Australia, riviste le politiche commerciali e culturali con la Cina

Domenico Letizia

28 Agosto 2020 - 17:48

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L’Australia ha deciso di modificare alcuni accordi con la Cina ritenuti in contrasto con le nuove leggi del Paese, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da Pechino.

Australia, riviste le politiche commerciali e culturali con la Cina

Nuove prospettive economiche e commerciali tra Cina e Australia. I centri di cultura e lingua finanziati dalla Cina presso le università australiane molto probabilmente saranno ridotti ed eliminati, dopo le svariate polemiche internazionali che vedono coinvolta la Cina. Gli Istituti Confucio che operano presso le università australiane potrebbero apparire in contrasto con le nuove leggi australiane a causa dei loro collegamenti diretti con il Partito Comunista Cinese a Pechino. Il Primo ministro australiano Scott Morris ha recentemente dichiarato che:

“Gli australiani si aspettano che il governo federale dia loro certezza sulla politica estera. Compito primario del governo federale è proteggere e promuovere l’interesse nazionale dell’Australia. Qualsiasi accordo fatto dal governo australiano a qualsiasi livello deve essere svolto per promuovere la certezza dei valori che l’Australia rappresenta. Laddove questi accordi compromettono tali dinamiche è giusto che vengano annullati”.

Gli accordi del governo australiano con la Cina

Il governo australiano aveva recentemente firmato due accordi con il governo cinese nell’ambito del programma della Via della Seta ma tale scelta ha generato un dibattito importante nella comunità politica australiana e numerosi sono stati gli esponenti del Commonwealth che non avevano salutato positivamente tale opzione. La preoccupazione principale degli esponenti del Commonwealth e di alcuni politici australiani è la crescente influenza di Pechino nella regione. Il nuovo pacchetto legislativo promosso dall’Australia esclude accordi commerciali tra le imprese statali e tra le università con governi stranieri definiti di matrice “autoritaria”.

Allo stato attuale vi sono almeno una dozzina di partenariati universitari che potrebbero saltare con il nuovo intervento legislativo, tra i quali ricordiamo l’Istituto Confucio presso l’Università del Queensland e presso l’Università di Adelaide. Sostanzialmente, se uno Stato Federale locale vuole stipulare un nuovo accordo commerciale o di partenariato culturale con un governo straniero dovrà prima ottenere l’approvazione dal Ministro degli Esteri.

Il ministero degli Esteri può approvare o bocciare l’accordo e anche dopo la conclusione di eventuali negoziati può revocare l’approvazione a tali progettualità. Il Ministro degli Esteri potrà annullare tutti quegli accordi che non sono definiti in linea con la politica estera dell’Australia e che influenzano negativamente il Paese nei confronti dei rapporti con l’Estero e con il Commonwealth.

Ridurre la dipendenza dalla Cina

Ricordiamo che Giappone, India e Australia si stanno coordinando per ridurre la loro dipendenza dalla Cina nelle catene economiche e commerciali di approvvigionamento globale, soprattutto nell’eventualità futura di una nuova catastrofe come la pandemia sanitaria che attualmente il mondo sta vivendo.

Da circa un mese sono in corso colloqui e incontri ad alto livello diplomatico per raggiungere un accordo teso a sviluppare un’iniziativa di resilienza della catena di approvvigionamento (SCRI) che dovrebbe essere analizzata e dibattuta pubblicamente la prossima settimana, in occasione di un summit India-Giappone. Nonostante non vi siano dichiarazioni politiche ufficiali, l’iniziativa sembra abbia attirato l’interesse e l’attenzione anche dell’Australia, che sta cercando di affrancarsi dalla dipendenza commerciale dalla Cina, rivedendo la propria strategia geopolitica, in un momento in cui i rapporti tra i due Paesi sono particolarmente complessi.

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