Austerità colpa di un errore. Uno studente scardina la teoria del rigore

Nadia Fusar Poli

06/05/2013

Thomas Herndon è uno studente “qualunque” dell’Università del Massachusetts e la sua "scoperta", per certi versi incredibile, sta facendo il giro del mondo.

Austerità colpa di un errore. Uno studente scardina la teoria del rigore

Tutto ebbe inizio con un compito di fine semestre…

Thomas Herndon è uno studente “qualunque” dell’Università del Massachusetts la cui storia, per certi versi incredibile, sta facendo il giro del mondo, riaccendendo il dibattito tra gli economisti sulla risposta più efficace alla crisi del debito. La questione fondamentale è la seguente: è meglio lasciare che il debito aumenti, nella speranza di stimolare la crescita economica per uscire dalla crisi, o è meglio tagliare la spesa e aumentare le tasse in modo aggressivo per tenere il debito pubblico sotto controllo?

Facciamo un passo indietro...

E’ il 4 gennaio 2010. In occasione della riunione annuale dell’ American Economic Association, presso il Marriott Hotel di Atlanta, il professor Carmen Reinhart e l’ex capo economista del Fondo monetario internazional e, Ken Rogoff, stanno presentando un documento di ricerca denominato Growth in a Time of Debt (“La crescita ai tempi del debito”).

Si tratta di un famoso documento accademico redatto da due eminenti professori di Harvard, utilizzato quale tesi a supporto delle politiche di austerità. La conclusione cui giunge lo studio, il più celebre e influente pubblicato in campo economico negli ultimi anni è la seguente: la crescita economica rallenta drammaticamente quando la dimensione del debito di un paese supera il 90% del prodotto interno lordo.

Il Commissario Ue Olli Rehn e un influente uomo politico repubblicano degli Stati Uniti, Paul Ryan, hanno entrambi citato lo studio di Rogoff e Reinhart per sostenere le loro strategie di austerità. Ma mentre i politici americani stavano discutendo sulla possibilità di iniettare più stimolo nell’economia, l’euro scricchiolava sotto il peso di un’austerità rigorosa e forzata, e un nuovo governo di coalizione nel Regno Unito prometteva di aumentare le tasse e tagliare la spesa per tenere l’economia sotto controllo.

Il compito assegnato al giovane Herndon, un aspirante ricercatore, consisteva nel riprendere il lavoro di Rogoff e Rheinard, e, principalmente, di replicare i calcoli effettuati dai due docenti. I primi mesi di lavoro furono tutti in salita: i conti non sembravano affatto tornare ed Herndon, sempre più scoraggiato, per quanto si sforzasse non riusciva a replicare i risultati di Reinhart e Rogoff. "Pensavo di aver probabilmente fatto un errore grossolano". E considerato che Herndon era solo uno studente, era sicuramente più probabile ritenere che il ragazzo stesse commettendo degli errori di elaborazione...piuttosto che dubitare dell’operato di due eminenti professori di Harvard.

Herndon controllò il suo lavoro più volte, quasi in modo maniacale. Com’era possibile che quei risultati non potessero essere replicati? Lo stesso professor Ash affermò che ciò “era davvero un mistero". Con il suo collega, il Prof Robert Pollin, incoraggiò Herndon a continuare il progetto e a scrivere ai professori di Harvard. Dopo qualche corrispondenza, Reinhart e Rogoff fornirono al giovane studente il foglio di lavoro effettivo che loro stessi avevano usato per ottenere i risultati della ricerca.

"Tutti dicono che vedere è credere, ma io quasi non credevo ai miei occhi”. Thomas Herndon, 28 anni, scoprì in tali ricerca numerosi errori, a partire da un semplice pasticcio in Excel, il noto programma per la gestione di fogli elettronici. I professori di Harvard avevano accidentalmente incluso solo 15 dei 20 paesi analizzati nel loro calcolo per ottenere la media della crescita dei paesi con alto debito pubblico. Australia, Austria, Belgio, Canada e Danimarca, di fatto, erano stati “ignorati”.

Herndon e i professori hanno poi trovato altri errori, il cui impatto sul risultato era sostanziale. Alcuni dati (quelli riferiti ai primi anni del dopoguerra di Australia, Canada e Nuova Zelanda, paesi che, nonostante il debito alto, ebbero una rapida crescita economica proprio in quegli anni.) mancavano del tutto, perché nel 2010 ancora non erano disponibili. Un’omissione che fa la differenza! Così come discutibile è il modo in cui sono stati aggregati i dati per ottenere la media di crescita economica nei paesi con alto debito.

Tutti questi risultati sono stati pubblicati da Thomas Herndon e dai suoi professori il 15 aprile. I risultati più sorprendenti e significativi cui erano giunti Reinhart e Rogoff sono stati smentiti.

Reinhart e Rogoff non si sono lasciati intervistare ma hanno fornito alla BBC un comunicato in cui hanno ringraziato Herndon per l’attenzione riservata alla ricerca Growth in a Time of Debt e per aver evidenziato una correzione importante alla figura 2 di tale documento. "Faremo raddoppiare i nostri sforzi per evitare tali errori in futuro. Non crediamo, tuttavia, che questi errori possano influenzare in modo significativo il messaggio centrale della carta o quanto concerne il nostro lavoro successivo”.

Gli incidenti accadono, e la scienza progredisce attraverso l’individuazione di errori precedenti. Ma non erano forse questi errori particolarmente “costosi” in grado di influenzare gli approcci, le tesi e le argomentazioni in materia di politiche di austerità, oggi forse considerate controproducenti?

Herndon e i suoi professori hanno inequivocabilmente dimostrato che la soglia del 90% di debito è una questione buona più per la stampa e la retorica dei politici che non per serie ricerche e analisi economiche...Il primo documento accademico che il giovane ricercatore abbia mai pubblicato ha fatto il “botto” e ha scardinato alcune teorie sul rigore."Mi sento davvero onorato di aver dato un contributo alla discussione politica" ha affermato Herndon.

Fonte: www.bbc.co.uk

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