Vaiolo delle scimmie, salgono i casi. “Virus resiste a lungo nell’ambiente”: cosa fare dal vaccino alla quarantena

Stefano Rizzuti

26 Maggio 2022 - 09:51

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Aumentano i casi di vaiolo delle scimmie in Italia: il ministero della Salute ha emanato una circolare con le informazioni sulla malattia e le regole su gestione dei contatti, quarantena e vaccini.

Vaiolo delle scimmie, salgono i casi. “Virus resiste a lungo nell’ambiente”: cosa fare dal vaccino alla quarantena

Sale il numero dei casi confermati di vaiolo delle scimmie in Italia. Quelli presi in carico dall’Istituto Spallanzani di Roma sono sei, a cui aggiungere due nuovi contagi in Lombardia: i pazienti sono in isolamento nel loro domicilio e le loro condizioni sono stabili e non preoccupanti. Entrambi rientrano all’interno di cluster internazionali.

Dalla Regione Lazio, invece, si sottolinea che è stato attivato il sistema di sorveglianza, ma si assicura che non c’è alcun allarme. Intanto il ministero della Salute ha emesso una circolare sul Monkeypox, spiegando come devono essere effettuate la gestione dei casi, il tracciamento dei contatti e quando valutare i casi di vaccinazione e quarantena.

In particolare si valuta la possibilità di vaccinare i contatti a rischio, a partire da quelli stretti e dagli operatori sanitari. Così come si deve valutare la possibilità della quarantena in alcune circostanze. La circolare contiene non solo gli aggiornamento sull’infezione, ma anche alcuni dati relativi al vaiolo delle scimmie.

Fino al 23 maggio, si sottolinea, sono 68 i casi confermati di vaiolo delle scimmie in otto diversi stati Ue. E altri 42 casi sospetti sono in fase d’indagine. I contagi, inoltre, aumentano in Australia, Canada, Israele, Svizzera e Usa. Non si segnala, però, nessun decesso fino a questa data.

Vaiolo delle scimmie, come avviene la trasmissione

Nella circolare si parte della possibilità di trasmissione. Si parte dalla probabilità di diffusione in caso di un contatto stretto come quello relativo alle attività sessuali: il rischio è alto. Senza contatto stretto, invece, il rischio viene ritenuto basso. Si ritiene che la trasmissione avvenga soprattutto attraverso droplet e il contatto diretto con fluidi corporei o con il materiale delle lesioni.

Inoltre nel focolaio attivo è stato notato come la natura delle lesioni presenti suggerisca che la trasmissione possa essere avvenuta attraverso rapporti sessuali. Altro capitolo è quello del rischio di trasmissione per gli operatori sanitari: se indossano i dispositivi di protezione individuale (camice e guanti monouso, mascherine Ffp2, copriscarpe, etc) la possibilità di trasmissione è molto bassa e la malattia, comunque, avrebbe un impatto stimato basso, per un rischio complessivo basso.

Si segnala, però, che il virus sembra avere molta resistenza ed essere persistente nell’ambiente. I materiali provenienti da pazienti infetti, come le croste cutanee, o gli oggetti contaminati come le lenzuola, “rimangono infettivi per lungo tempo”. Nella circolare vengono forniti anche alcuni consigli sulla pulizia degli ambienti in cui sono state persone infette: si dice di far attenzione a non sollevare molta polvere, si suggerisce di lavare indumenti e biancheria contaminati a cicli di 60 gradi e si consiglia di ricorrere ad attrezzature monouso per la pulizia.

L’uso di vaccini e antivirali contro il Monkeypox

Sul lato vaccini, come annunciato dal ministero della Sanità spagnolo, l’Ue si sta attrezzando acquistando sia vaccini che antivirali per gli stati membri. Verrà comprato il vaccino Imvanex, di un’azienda danese. Per quanto riguarda la circolare del ministero italiano, si sottolinea come al momento non si stia valutando la vaccinazione di massa, ma si considera quella post-esposizione, soprattutto entro i quattro giorni dal contatto.

La vaccinazione può essere presa in considerazione soprattutto per i contatti a rischio elevato, come operatori sanitari e personale di laboratorio, valutando eventuali rischi e benefici. Inoltre per quanto riguarda il ricorso agli antivirali, si consiglia di considerarlo soprattutto per chi ha sintomi gravi o per le persone immunodepresse.

Quando si applica la quarantena per il vaiolo delle scimmie

In alcuni specifici contesti, ricorda la circolare, è possibile applicare le misure di quarantena. Si raccomanda, inoltre, il monitoraggio di 21 giorni per i contatti dei casi, con lo stop alla donazione di sangue da parte dei contatti asintomatici. Inoltre agli stessi contatti è consigliato di non avere rapporti di vicinanza con donne in gravidanza, bambini e soggetti fragili

La trasmissione dall’uomo agli animali di compagnia

La circolare considera anche il rischio di trasmissione dall’uomo all’animale di compagnia, considerandola “teoricamente possibile”. Si sa ancora poco sulle specie animali che possono ospitare il virus del vaiolo delle scimmie, ma si hanno forti sospetti sui roditori, soprattutto gli scoiattoli.

L’eventuale passaggio agli animali - è l’allarme contenuto nella circolare del ministero della Salute - potrebbe “portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea e la malattia a diventare una zoonosi endemica”.

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