Questa azienda produttrice di plexiglass manderà a casa più di 100 lavoratori. Le motivazioni? Produrre acrilico in Italia costa più che farlo arrivare dalla Cina.
Altuglas, azienda del gruppo statunitense Trinseo specializzata nella produzione di componenti in plexiglass e materiali acrilici, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Porto Marghera (Venezia) e una significativa riduzione di personale nello stabilimento di Rho (Milano).
Attivo dal 2021, il sito di Porto Marghera produceva acetoncianidrina, una materia prima fondamentale per la produzione di metacrilato, una plastica acrilica trasparente che richiede il consumo di grandi quantità di energia elettrica per essere prodotta.
Il processo, già costoso di per sé, è diventato progressivamente insostenibile a causa dell’aumento del prezzo dell’energia, che in Italia resta più alto rispetto ad altri Paesi come, ad esempio, la Cina.
Altugas licenzia in Italia: le ragioni
La comunicazione ufficiale di Trinseo prevede la chiusura completa dello stabilimento di Porto Marghera, con il conseguente licenziamento di 51 dipendenti. Nella sede di Rho, invece, ci sarà una riduzione del personale che interesserà circa 59 lavoratori.
Gli impianti Altuglas risultano già fermi da settembre 2025, ma i lavoratori di Marghera continueranno con le attività di messa in sicurezza fino al 31 dicembre. In seguito, scatterà l’avvio della cassa integrazione straordinaria.
Frank Bozich, Presidente e CEO di Trinseo, ha spiegato le ragioni dietro alla decisione:
Questi piani sono la conseguenza diretta delle difficoltà che noi e i nostri concorrenti nell’industria chimica europea stiamo affrontando ormai da anni, tra cui debole domanda finale, alti costi energetici e aumento delle importazioni dall’Asia. Decisioni di questo tipo non sono mai facili. Siamo pienamente consapevoli che hanno un impatto sui nostri collaboratori e sulle loro famiglie. Come in ogni ristrutturazione affrontata durante questo periodo complesso, la nostra priorità resta la sicurezza dei dipendenti e una transizione responsabile e rispettosa, in linea con la nostra filosofia aziendale di fare sempre la cosa giusta.
Il piano industriale di Trinseo prevede di compensare la perdita produttiva con l’importazione di materiali dalla Cina, dove i costi di energia e manodopera sono nettamente inferiori. Produrre acetoncianidrina in Italia costerebbe circa 2.127 euro a tonnellata, mentre nel Paese asiatico sarebbero necessari “solo” 1.616 euro. Grazie a questi tagli, l’azienda potrebbe risparmiare circa 20 milioni di euro.
La risposta dei sindacati e delle istituzioni
I sindacati si sono opposti con forza alla decisione. Per Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, quella di Altuglas è una scelta puramente finanziaria, priva di una reale strategia industriale e che scarica sui lavoratori il prezzo della crisi energetica e delle politiche di delocalizzazione: “Non si può chiudere un sito produttivo strategico come Marghera solo per una logica di risparmio. Si tratta di una decisione miope che rischia di compromettere l’intero comparto chimico veneziano”.
La notizia ha immediatamente scatenato la mobilitazione dei lavoratori, che hanno istituito assemblee e presidi sia a Porto Marghera che a Rho. I sindacati hanno chiesto un incontro urgente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, oltre al coinvolgimento della Regione Veneto e del Comune di Venezia.
L’amministrazione comunale veneziana ha espresso la propria contrarietà alla chiusura. “Non possiamo accettare che si smantelli un sito produttivo così importante per il territorio”, ha dichiarato l’assessore Simone Venturini, annunciando la volontà di avviare un dialogo con il gruppo Trinseo per cercare soluzioni alternative.
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