Cinque self-made men partiti da zero e diventati miliardari gestendo aziende e fondando brand globali. Ecco le loro storie.
Nel mondo del business, è diffusa la convinzione che per avere successo servano capitali, contatti e una posizione privilegiata di partenza. Tuttavia, alcune delle figure più iconiche del panorama economico internazionale dimostrano il contrario. Ci sono infatti storie imprenditoriali di persone che, nate in condizioni di povertà, sono riuscite a scalare le vette del successo globale.
In questo articolo ripercorriamo i percorsi di cinque imprenditori self-made che hanno rivoluzionato i propri settori e accumulato patrimoni multimiliardari partendo da situazioni tutt’altro che privilegiate.
1) Leonardo Del Vecchio (Luxottica)
Leonardo Del Vecchio è forse il caso più emblematico di imprenditore partito da zero che ha saputo costruire uno degli imperi industriali più solidi e internazionali d’Italia. Nato nel 1935 a Milano in una famiglia poverissima di origini meridionali, perde il padre quando ha solo pochi mesi di vita. La madre, priva di mezzi per mantenerlo, lo affida a un orfanotrofio. Cresce in istituto e, appena adolescente, comincia a lavorare come apprendista in una bottega di incisioni metalliche. L’ambiente del lavoro manuale gli permette di acquisire competenze tecniche e spirito d’iniziativa.
Nel 1961, si trasferisce ad Agordo, in provincia di Belluno, e fonda Luxottica, inizialmente un piccolo laboratorio specializzato nella produzione di componenti per occhiali. In pochi anni, Del Vecchio decide di produrre montature complete con il proprio marchio e verticalizzare l’intero processo produttivo, una scelta che si rivelerà vincente. Negli anni Ottanta Luxottica entra infatti nel mercato americano e, nel decennio successivo, viene quotata in Borsa a New York. Seguono acquisizioni strategiche tra cui Ray-Ban, Oakley, Persol, Vogue Eyewear e Sunglass Hut, che fanno dell’azienda il colosso mondiale dell’eyewear. Nel 2018 realizza la storica fusione con Essilor, dando vita a EssilorLuxottica, la cui capitalizzazione di mercato vale oggi più di 111 miliardi.
Alla sua morte, avvenuta nel 2022, secondo Forbes, Del Vecchio aveva un patrimonio stimato di oltre 27 miliardi di dollari.
2) Jan Koum (Whatsapp)
Jan Koum nasce nel 1976 in Ucraina, allora parte dell’Unione Sovietica e la sua infanzia è segnata da numerose difficoltà e privazioni. A 16 anni emigra negli Stati Uniti insieme alla madre, stabilendosi nella periferia di San Jose, California. I primi anni sono durissimi e i due vivono grazie ai sussidi statali: la madre lavora come baby-sitter mentre Jan si appassiona all’informatica, imparando a programmare da autodidatta con manuali presi in prestito dalla biblioteca pubblica.
Dopo una breve esperienza all’università, inizia a lavorare per Yahoo!, dove conosce Brian Acton. Nel 2009 i due fondano WhatsApp, con l’intenzione di creare un’app semplice, priva di pubblicità, sicura e intuitiva. Il progetto, sviluppato inizialmente in casa, conquista milioni di utenti in pochi anni, diventando l’app di messaggistica più popolare al mondo. Nel 2014, Facebook acquista WhatsApp per 19 miliardi di dollari: una delle acquisizioni più importanti nella storia del tech.
Il patrimonio personale di Koum, oggi, è stimato intorno ai 16 miliardi di dollari.
3) Ralph Lauren (Polo Ralph Lauren)
Ralph Lauren, nato nel 1939 nel Bronx, New York, è figlio di immigrati ebrei provenienti dalla Bielorussia. Cresciuto in un piccolo appartamento condiviso con altri fratelli, la sua infanzia è caratterizzata dalla povertà e da un forte senso di identità culturale. Fin da giovane mostra interesse per l’eleganza e lo stile, ispirandosi a icone del cinema e della moda anglosassone.
Dopo un breve periodo al Baruch College e diversi lavori come commesso, nel 1967 Ralph inizia a disegnare cravatte, vendute sotto il marchio Polo. Con un prestito di 50.000 dollari, lancia la sua prima linea completa di abbigliamento maschile. Il brand Polo Ralph Lauren si impone rapidamente nel panorama della moda americana, grazie al suo stile preppy e all’abilità di coniugare raffinatezza europea e lifestyle statunitense.
Negli anni, Ralph Lauren costruisce un impero del lusso che spazia dall’abbigliamento fino ai profumi e agli accessori. Oggi la Ralph Lauren Corporation è un punto di riferimento nel fashion globale, con una presenza in oltre 80 paesi.
Il patrimonio personale di Ralph Lauren è stimato oltre 10 miliardi di dollari, secondo Forbes.
4) Renzo Rosso (Diesel)
Renzo Rosso nasce nel 1955 a Brugine, un piccolo comune del Veneto, in una famiglia di agricoltori. Sin da ragazzo lavora nei campi e guida il trattore, ma è durante l’adolescenza che scopre la passione per la moda. A 15 anni realizza il suo primo paio di jeans con la macchina da cucire della madre e comincia a vendere capi artigianali agli amici.
Nel 1978 fonda Diesel, con l’idea di proporre un’alternativa creativa e audace al jeans tradizionale. La sua visione anticonvenzionale del marketing, fatta di campagne provocatorie e storytelling innovativo, conquista i giovani degli anni ’90 e spinge il marchio oltre i confini nazionali. Diesel si afferma come simbolo di uno stile non omologato, e Rosso diventa l’ambasciatore di un nuovo modo di intendere il “Made in Italy”.
Nel tempo ha dato vita a Only The Brave (OTB), un gruppo che controlla marchi come Marni, Maison Margiela e Viktor & Rolf, affermandosi come figura chiave dell’imprenditoria creativa.
Rosso è oggi uno degli imprenditori italiani più riconosciuti all’estero. Il suo patrimonio è stimato oltre 3,5 miliardi di dollari.
5) Howard Schultz (Starbucks)
Howard Schultz nasce nel 1953 a Brooklyn, New York, in un quartiere operaio segnato da disoccupazione e disagio sociale. Suo padre fa il camionista, la madre è casalinga e la famiglia vive in un complesso popolare. Grazie a una borsa di studio sportiva, Howard riesce a frequentare l’università e inizia a lavorare in aziende come Xerox, dove sviluppa un forte senso per il business e il marketing.
Nel 1981 entra in contatto con Starbucks, allora una piccola catena di rivendita di chicchi e macchine da caffè. Durante un viaggio in Italia, si innamora della cultura del bar come luogo di socialità e cerca di portare questo concetto negli Stati Uniti. Inizialmente osteggiato dai fondatori, decide di mettersi in proprio e fonda Il Giornale, una catena di coffee shop ispirati allo stile italiano. Nel 1987 acquista Starbucks per 3,8 milioni di dollari e inizia la grande trasformazione.
In pochi anni, la catena si espande a livello globale, diventando un punto di riferimento nel settore del caffè e simbolo di un nuovo stile di consumo urbano. Con oltre 35.000 negozi in tutto il mondo e una capitalizzazione superiore ai 100 miliardi di dollari, Starbucks è oggi un’icona globale.
Il patrimonio di Schultz è stimato in circa 3,5 miliardi.
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