L’Ocse comunica che la Svizzera e altri paesi tra cui Singapore e Costa Rica hanno firmato gli accordi fiscali che aprono allo scambio dati finanziari con i governi. Si tratta di accordi rivoluzionari che pongono fine al segreto bancario
Dopo circa un anno dall’apertura della Svizzera allo scambio dati, oggi arriva dall’Ocse la notizia della firma dell’accordo per lo scambio automatico di informazioni fiscali. La firma svizzera ha una portata rivoluzionaria perché pone ufficialmente fine al segreto bancario.
A dare la notizia dell’accordo con la Svizzera e altri paesi come Singapore, Cina, Brasile e Costa Rica è stato l’Ocse: "È chiaramente la fine del segreto bancario sfruttato per ragioni fiscali", ha dichiarato Pascal Saint-Amans, direttore del centro di politica e amministrazione fiscale dell’Ocse.
L’apertura un anno fa
Era il 20 maggio 2013 quando Le Temps diffuse una notizia di capitale importanza per la fiscalità comunitaria e la lotta all’evasione fiscale. Secondo il quotidiano "gli accordi bilaterali siglati dalla Svizzera con diversi paesi dell’Unione sarebbero troppo onerosi; per questo Berna sta seriamente pensando di abolire il segreto bancario e aprire allo scambio di dati".
Un anno fa si trattava soltanto di un’ipotesi profilata dal governo svizzero, un sogno per tutti i cittadini onesti e le forze dell’ordine che combattono l’evasione fiscale e il peggior incubo per chi ha superato il confine italiano per portare i propri soldi in un cantone svizzero. Con la firma di oggi tutto questo sembra diventare realtà.
La firma
La firma degli accordi fiscali assomiglia ad una vera e propria svolta che, oltretutto, non interessa soltanto la Svizzera, ma anche altri 47 paesi. L’accordo per lo scambio automatico di informazioni finanziarie tra i governi è stato sottoscritto dai 34 paesi membri dell’Ocse e da tredici partner associati tra cui Singapore, Malesia, Indonesia, Cina, Argentina, Brasile e Sudafrica.
Addio segreto bancario
Gli accordi fiscali, firmati a Parigi in occasione della riunione dei ministri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, obbliga i paesi a "procurarsi tutte le informazioni richieste alle loro istituzioni finanziarie e a scambiarle automaticamente con altre giurisdizioni su base annuale".
Si tratta di un’accordo fiscale rivoluzionaria che pone fine al segreto bancario che tanti capitali ha sottratto al controllo del Fisco italiano e non solo. Fino ad oggi infatti, per molti paesi firmatari, lo scambio delle informazioni scattava su richiesta e soltanto in caso di indagine del fisco o della magistratura. Adesso è previsto l’automatismo, prevedibilmente uno strumento a più ampio raggio nella lotta all’evasione.
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