Vaccino papilloma virus: la posizione della Sanità Italiana

Vittorio Proietti

20 Aprile 2017 - 08:30

Il papilloma virus causa il cancro all’utero ma la Sanità italiana partecipa alle campagne di prevenzione e distribuisce il vaccino gratuitamente. Cosa ha generato la polemica anti-vaccino?

Vaccino papilloma virus: la posizione della Sanità Italiana

Il papilloma virus può essere combattuto con un vaccino che la Sanità italiana mette a disposizione di ogni donna intenzionata a prevenire il cancro all’utero, oltre alle diverse infezioni e patologie che il virus Hpv può portare con sé.

Il vaccino per essere efficace deve essere assunto per tempo, come è noto, così da diminuire il rischio di contagio del papilloma virus. La Sanità italiana lo ha inserito nelle campagne di prevenzione, eppure è stata accusata di diffondere un vaccino con effetti controproducenti.

Il sistema di corruzione e relazioni falsate sulla qualità del vaccino sarebbero prove sufficienti a discutere la presenza del farmaco nella distribuzione del SSN, secondo quanto riportato dalla trasmissione Rai Report.

Tuttavia, l’Italia condivide il Piano d’Azione europeo per le vaccinazioni perseguito dai paesi membri dell’UE, la cui affidabilità è garantita da controlli molto accurati di più di una agenzia del farmaco.

Le accuse non sembrano poggiare su basi solide, tuttavia, vediamo in cosa consiste il Piano di Azione e cosa ha provocato la forte polemica sul vaccino anti-papilloma virus.

Il Piano d’Azione europeo per le Vaccinazioni

Il vaccino per prevenire il contagio del papilloma virus è solo uno dei farmaci distribuiti e promossi dalla Sanità italiana per la salute dei cittadini. In particolare il nostro SSN aderisce all’EVAP, processo consultivo europeo che promuove le vaccinazioni.

I principi ispiratori dell’EVAP in cui si riconosce anche il nostro sistema sanitario sono i seguenti:

  • tutti i paesi aderenti riconoscono le vaccinazione come una priorità sanitaria;
  • tutti gli individui devono comprendere il valore dei servizi di immunizzazione e dei vaccini e richiedere attivamente le vaccinazioni;
  • i benefici della vaccinazione devono essere equamente estesi a tutta la popolazione attraverso strategie mirate e innovative;
  • i sistemi di immunizzazione forti sono parte integrante di sistemi sanitari efficienti;
  • i programmi di immunizzazione hanno accesso sostenibile a una finanziamento stabile e a vaccini di elevata qualità industriale.

Tra gli obiettivi vi è la promozione del vaccino anti-polio, del morbillo, rosolia e delle infezioni da papilloma virus.

L’adesione dell’Italia all’EVAP chiarisce come la Sanità italiana sia effettivamente schierata a favore della prevenzione e che diffonda soltanto farmaci di comprovata efficacia e affidabilità.

Le campagne anti-vaccino, infatti, mettono in dubbio il lavoro delle agenzie di controllo come l’EMA (qui un approfondimento) o l’AIFA, responsabili di testare l’efficacia dei farmaci come il vaccino anti-papilloma virus e decisamente più affidabili di un servizio televisivo.

La polemica sul vaccino anti-papilloma virus

Il vaccino anti-papilloma virus è distribuito ed erogato dal SSN già da qualche tempo e molti studi ne attestano l’efficacia, riducendo di molto il rischio di cancro all’utero.

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità assicura che gli effetti collaterali legati all’uso del farmaco non siano percepibili e soprattutto che non vi sia nessuno scenario di corruzione dietro la promozione del vaccino.

Le campagne di prevenzione rispondono a scopi molto più ampi della distribuzione nazionale, comunque confermermata dall’Intesa Stato-Regioni siglata il 13 novembre 2014 molto prima che s’iniziasse a cavalcare l’onda politica delle teorie anti-vaccino.

Il Piano d’Azione delle vaccinazioni si concluderà nel 2018 e malgrado le campagne anti-vaccino siano sempre più insistenti, dubitiamo che gli interventi di prevenzione vegano interrotti da polemiche poco fondate.

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