’iscrizione alla Gestione separata è obbligatoria solamente per quei lavoratori autonomi che esercitano una professione per la quale non è richiesta l’iscrizione agli albi professionali.
Anche in questo caso la Cassa Forense ha detto di essere d’accordo e di far proprie le richieste dell’AIGA.
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