Grazie ai ricavi ottenuti dall’imposizione dei dazi, Trump ha promesso di pagare 2.000 euro a tutti i cittadini americani, escludendo quelli ad alto reddito.
Tramite un post pubblicato sui suoi profili social, il presidente americano Donald Trump ha promesso di fornire a ogni cittadino americano un “dividendo” di almeno 2.000 dollari all’anno grazie ai ricavi ottenuti dall’imposizione dei dazi.
L’idea è stata presentata come un modo per ricompensare i contribuenti (o almeno i cittadini a basso reddito) e per ridurre il debito nazionale, ma al contempo ha fatto discutere l’opinione pubblica che, dopo aver effettuato alcuni calcoli, ha constatato l’insufficienza dei fondi a disposizione per coprire una simile misura.
Al momento non c’è stata nessuna conferma ufficiale e non sono stati fissati nemmeno i requisiti dei fortunati cittadini che potrebbero ottenere il cosiddetto “dividendo dei dazi”. Ma la notizia sta già facendo il giro del web.
Trump promette 2.000 dollari a tutti i cittadini americani: la proposta
“Un dividendo di almeno 2000 dollari a persona (escluse le persone con redditi elevati!) verrà pagato a tutti”, ha scritto il presidente Donald Trump sui social a inizio novembre rimarcando il successo che i dazi americani stanno avendo sull’economia del Paese. “Chi è contrario ai dazi è uno STUPIDO! Ora siamo il Paese più ricco e rispettato del mondo, con un’inflazione praticamente nulla e un prezzo di mercato azionario record”.
Il termine “dividendo” utilizzato da Trump, in realtà, fa riferimento a una quota economica che viene pagata agli azionisti utilizzando gli utili di una società. In questo caso, però, il presidente americano intende utilizzare i proventi dei dazi per fornire un sostegno economico a tutti i cittadini, esclusi quelli che possiedono redditi elevati.
Il meccanismo ricorda i pagamenti che vennero autorizzati da Donald Trump nel periodo di pandemia che ammontavano, all’epoca, a 3.200 dollari per contribuente più ulteriori 2.500 dollari per ciascun figlio.
A chi spetta il dividendo da 2.000 euro l’anno?
Nel post di Donald Trump non sono stati specificati i beneficiari del nuovo dividendo sui dazi, ma sono rimaste escluse le persone ad alto reddito (senza precisi limiti). Se dovesse essere approvata, a chi spetterebbe questa nuova misura?
Secondo quanto rilevato dall’Ufficio del censimento, lo scorso anno il reddito familiare medio degli Stati Uniti era di 83.730 dollari.
Possiamo ipotizzare una platea di beneficiari simile a quella che ha ottenuto gli assegni di stimolo economico erogati nel corso della pandemia. Questi ultimi spettavano a:
- singoli individui con un reddito annuo fino a 75.000 dollari;
- coppie con un reddito fino a 150.000 dollari.
Ma oltre a non aver specificato i requisiti per ottenere questo sussidio, non sono state chiarite nemmeno le modalità di erogazione di questi 2.000 euro l’anno. Secondo alcune ipotesi potrebbe trattarsi di detrazioni fiscali, detassazione delle mance, degli straordinari, deducibilità sui prestiti auto, ecc. Ma la fattibilità della misura sta generando non pochi dubbi.
Quanto costa la misura per le casse americane?
Secondo le stime del Committee for a Responsible Federal Budget (CRFB), erogare 2.000 euro a ciascun cittadino americano, tenendo conto di adulti e bambini, come avvenuto per i pagamenti Covid, significherebbe spendere circa 600 miliardi di dollari all’anno.
Le entrate derivanti dall’imposizione dei dazi americani, invece, hanno generato un indotto di circa 100 miliardi di dollari e, anche considerando le cause legali in corso, non dovrebbero superare i 300 miliardi l’anno. La proposta di Donald Trump, quindi, costerebbe più del doppio di quanto incassato grazie ai dazi.
Oltre a non essere sufficienti per finanziare questa misura, utilizzare i proventi dei dazi esclusivamente per un dividendo ai cittadini significherebbe rinunciare ad altri possibili impieghi, come ad esempio per ridurre il deficit di bilancio come proposto da altri funzionari statali.
Il CRFB, quindi, avverte l’amministrazione che usare tutte le entrate tariffarie per i rimborsi spingerebbe il debito federale al 127% del PIL entro il 2035. Se invece i pagamenti da 2.000 dollari venissero effettuati ogni anno, la quota salirebbe fino al 134% del PIL nello stesso periodo. In attesa di una conferma ufficiale (o di una smentita), non si placa la polemica su questi nuovi dividendi.
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