Avvocati contro Bonafede: ecco perché ne chiedono le dimissioni

Isabella Policarpio

13/12/2019

13/12/2019 - 15:21

condividi

Dopo la clamorosa gaffe di Bonafede a Porta a Porta, l’Ordine degli Avvocati di Palermo chiede le dimissioni immediate del Ministro. L’iniziativa ha ottenuto l’appoggio di moltissimi avvocati in tutta Italia.

Avvocati contro Bonafede: ecco perché ne chiedono le dimissioni

Il Ministro della Giustizia Bonafede questa volta l’ha fatta grossa. Invitato al salotto di Bruno Vespa, Bonafede ha esordito con una frase che ha indignato l’intero mondo giuridico italiano.

Secondo il Ministro, se non è possibile provare in giudizio un reato doloso, questo diventa automaticamente colposo. Affermazione scorretta sia sul piano concettuale che tecnico.

Dopo la clamorosa gaffe, l’Ordine degli avvocati di Palermo, uno dei più numerosi, ha deciso di inviare una lettera ufficiale in cui chiede le immediate dimissioni di Bonafede. Non appena la notizia si è diffusa, sui Social è partita una vera e propria campagna contro il Ministro, alla quale hanno aderito avvocati di tutta italiana, praticanti e magistrati.

Questa mobilitazione porterà al risultato sperato? Il mondo giuridico chiede l’intervento del Premier Conte.

Avvocati chiedono le dimissioni di Bonafede: cosa è successo

“Quando non si riesce a dimostrare il dolo e il reato diventa colposo e ha termini di prescrizione molto più bassi”. Questa la frase che ha scatenato l’ironia degli avvocati sul web ma anche la rabbia di chi della legge ne ha fatto una professione e una missioni di vita.

Ma non finisce qui. Bonafede, invitato a Porta Porta lo scorso 10 dicembre, ha continuato dicendo che proprio questa “considerazione” è la ragione alla base della riforma della prescrizione, anch’essa fortemente osteggiata dagli avvocati penalisti.

L’Ordine degli avvocati di Palermo non ci ha pensato due volte e ha chiesto le dimissioni del Ministro con una lettera ufficiale, anche per scongiurare l’imminente riforma del processo; e hanno chiesto l’intervento del Premier Conte che, come noto, viene anche lui da anni di professione forense.

L’episodio, oltre a destare una certa indignazione, ha anche suscitato molta ironia: da giorni è possibile vedere su Facebook e Instagram immagini di Codici civili e penali impiccati o bruciati, e chi più ne ha più ne metta.

Cosa succederà adesso? Gli avvocati - e tutti coloro che lavorano nell’ambito della Giustizia - aspettano una risposta chiara e definitiva dal Governo; anche perché la tanto osteggiata riforma dei termini di prescrizione entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio 2020 e manca ancora l’accordo sul testo.

Argomenti

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO