WGS: Musk critica il progetto mondialista delle élite tecnocratiche

Enrica Perucchietti

24 Febbraio 2023 - 10:00

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Dopo la riunione degli “oligarchi di Davos” al WEF, si è svolto il vertice del World Government Summit. Tra gli ospiti anche Elon Musk che ha criticato il progetto di un «governo unico globale».

WGS: Musk critica il progetto mondialista delle élite tecnocratiche

Dopo la riunione degli “oligarchi di Davos” per il consueto appuntamento invernale del World Economic Forum, dal 13 al 15 febbraio è stata la volta del WGS, World Government Summit. Il vertice, che si è tenuto a Dubai, ha visto la partecipazione di più di 250 ministri e più di 10.000 funzionari governativi, oltre a quella di 80 organizzazioni internazionali, regionali e governative.

Il nome stesso dell’evento suggerisce l’intenzione, ancora più marcata rispetto a Davos, di creare una cooperazione e un’interdipendenza globale in modo da permettere l’instaurazione di un “governo unico globale”. Si tratta di una vera e propria ossessione delle élite tecnocratiche che da decenni auspicano le creazione di un nuovo ordine mondiale.

Lo slogan dell’edizione 2023 è stata “Dare forma ai governi del futuro”, sottendendo implicitamente lo svuotamento progressivo degli Stati sovrani attraverso un modello di governance imposto dall’alto, cara ai tecnocrati dai tempi de La crisi della democrazia , il saggio commissionato dalla Commissione Trilaterale.

Al summit hanno preso parte personalità quali Klaus Schwab, fondatore e Presidente Esecutivo del World Economic Forum, nonché membro permanente del WGS e padre della dottrina del Grande Reset; Kristalina Georgieva, amministratore delegato del Fondo monetario internazionale; Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS.

Nel suo discorso programmatico al WGS 2023, Schwab, ha sottolineato l’urgenza di sviluppare nuovi meccanismi che rafforzino la cooperazione internazionale nel mondo multipolare di oggi. Secondo Schwab, infatti, la trasformazione tecnologica e la quarta rivoluzione industriale avranno un impatto determinante sul mondo negli anni a venire: «I governi delle diverse parti del mondo dovrebbero svolgere un ruolo di primo piano nel tenere il passo con i cambiamenti», ha spiegato. Le grandi trasformazioni geopolitiche in corso ci impongono, inoltre, «di rafforzare la cooperazione e migliorare il coordinamento a livello di governi, Paesi e istituzioni per mantenere i quadri della cooperazione internazionale».

Come di consueto, il fondatore del WEF ha anche parlato del ruolo delle biotecnologie, delle neuroscienze e dell’ingegneria genetica e dell’Intelligenza Artificiale, toccando così tematiche legate al transumanesimo e al post-umano che sono punti cardine dell’Agenda globale del Grande Reset: «La nostra vita tra circa dieci anni sarà molto diversa, sarà influenzata da tutte queste tecnologie. Chi le possiede, in un certo senso, possiederà il mondo».

A svolgere l’ormai consueto ruolo da “menagramo” e a contestare esplicitamente il progetto di un governo globale, è stato Elon Musk, che assente al meeting del WEF, aveva criticato la combriccola di Davos, dicendo che la gente è stanca di governanti non eletti: «Il WEF sta diventando sempre più un governo mondiale non eletto che il popolo non ha mai chiesto e non vuole».

Secondo il CEO di Tesla, troppa unità potrebbe far crollare l’intero sistema: «So che questo si chiama Vertice del governo mondiale, ma penso che dovremmo essere un po’ preoccupati nell’andare troppo nella direzione di un unico governo mondiale», ha affermato il magnate. Questo perché un unico governo mondiale potrebbe comportare un «collasso della civiltà». Se, infatti, si avesse una «singola civiltà», il “crollo” di quest’ultima coinvolgerebbe l’intero sistema e nulla ne resterebbe al di fuori.

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