Afghanistan, Cina pronta all’accordo con i talebani per sfruttamento terre rare

Riccardo Lozzi

17 Agosto 2021 - 11:33

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La Cina è pronta ad avviare una stretta collaborazione con i talebani per lo sfruttamento delle terre rare in Afghanistan. Quanto valgono e quali conseguenze nella guerra commerciale USA-Cina.

Afghanistan, Cina pronta all’accordo con i talebani per sfruttamento terre rare

La guerra in Afghanistan è costata agli Stati Uniti oltre 2.000 miliardi di dollari.

Non solo. I costi della disfatta nel Paese mediorientale per Washington potrebbero essere ancora più alti nel prossimo futuro a causa dei tassi di interesse da pagare sui prestiti attivati per finanziare il conflitto durato 20 anni.

Tuttavia l’occidente, e gli USA in primis, corrono un ulteriore rischio economico e politico. La Cina infatti sarebbe pronta ad avviare i primi contatti con i talebani per riuscire ad accedere allo sfruttamento delle terre rare presenti in Afghanistan, il cui valore si aggira, secondo diverse analisi, tra 1 e 3 trilioni di dollari.

Un accordo tra il Governo di Pechino e il nuovo Emirato islamico potrebbe quindi fornire alla Cina un vantaggio nella guerra commerciale contro gli Stati Uniti, con questi ultimi che pagherebbero per la ritirata dopo 20 anni di occupazione armata un prezzo ancora più alto rispetto alle migliaia di miliardi di dollari già persi.

Cina pronta all’accordo con i talebani per sfruttamento terre rare in Afghanistan

La Cina, che al momento è leader indiscussa nello sfruttamento dei metalli delle terre rare, in caso di un esito positivo dei negoziati commerciali con i talebani, riuscirebbe ad accrescere ulteriormente il possesso di questi materiali fondamentali nei dispositivi altamente tecnologici, nell’automotive e nei settori dell’energia pulita e della difesa.

Come riportato dall’agenzia americana United States Geological Survey, il Dragone può contare sulla più alta riserva di terre rare all’interno dei propri confini, pari al 35% del totale globale.

Nel 2018 la Repubblica Popolare è riuscita a estrarne 120 mila tonnellate, il 70% a livello mondiale, contro appena le 15 mila tonnellate estratte negli States.

Anche dal punto di vista delle riserve statali non sembra esserci partita, con la Cina che può contare su un volume di 44 milioni di tonnellate, mentre gli USA hanno a disposizione solamente 1,4 milioni di tonnellate.

Conseguenze guerra commerciale USA-Cina

Diversi osservatori spingono affinché venga attuata una pressione internazionale nei confronti di Xi Jinping per porre al nuovo Governo di Kabul la condizione di poter avviare accordi commerciali solo in caso venissero rispettati i diritti civili dei cittadini afgani e, in particolare, delle donne.

La preoccupazione di una stretta collaborazione è cresciuta dopo le prime dichiarazioni da parte dei portavoce del Ministero degli Esteri cinese, che ha affermato come Pechino sia pronta a una “cooperazione amichevole con l’Afghanistan”.

Lo stesso tono positivo è stato utilizzato dai leader talebani, i quali “non vedono l’ora che la Cina partecipi allo sviluppo e alla ricostruzione del Paese”.

Con la fine della guerra in Afghanistan, gli Stati Uniti rischiano così di fornire al loro principale nemico un elemento decisivo nella guerra commerciale intrapresa negli ultimi anni.

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