Aumenti fino a 1.900 euro: da marzo cambia tutto, chi sarà avvantaggiato

Giorgia Bonamoneta

19 Febbraio 2022 - 23:20

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Assegno unico e riforma dell’Irpef: da marzo cambiano le buste paga fino a 1.900 euro in più ogni anno. Ecco cosa è emerso dallo studio del Ministero dell’Economia.

Aumenti fino a 1.900 euro: da marzo cambia tutto, chi sarà avvantaggiato

Tra assegno unico e riforma dell’Irpef da marzo cambia tutto. Per i nuclei famigliari meno abbienti e con figli ci saranno aumenti fino a 1.900 euro l’anno. Secondo i dati che sono emersi negli studi condotti nelle ultime settimane, quelli che vedranno un effetto positivo maggiore saranno sì i nuclei famigliari con figli. In particolare gli effetti saranno visibili su piano territoriale, con un aumento significativo nelle Regioni del Sud Italia.

Le due riforme introdotte entreranno in vigore a partire da marzo 2022. Entrambe avranno un impatto consistente, che è stato definito “contro le disuguaglianze”. E i primi frutti saranno visibili a partire dalle buste paga di marzo per una platea di 22 milioni di famiglie.

In particolare, grazie ai nuovi scaglioni, saranno 1,13 milioni i nuclei famigliari maggiormente avvantaggiati dalle riforme dell’assegno unico e dell’Irpef. Per loro è stato calcolato un aumento medio pari a 1.935 euro all’anno, con un’incidenza sul reddito lordo dell’11,6%.

Da marzo buste paga più ricche: la media è 1.900 euro in più all’anno

L’annuncio delle due riforme, che entreranno in vigore da marzo 2022, è stato ben accolto. Tra assegno unico e nuovo Irpef infatti le buste paga di marzo saranno più ricche. È stato calcolato che le due riforme combinate metteranno in tasca in media 1.900 euro in più all’anno per le famiglie.

I dati sono stati estratti da uno studio del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia. Lo studio voleva analizzare l’impatto che le due riforme avrebbero avuto sulle famiglie ed è stato così calcolato l’equivalente in euro sopra descritto. Lo studio conferma anche un altro risultato sperato e fin troppo scontato, anche se ben accetto: le riforme diminuiscono le disuguaglianze economiche.

In prospettiva infatti le riforme potrebbero avere un impatto positivo anche dal punto di vista sociale, in particolare nelle Regioni del Sud Italia. L’Ansa riporta che lo studio si concentra molto sul passaggio da 5 a 4 aliquote. Il ritocco degli scaglioni infatti è solo il primo passo di una più ampia riforma fiscale già tracciata.

Aumenti a favore di categorie specifiche: chi è più avvantaggiato

Sempre secondo i calcoli del Dipartimento delle Finanze, saranno ben 1,13 milioni i nuclei famigliari che si ritroveranno nel primo scaglione, cioè quelli più vulnerabili. E saranno proprio questi a godere di un maggior beneficio, mari a 1.935 euro l’anno.

Sul territorio italiano questo si traduce in una ridistribuzione che diminuisce le disuguaglianze e le differenze. Secondo l’Indice di Gini (usato per misurare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito) le due riforme contribuiranno a diminuire del -1,65% tali differenze. Ne esce “avvantaggiato” il Mezzogiorno. Ovviamente questo rende evidente un enorme problema di disparità, dato in primis dalla mancanza di un mercato del lavoro capace di rispondere alle esigenze.

L’effetto redistribuivo è così suddiviso:

  • +12,3% al Sud:
  • +9,6% al Centro;
  • +8,2% al Nord.

Secondo un altro indice, Reynold-Smolensky, la variazione è appena inferiore e rispettivamente si attesta intorno al +11,2% al Sud, +7,2% al Centro, +7% al Nord.

Nel complesso - commenta il Ministero in una nota di approfondimento - i risultati segnalano che la revisione dell’Irpef e l’introduzione del nuovo assegno unico universale sono strumenti efficaci per ridurre la disuguaglianza dei redditi disponibili nelle aree più svantaggiate del Paese”.

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