Si torna a parlare di condono edilizio e al centro dell’attenzione ci sono le verande abusive e spazi chiusi ricavati da balconi e terrazze in genere. Ma in quali casi c’è il rischio di demolizione?
Realizzare una veranda sul balcone può portare alla demolizione, ecco perché si corre questo rischio.
Gli spazi sembrano non essere mai abbastanza, ecco perché spesso si è portati a massimizzare i benefici chiudendo balconi o terrazze, giardini, ma è bene prestare attenzione perché questo comportamento può portare alla realizzazione di una veranda abusiva e il rischio è che ci sia un ordine di demolizione è alto.
In questi giorni si parla nuovamente di condono edilizio e nelle ipotesi condonabili vi sono proprio terrazze e balconi trasformati in una veranda. L’urgenza sembrerebbe arrivare dall’esigenza di mettere a disposizione anche dei residenti della regione Campania il condono applicato nel 2003 nel resto d’Italia.
Vediamo cos’è una veranda, in quali casi si rischia un ordine di demolizione e in quali casi l’abuso è sanabile.
Cos’è una veranda e quando è abusiva
Per capire bene si parte dal principio: cos’è una veranda? La veranda è una struttura chiusa e stabile, realizzata con vetrate, infissi e coperture applicate sopra un balcone, una terrazza oppure in giardino. Con la chiusura diventa un vero spazio abitabile. Sebbene la proprietà privata sia protetta, non si è liberi di fare proprio tutto, purtroppo realizzare una veranda senza alcuna autorizzazione integra un abuso edilizio.
L’abuso edilizio realizzato attraverso la veranda comporta un aumento della volumetria e una modifica della sagoma dell’edificio. La realizzazione di una veranda richiede sempre il permesso di costruire. Non trattandosi di un intervento di manutenzione o restauro per la realizzazione della veranda non bastano una CILA (certificazione inizio lavori) o una SCIA (segnalazione certificata di inizio attività).
Cosa si rischia realizzando una veranda abusiva?
Quali sono i rischi correlati alla realizzazione di una veranda abusiva? In questi casi il Comune può emettere un ordine di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi a spese del proprietario. Questa non è la sola brutta notizia, infatti, la giurisprudenza è costante nell’affermare che l’abuso edilizio non si prescrive e dunque l’amministrazione comunale può intervenire in qualunque momento, anche dopo molti anni.
Ulteriori problemi possono sorgere anche nel caso in cui si provi a vendere un immobile con parti abusive.
Nel caso in cui in seguito a ordine di demolizione da parte del Comune non venga dato seguito nel termine perentorio di 90 giorni, è possibile per il Comune acquisire l’area abusiva.
Deve essere sottolineato che negli ultimi anni la giurisprudenza ha punito anche la realizzazione di strutture leggere senza autorizzazione. Ad esempio il Tar del Lazio con due sentenze (9810/2025 e 13598/2025), ha disposto la demolizione di strutture in legno e acciaio, considerati materiali leggeri in quanto comunque si trattava di un aumento di volume dell’immobile e come tali richiedevano il permesso di costruire.
Veranda abusiva, in quali casi si può condonare?
Cosa fare se è stata costruita una veranda abusiva? Le soluzioni in caso di veranda abusiva non sono molte, infatti, non sempre è possibile condonare gli abusi edilizi e in ogni caso per vedere l’ambito in cui è attivo il condono, è necessario fare riferimento al singolo provvedimento che generalmente ha una validità temporale circoscritta. Ad esempio, il condono edilizio del 2003 permetteva di regolarizzare le verande abusive. I termini potrebbero riaprirsi nel caso in cui l’emendamento presentato alla Legge di Bilancio 2026 dovesse essere approvato. C’è però il sospetto che l’andamento di questo emendamento possa essere influenzato dal voto in Campania.
La seconda possibilità è l’accertamento di conformità (art. 36 D.P.R. 380/2001), in questo caso è possibile regolarizzare la veranda abusiva solo se rispetta le norme urbanistiche sia al momento della realizzazione sia oggi.
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