Allarme pensioni: l’INPS perde altri 9 miliardi, ma continuano i rimborsi ai pensionati d’oro

Marta Panicucci

28/07/2013

Allarme pensioni: l’INPS perde altri 9 miliardi, ma continuano i rimborsi ai pensionati d’oro

E’ dei giorni scorsi la notizia che nelle casse dell’INPS si è aperta negli anni una voragine che difficilmente verrà colmata. Nel 2012 l’istituto di previdenza nazionale ha perso 9 miliardi di euro e, a quanto pare, anche il 2013 si prospetta un anno in profondo rosso per il portafogli dell’ente.

Il consiglio di vigilanza dell’INPS ha pubblicato una nota di variazione del preventivo per l’anno in corso, perdite stimate: 9,2 miliardi. E quel che è peggio sono le stime per gli anni 2014 e 2015 per i quali il CIV prevede un conto in rosso per almeno 10 miliardi di euro. Nel biennio 2012-2013 i miliardi persi sono stati poco più di 18, e nel prossimo biennio potrebbero salire a 20 miliardi azzerando del tutto il patrimonio dell’ente che al momento ammonta a 15 miliardi.

A rimpinguare le casse dell’INPS ci aveva pensato il governo Monti con la riforma Fornero, ma l’effetto benefico delle nuove norme si vedrà in maniera consistente solo dopo il 2015. Al momento invece, il risparmio ottenuto dalla riduzione per i neo pensionati dell’assegno mensile del 38% non è in grado di bilanciare l’aumento di spesa corrente causato dai lavoratori licenziati o in cassa integrazione.

Il peso dell’Inpdap

A pesare sull’equilibrio delle casse dell’INPS è, per prima cosa, la differenza tra entrate e uscite. Basta il dato del 2013 per capire come le spese dell’ente previdenziale non possono essere coperte dalle entrate contributive dei lavoratori: nel 2013 infatti sono stimati incassi per 213 miliardi, contro i 266 che dovranno essere spesi per finanziare le prestazioni pensionistiche e previdenziali.

A ciò si aggiunge, e pesa notevolmente, il buco di bilancio dell’ex Indpdap, incorporato dall’INPS comprensivo di debiti per evitarne il fallimento. L’opera di fusione tra l’ente di previdenza nazionale e la cassa dei dipendenti pubblici è avvenuta nel 2012, ed ha dato il via al declino in profondo rosso dell’INPS. Il deficit permanente dell’Indpdap ammonta a circa 7,6 miliardi a cui si aggiunge un buco patrimoniale per 23 miliardi.

Negli ultimi 20 anni il bilancio dell’ente non è mai stato positivo; solo nel biennio 2009-2010 sono stati persi 30 miliardi. Questo avviene perché i contributi statali non sono mai stati sufficienti a coprire la spesa per le pensioni dei dipendenti pubblici, che oltretutto spesso sono più sostanziose di quelle dei privati. I contributi dello Stato riescono ad tappare il buco che si crea ogni anno nelle casse dell’Indpdap, ma sono fino ad un certo punto e l’ente somiglia sempre più a un pozzo senza fondo. Negli ultimi 10 anni le perdite totali ammontano a 110 miliardi.

Rimborso pensioni d’oro

L’INPS dovrà restituire ai cosiddetti pensionati d’oro il contributo di solidarietà introdotto del governo Berlusconi e incrementato dalla riforma Fornero. Secondo la consulta infatti le norme, così come state proposte e approvate dai due governi, sarebbero incostituzionali, e adesso tocca all’INPS restituire il maltolto. Il contributo di solidarietà in questione prevedeva per gli anni dal 2011 al 2014 un contributo di solidarietà pari al 5% per le pensioni oltre i 90mila euro e del 10% per quelle oltre i 150 mila euro. Con il decreto "salva Italia" il ministro Fornero aveva anche introdotto un contributo del 15% per le pensioni sopra i 200mila euro.

Il rimborso che l’INPS si è impegnato a restituire ai pensionati ammonta complessivamente a 40milioni di euro, una cifra non esorbitante, ma che comunque non aiuterà le già provate casse dell’INPS.

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