Alexa e Google Home: l’app che ti dice se ti spiano

Matteo Novelli

29 Aprile 2019 - 15:44

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Alexa di Amazon Echo e l’Assistente Google Home ti spiano? Ora puoi scoprirlo attraverso un app per Windows e Mac.

Alexa e Google Home: l’app che ti dice se ti spiano

Alexa e l’Assistente Google ti spiano? Ora è possibile scoprirlo con un’app che rivela le intenzioni nascoste dei di Amazon Echo e Google Home, due degli smart speaker più famosi sul mercato.

Che le casse intelligenti realizzate da Amazon e Google funzionino attraverso i nostri input vocali non è affatto un segreto: Alexa e Google Assistant ci ascoltano sempre attraverso gli appositi apparecchi realizzati dai due giganti dell’economia digitale e sono sempre pronti a raccogliere le nostre richieste.

Quello che molti utenti si chiedono e se i due device ci ascoltano anche quando non dovrebbero: il recente caso che ha visto protagonista i device realizzati da Echo ha destato sempre più curiosità da parte degli utenti che ora possono usare un’apposita applicazione per scoprire quando i due dispositivi “origliano” un po’ più del dovuto.

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Alexa e Google Home ti ascoltano? L’app per scoprirlo

A sviluppare l’applicazione che permette di scoprire se Alexa di Amazon Echo e l’Assistente Google ti ascoltano è l’Università americana di Princeton, nel New Jersey.

L’applicazione, disponibile a questo link, funziona attraverso computer Windows 10, Apple Mac e permette di effettuare una vera e propria intercettazione dei dati che vengono trasmessi attraverso uno dei seguenti dispositivi, permettendo di individuare quando è in trasmissione un invio di dati di troppo. Applicando il programma agli smart speaker questi è in grado di capire quando e come stia avvenendo la comunicazione con i server di proprietà di Google o Amazon, o di capire se sono attivi (e quindi se stanno ascoltando ciò che dite) anche quando non dovrebbero.

Certo, che questi dispositivi (come tutti quelli di ultima generazione appartenenti alla linea IoT, internet delle cose) vivano in qualche modo delle informazioni rubate contro il nostro consenso, si fa per dire, è un’informazione ormai nota. L’intento dell’Università di Princeton è però tentare di informare gli utenti sull’importanza dei propri dati personali, oggi vera e propria moneta del web: “se i nostri dispositivi smart ci osservano è arrivato il momento di ricambiare il favore”.

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