2021: un anno di Brexit, disastro in Regno Unito?

Violetta Silvestri

22 Dicembre 2021 - 12:49

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Bilancio Brexit 2021: quali conseguenze per l’economia del Regno Unito, ormai indipendente dall’Unione Europea? Una domanda dalla risposta complessa, nella quale emergono le ombre del divorzio.

2021: un anno di Brexit, disastro in Regno Unito?

A un anno dalla firma dell’accordo commerciale tra Regno Unito e UE, quale impatto ha avuto la Brexit sulle imprese e sull’economia britanniche?

Bilancio più amaro che positivo, secondo alcuni analisti intervenuti su Bloomberg. In sintesi, gli economisti hanno sentenziato che finora la Brexit è stata un freno alla crescita.

Nuova burocrazia sul commercio tra la Gran Bretagna e il suo mercato più grande e più vicino e meno manodopera dell’UE sono stati i risultati più lampanti del divorzio. La combinazione ha esacerbato le carenze della catena di approvvigionamento, alimentato l’inflazione e ostacolato il commercio.

Di seguito, alcuni spunti di riflessione sull’effetto Brexit nel Regno Unito: disastro economico?

Brexit deludente a un anno dal divorzio commerciale

A testimonianza di un anno cupo per la Brexit, nei giorni scorsi, David Frost, il partner chiave di Johnson nei negoziati sul divorzio con l’UE, si è dimesso.

Per la terza volta, un ministro lascia l’incarico sulla gestione della Brexit. Nella sua lettera di dimissioni, Frost ha esortato Johnson a utilizzare il nuovo status del Regno Unito per trasformare la nazione in “un’economia imprenditoriale leggermente regolamentata, a bassa tassazione.”

Tutto questo, a suo avviso, non sta avvenendo e la Brexit sta deludendo coloro che l’hanno vista come un’opportunità irripetibile per annullare la regolamentazione del governo.

Sono almeno 4, per gli analisti, gli ambiti della disfatta inglese.

1. Commercio

Il commercio della Gran Bretagna con l’UE è diminuito da quando il Paese è uscito dal blocco, con le aziende colpite dalla crescente burocrazia e dai controlli doganali.

A ottobre, lo scambio di merci del Regno Unito con l’Unione Europea era del 15,7% inferiore a quello che sarebbe stato se la Gran Bretagna fosse rimasta nel mercato unico e nell’unione doganale dell’UE, secondo i modelli del Centre for European Reform.

Deludenti anche i passi compiuti dal Governo Johnson verso altri partner commerciali. Solo a inizio dicembre, il Regno Unito ha firmato il suo primo accordo commerciale completamente indipendente - con l’Australia - e le condizioni preliminari sono state concordate con la Nuova Zelanda.

Tuttavia, la spinta economica di entrambi gli accordi dovrebbe essere limitata. Un’intesa con gli Stati Uniti, pubblicizzata come uno dei maggiori vantaggi della Brexit, sembra ancora piuttosto lontano.

2. Crescita

Anche prima che la Gran Bretagna completasse la sua separazione dall’UE alla fine del 2020, la Brexit aveva ridotto le dimensioni dell’economia britannica di circa l’1,5%, secondo le stime dell’Ufficio per la responsabilità del bilancio.

Ciò era dovuto a un calo degli investimenti delle imprese e al trasferimento dell’attività economica nell’UE in previsione di maggiori barriere commerciali.

Dall’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio Regno Unito-UE, il calo dei volumi commerciali significa che la Brexit è sulla buona strada per causare una riduzione del 4% delle dimensioni dell’economia britannica nel lungo periodo.

Da segnalare, inoltre, che di tutte le regioni del Regno Unito, l’Irlanda del Nord, rimasta nel mercato unico delle merci dell’UE come parte dell’accordo post-Brexit, sembra aver avuto la meglio.

La provincia si è ampiamente ripresa dal colpo della pandemia, con una produzione del terzo trimestre inferiore solo dello 0,3% all’ultimo trimestre del 2019, secondo i dati dell’Ufficio per le statistiche nazionali. Il Regno Unito nel suo complesso è sceso del 2,1% nello stesso periodo di tempo.

3. Lavoro

La Brexit ha esacerbato la crisi dell’offerta di lavoro nel Regno Unito. 200.000 cittadini europei hanno lasciato la Gran Bretagna nel 2020, spinti via da regole più severe sull’immigrazione e dalla profonda crisi economica degli ultimi tre secoli che ha colpito la nazione.

Di conseguenza, si è innescata la carenza di personale in settori come l’ospitalità e la vendita al dettaglio, che storicamente hanno fatto affidamento sui lavoratori dell’Unione Europea.

4. Finanza

La Brexit ha spinto le società finanziarie a spostare almeno alcune delle loro operazioni, personale, beni o entità legali fuori da Londra e nel blocco, ma il cambiamento è stato inferiore al previsto, in parte perché la pandemia ha ostacolato il trasferimento del personale.

Secondo un sondaggio della società di contabilità EY pubblicato questa settimana, Londra ha perso circa 7.400 posti di lavoro, in calo rispetto a una stima precedente di 7.600.

Questo è molto al di sotto di alcune stime fatte prima che la Gran Bretagna lasciasse l’UE. Nel 2018, Bruegel, un think tank ha affermato che Londra potrebbe perdere anche 10.000 posti di lavoro nel settore bancario e 20.000 ruoli nel settore dei servizi finanziari.

Il punto è che il 2021 se n’è andato senza un’intesa finanziaria. Le società della finanza britanniche stanno ancora aspettando il pieno accesso al mercato unico dell’UE.

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