Una crisi bancaria mondiale è in arrivo o no?

Violetta Silvestri

28/03/2023

30/03/2023 - 14:37

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La crisi bancaria è già passata o rischia ancora di diffondersi a livello globale? Il tracollo avviato negli Usa può ancora diventare sistemico, oppure stiamo assistendo a una sfiducia generale?

Una crisi bancaria mondiale è in arrivo o no?

Crisi banche e turbolenza finanziaria: a che punto siamo?

Gli interrogativi rimangono in primo piano, nonostante le Borse indichino un ritorno a una cauta tranquillità. Il punto è che la fiducia degli investitori nel settore bancario è rimasta fragile e l’Europa stessa, più volte chiamata fuori dal pericolo della trappola instabilità, è in stato di osservazione.

Non a caso, la Bce tramite il capo vigilanza Enria ha affermato che la recente disfatta finanziaria ha evidenziato la necessità di un maggiore controllo normativo su alcuni aspetti. Negli Usa, i principali regolatori bancari stanno per garantire al Congresso che il sistema finanziario complessivo rimane su una base solida dopo i recenti fallimenti bancari, ma rivedranno le loro politiche nel tentativo di prevenire futuri crolli.

Ora, dinanzi a una certa volatilità, gli analisti si stanno chiedendo se il mercato sia guidato dal sentimento piuttosto che dai fondamentali quando si tratta di scontare i timori di una crisi bancaria sistemica.

Crisi bancaria globale: arriverà oppure è un bluff?

Sara Devereux del colosso della gestione patrimoniale Vanguard ha diffuso alcune considerazioni su cosa sta succedendo: “La crisi attuale non è come quella di Lehman Brothers. Le banche hanno avuto problemi di gestione del rischio con le attività tradizionali. I tassi in rapido aumento hanno messo in luce queste debolezze. Le banche sono state costrette a diventare venditori, realizzando perdite dopo che i loro investimenti obbligazionari erano ben al di sotto del valore nominale”.

Il suggerimento del’esperta è che SVB e Credit Suisse potrebbero essere ancora in piedi oggi se non avessero perso la fiducia dei loro clienti, come evidenziato dai massicci deflussi di depositi da entrambe le banche negli ultimi mesi.

“È stato più un ‘contagio sentimentale’ piuttosto che uno sistemico che abbiamo invece visto durante la crisi finanziaria globale. Gli economisti ritengono che il danno sia stato in gran parte contenuto, grazie alla rapida azione delle agenzie federali e di altre banche”, ha aggiunto.

Questo punto di vista è condiviso anche da Citi, che ha concluso come, in assenza di una chiara spiegazione per le mosse di venerdì scorso - giornata nera in Europa -, quello che stiamo vedendo è un “mercato irrazionale”.

Il ribasso del prezzo delle azioni di Deutsche Bank, che è sceso fino al 13% venerdì, potrebbe esserne un esempio. La banca ha lanciato un enorme sforzo di ristrutturazione nel 2019 e da allora ha registrato 10 trimestri consecutivi di profitto. Le azioni hanno recuperato il 6,2% lunedì chiudendo sopra i 9 euro ($ 9,73) per azione.

Si è ipotizzato che il calo potesse essere stato determinato dall’esposizione di Deutsche agli immobili commerciali statunitensi o da una richiesta di informazioni del Dipartimento di giustizia (DoJ) a una serie di banche in relazione alle sanzioni russe, ma Citi si è unita al coro degli analisti di mercato concludendo che questi erano insufficienti per spiegare il tonfo.

“Come abbiamo visto con Credit Suisse, il rischio è che ci sia un impatto psicologico sui depositanti”, è la conclusione di diversi analisti.

La fiducia nelle banche sta crollando

La questione fiducia è importante. I creditori statunitensi di medie dimensioni stanno cercando di aggrapparsi ai depositi dei clienti dopo che i recenti fallimenti bancari hanno innescato un esodo di $119 miliardi dalle piccole istituzioni.

In una conferenza bancaria a Las Vegas lunedì, i dirigenti del settore hanno discusso le strategie per rafforzare la fiducia dei clienti, con tassi più alti sui depositi come suggerimento più comune.

Sebbene efficaci a breve termine, altre misure potrebbero rivelarsi più funzionali a lungo termine, hanno affermato alcuni delegati.

“La fiducia non deriva necessariamente dalle dimensioni di una banca, ma più dalla sua redditività e dai rapporti con la comunità”, ha dichiarato Angela Conti, direttore generale per i depositi e i pagamenti al dettaglio presso la USAA Federal Savings Bank.

Anche perché proprio le crepe sul sentiment verso la solidità delle banche potrebbe allargarsi anche in Europa. Andrea Enria della Bce ha dichiarato che c’è preoccupazione per la quantità di nervosismo e inquietudine percepita da mercati e investitori. “Ci sono mercati, come quello dei credit default swap, che sono molto opachi, molto superficiali e molto illiquidi - e con pochi milioni (di euro) la paura si diffonde alle banche da trilioni di euro e contamina i prezzi delle azioni e i deflussi dai depositi”.

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