L’aggio di Equitalia, secondo quanto previsto dalla legge 135/2012, sarebbe dovuto scendere dall’8 al 4%. Ieri tuttavia è arrivato il dietrofront: l’aggio non si tocca. Vediamo insieme perché.
L’aggio di Equitalia, una delle più inique “tasse sulle tasse” tutte a carico dei contribuenti italiani, non verrà diminuito: smentiti quindi i buoni propositi del decreto del Fare, che, solo fino a pochi mesi fa, veniva incensato dal Governo Letta in quanto dotato di misure considerate a dir poco storiche in materia di “umanizzazione” del nostro Fisco. Non ci sarà, infatti, il dimezzamento dell’aggio dall’8 al 4%, come previsto dalla legge 135/2012, e i cittadini tartassati dovranno accontentarsi dello sconticino risalente al gennaio di quest’anno: dal 9 al 8%. Punto e basta.
Primo dietrofront dopo la rateizzazione
A pochi giorni dalle belle notizie in materia di rateizzazione dei debiti con Equitalia (con la possibilità di richiedere fino a 120 rate), ecco la prima battuta d’arresto per chi confidava che ormai si fosse finalmente intrapresa la strada di un fisco più a misura di cittadino. A quanto pare, infatti, per tagliare le temibili “unghie” del “mostro” Equitalia (come dichiarava pochi mesi il leader del Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi, in piena campagna elettorale) ci sarà tempo e modo, mentre, per ora, ci si accontenta di una ben più modesta manicure.
Con l’aggio dimezzato i conti di Equitalia non tornano
Il motivo di questo improvviso dietrofront è semplice: tagliando l’aggio non si riuscirebbe a sostenere il costo economico che il servizio fornito da Equitalia inevitabilmente comporta. E’ quanto emerso ieri il dal question time che si è svolto in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, durante il quale, sulla questione sollevata dal deputato della Lega nord Filippo Busin, è intervenuto in risposta direttamente il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, esponente del Pdl. I contribuenti italiani, quindi, continueranno a pagare cifre molto salate - tra la sanzione in sé, i relativi interessi e l’aggio – per finanziare il servizio di riscossione delle imposte da loro stessi dovute.
Poco importa, quindi, che in tanti fossero in attesa – e da mesi - degli appositi regolamenti da parte del Ministero delle Finanze, che sancissero finalmente l’annunciata riduzione fino a un massimo di 4 punti percentuali. L’articolo 5, comma 1, della legge 135/2012, dispone infatti che:
Al gruppo Equitalia debba, comunque, essere assicurato il rimborsò dei costi fissi di gestione risultanti dal bilancio certificato.
E, quindi, lo sconto promesso semplicemente non arriverà. Tanto più che il sottosegretario Giorgetti ha voluto sottolineare anche le difficoltà create ad Equitalia con il mini sconto all’8%, parlando di un onere pari a 50 milioni di euro. Concludendo:
Una ulteriore riduzione dell’aggio non consentirebbe in alcun modo la copertura dei costi a scapito del funzionamento dell’attività
Amen.
Ci sarà una diminuzione dell’aggio in futuro?
La questione della riduzione viene così rimandata a data da destinarsi: probabilmente mai se, come è emerso ieri dal question time, un aggio di soli quattro punti percentuali è del tutto incompatibile con la sostenibilità dei costi che Equitalia comporta.
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