Chi deve pagare la registrazione del contratto d’affitto, inquilino o proprietario?

Ilena D’Errico

28/04/2023

28/04/2023 - 22:10

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Inquilino o proprietario, ecco chi deve pagare le spese di registrazione del contratto d’affitto e chi è obbligato a provvedervi.

Chi deve pagare la registrazione del contratto d’affitto, inquilino o proprietario?

Registrare il contratto d’affitto presso l’Agenzia delle Entrate oltre a essere obbligatorio è molto utile per salvaguardare le parti. La responsabilità dell’obbligo e il relativo pagamento non sono però considerate in modo univoco. In particolare, la registrazione è dovuta dal proprietario di casa, mentre la spesa può essere addossata anche all’inquilino. Vediamo in che modo.

Obbligo di registrazione del contratto d’affitto

Registrare il contratto di affitto non è una mera formalità, bensì un vero e proprio obbligo fiscale da adempiere se non si vuole incorrere in sanzioni. L’obbligo è ovviamente necessario al deposito presso l’Agenzia delle Entrate e alla relativa tassazione, ma assolve anche l’importante funzione di garanzia per entrambe le parti.

Il conduttore è tutelato in quanto l’inquilino non può recedere dall’affitto senza rispettare alcuni vincoli, e viceversa. La registrazione del contratto d’affitto è quindi fondamentale, ma prevede alcuni costi per l’imposta di registro e l’imposta di bollo.

Chi deve pagare la registrazione del contratto d’affitto

L’Agenzia delle Entrate si adegua al principio declamato dalla legge, per il quale il locatore e il locatario sono considerati obbligati in solido per quanto concerne le spese del contratto d’affitto. Ciò significa, in concreto, che l’Agenzia delle Entrate in qualità di creditore può pretendere l’adempimento da entrambe le parti e, in caso di inadempimento, rivalersi su entrambe allo stesso modo.

Di conseguenza il pagamento dei costi per la registrazione del contratto di affitto deve essere diviso fra il proprietario e l’inquilino in parti uguali. Ciò non esclude la possibilità delle parti di concordare una ripartizione differente o di addossare l’intera spesa a carico del proprietario. In particolare, il proprietario di casa e l’affittuario possono stabilire qualsiasi ripartizione preferiscano purché concordata, a patto che l’intera spesa non sia a carico dell’affittuario.

Essendo il proprietario di casa la parte contrattuale più forte, la legge vuole tutelare l’inquilino dall’obbligo del pagamento per intero, al quale altrimenti il proprietario potrebbe indurlo ad accettare. Al contrario, l’affittuario è considerato parte debole nel contratto, perciò al proprietario è riconosciuta la possibilità di farsi carico – se è d’accordo - dell’intera spesa per la registrazione del contratto, proprio perché non può esservi costretto dall’affittuario.

Salvo specifiche contrattuali, comunque, le spese per la registrazione del contratto d’affitto devono essere ripartite in parti uguali fra le parti, ognuna delle quali è tenuta al pagamento per il 50% dell’importo totale. Bisogna comunque prestare attenzione, perché la suddivisione delle spese non incide sull’obbligo di registrazione.

Nel dettaglio, secondo la legge di Stabilità del 2016 è il proprietario ad avere l’obbligo di registrare il contratto di affitto presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla sua firma. Le sanzioni per il mancato rispetto di quest’obbligo sono quindi di esclusiva responsabilità del proprietario, che nel dettaglio rischia:

  • Una sanzione dal 120% fino al 140% dell’imposta dovuta in caso di omessa registrazione;
  • una sanzione dal 120% al 140% dell’imposta dovuta se il canone dichiarato è inferiore a quello concordato;
  • una sanzione crescente per ogni mensilità di ritardo, che parte dal 6% dell’imposta per 30 giorni di ritardo fino ad arrivare al 20% dell’imposta per ritardi superiori a 2 anni.

Quanto costa la registrazione del contratto d’affitto

Appurato quali sono le finalità e gli obblighi riguardo alla registrazione del contratto d’affitto e anche chi deve farsene carico dal punto di vista economico, è anche necessario sapere a quanto ammonta questo esborso.

In particolare, l’imposta di registro varia a seconda della tipologia di immobile ed è pari al:

  • 2% del canone annuo moltiplicato per il numero delle annualità per i fabbricati ad uso abitativo;
  • 1% o 2% del canone annuo per i fabbricati strumentali a seconda che, rispettivamente, la locazione sia eseguita soggetti passivi di Iva o meno;
  • 0,50% del corrispettivo annuo moltiplicato per il numero di annualità per i fondi rustici;
  • 2% del canone annuo moltiplicato per le annualità per tutti gli altri immobili.

Riguardo all’imposta di registro sono poi previste alcune agevolazioni, ad esempio una detrazione per i pagamenti in un’unica soluzione e una riduzione del 30% della base imponibile per gli immobili in Comuni ad elevata tensione abitativa. L’imposta di bollo è invece pari a 16 euro per ogni 4 facciate (o 100 righe) del contratto da registrare.

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