Apple, ecco cosa rese Steve Jobs un leader carismatico e brillante

Elisabetta Scuncio Carnevale

27 Maggio 2019 - 21:14

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A svelare il segreto di Steve Jobs, in un’intervista alla CNBC, è l’ex CEO di Apple John Sculley

Apple, ecco cosa rese Steve Jobs un leader carismatico e brillante

Non solo le eccellenti competenze in campo informatico o una lungimiranza fuori dal comune. A rendere Steve Jobs un leader indiscusso nella vita e nel business fu soprattutto un’abilità interpersonale, maturata negli anni.

A svelare cosa rese speciale il papà di Apple è l’ex CEO, John Sculley. Sculley ne parla in un’intervista rilasciata a CNBC.

Apple. Non solo competenze informatiche, ecco quale fu la vera abilità di Steve Jobs

Steve Jobs non fu soltanto un competente imprenditore del settore hi-tech; a rendere il fondatore di Apple così speciale è stata non tanto la sua genialità o la sua perspicacia, ma è stata piuttosto la capacità di ascoltare gli altri. Un’attitudine questa non certo innata, ma che Jobs sviluppò nel corso degli anni.

Sculley, CEO di Apple dal 1983 al 1993, racconta che a Jobs servirono ben 12 primavere per affinare tale abilità. Fino all’età di 27 anni, infatti, il fondatore del colosso statunitense era tutt’altro che empatico. Nel 1985 fu uno scontro sulla direzione strategica da dare all’azienda, a spingere Jobs alle dimissioni. L’addio ad Apple arrivò a seguito di una discussione con lo stesso Sculley e con gli altri membri del Consiglio di amministrazione. Il fondatore si allontanò per creare una nuova società.

Dopo 12 anni di lontananza, il numero uno di Apple tornò sui suoi passi facendo ritorno a casa. Ma al suo rientro era una “persona diversa”: il giovane di “ambiziosa ambizione” aveva lasciato spazio a un uomo “più maturo e con una maggiore propensione ad ascoltare gli altri”.

“Da giovane Steve fu brillante, riuscì a vedere dove il mondo sarebbe arrivato 20 anni dopo. Era così carismatico da convincere e convincersi di avere sempre ragione. Ma il giovane Steve Jobs non era così bravo ad ascoltare come lo Steve Jobs che tornò dopo anni,”

dice Sculley. Le esperienze di vita furono dunque estremamente influenti per modellarne il carattere e renderlo un vero leader.

Negli anni che seguirono, il ritorno di Jobs in Apple fu indispensabile per la rinascita dell’azienda che rischiava la bancarotta.

Oggi, sotto la guida di Tim Cook, Apple - con oltre 61 miliardi di fatturato in un trimestre e 229 miliardi di ricavi nel 2017 - è, dopo Microsoft, la seconda azienda pubblica al mondo per capitalizzazione di mercato.

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