Assunzioni giovani in banca: 2.500 dalla fusione Intesa-Ubi

Teresa Maddonni

19 Febbraio 2020 - 11:29

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Previste assunzioni di giovani in banca per 2.500 posti con la fusione tra Intesa San Paolo e Ubi Banca. Una notizia positiva anche se gli esuberi saranno 5.000 con l’acquisizione.

Assunzioni giovani in banca: 2.500 dalla fusione Intesa-Ubi

Sono previste nuove assunzioni di giovani in banca per 2.500 posti dalla fusione di Intesa San Paolo e Ubi Banca. Ad annunciarlo il Ceo di Intesa San Paolo Carlo Messina quando è stata confermata anche la fusione tra i due istituti di credito. Un’operazione che tuttavia porterà anche a oltre 5.000 esuberi.

Intesa San Paolo ha lanciato un’OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) su Ubi Banca che porterebbe così all’acquisizione. Messina ha confermato che l’operazione porterà a impieghi di 460 miliardi di euro, mentre i risparmi degli italiani che entreranno dalla nuova fusione andranno a superare 1,1 trilioni di euro e allo stesso tempo i ricavi ammonteranno a 21 miliardi di euro.

Dalla fusione arriveranno anche 2.500 assunzioni di giovani, laddove però gli esuberi, che ogni operazione di questo tipo porta con sé saranno oltre 5.000.

Assunzioni giovani per 2.500 posti dalla fusione Intesa-Ubi

Si parla di 2.500 posti, nuove assunzioni per i giovani, che si creeranno dalla maxi operazione di fusione tra la prima banca di Italia, Intesa San Paolo, e Ubi Banca.

Le nuove entrate verranno finanziate con il Fondo per l’occupazione che viene foraggiato dagli stessi bancari e serve proprio a sostenere nuove operazioni come quella in corso che vuole facilitare anche il cambio generazionale.

Si stima tuttavia che a fronte delle nuove entrate ci saranno oltre 5.000 esuberi che si andranno ad accumulare a quelli già previsti da Unicredit che starebbe a quota 6.000.

Nonostante le uscite il Ceo di Intesa si dice soddisfatto della nuova operazione che ha l’obiettivo di garantire l’ingresso dei più giovani. E in merito alle 2.500 nuove entrate e ai benefici dell’operazione di fusione con Ubi Banca ha dichiarato in una nota:

“La banca che nascerà potrà: garantire 30 miliardi di euro di credito aggiuntivo nei prossimi 3 anni a sostegno dell’economia italiana; aumentare da 50 a 60 miliardi le nuove erogazioni a favore della Green Economy e incrementare da 5 a 6 miliardi il plafond destinato a investimenti nella circular economy”.

Ha poi aggiunto proprio in merito ai nuovi ingressi la fusione potrà:

“Puntare sull’ingresso di giovani nel nuovo Gruppo grazie a un programma di 2.500 assunzioni, per promuovere il cambio generazionale e sostenere l’occupazione; portare da 11,5 a 13,5 milioni gli interventi a favore delle persone in difficoltà (distribuzione pasti, posti letto, indumenti, cibo) nei prossimi tre anni”.

Due uscite per ogni assunzione dalla fusione Intesa-Ubi

Come abbiamo anticipato le 2.500 assunzioni dalla fusione Intesa-Ubi si accompagneranno a esuberi di personale e quindi per ogni giovane entrato si prevedono due uscite. Si parlerebbe di uscite volontarie che quindi nascerebbero dal prepensionamento ma che sfiorerebbero quota 5.000.

Già Ubi Banca, prima del lancio dell’OPA, aveva dichiarato che sarebbero state chiuse ben 175 filiali con oltre 2.000 esuberi. Se questo pericolo è stato scongiurato dalla fusione con Intesa San Paolo, o meglio dall’acquisizione da parte della prima banca di Italia, vi sarebbero più del doppio delle uscite.

Già nel 2017 Intesa San Paolo, acquisendo le banche venete aveva ridotto del 15% l’organico. Nel 2018 poi con la pax sindacale che si era conclusa con le 1.600 uscite volontarie entro il 2021 per giungere alle 9mila programmate.

Sempre Intesa San Paolo che al momento acquisisce Ubi Banca, ha annunciato anche la cessione di filiali (tra le 400 e le 500) a BPER che dal canto suo ha già previsto tagli per oltre 2.700 dipendenti entro l’anno.

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