Tra incognite Fed e Cina, il petrolio non decolla

Violetta Silvestri

9 Marzo 2023 - 08:38

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Il prezzo del petrolio è intrappolato nelle incognite del momento: la crescita economica della Cina e la politica Fed sui tassi, visti ancora in rialzo. Cosa accadrà alla domanda/offerta di greggio?

Tra incognite Fed e Cina, il petrolio non decolla

Il prezzo del petrolio resta imprigionato e non decolla oggi.

Un calo maggiore del previsto delle scorte di greggio statunitensi e le speranze per la domanda cinese sono state bilanciate da preoccupazioni che aumenti più aggressivi dei tassi di interesse statunitensi possano rallentare la crescita economica e colpire il consumo di greggio.

Alle ore 8.25 circa, le quotazioni fluttuano con il Brent che scambia a 82,63 dollari al barile e il WTI a 76,63 dollari al barile, entrambi con cali percentuali frazionali. I benchmark sono scesi tra il 4% e il 5% rispetto ai due giorni precedenti.

Sullo sfondo del mercato petrolifero ci sono le forze che stanno guidando anche gli altri settori, dalle azioni alle obbligazioni: la politica Fed con tassi più alti in vista e il rischio recessione conseguente e il peso della Cina con la sua attesa ripresa economica. Cosa succede al prezzo del petrolio?

Prezzo del petrolio in balia di Cina e tassi Fed

Martedì 7 marzo, i prezzi del petrolio hanno registrato il loro più grande calo giornaliero dall’inizio di gennaio dopo i commenti del presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell secondo cui la banca centrale avrebbe probabilmente bisogno di aumentare i tassi di interesse più del previsto in risposta ai recenti dati forti.

Il sentiment negativo riguardo a un ulteriore inasprimento monetario ha messo in ombra l’inaspettato calo delle scorte di greggio Usa, diminuite di circa 1,7 milioni di barili la scorsa settimana, il primo calo di quest’anno, secondo l’Energy Information Administration. Gli analisti avevano previsto un altro guadagno.

Il petrolio ha attraversato un anno turbolento, con le preoccupazioni per ulteriori aumenti dei tassi da parte della Fed che competono con l’ottimismo sulla ripresa della Cina.

La maggior parte degli osservatori del mercato è ancora ottimista riguardo alle prospettive dei prezzi, con il top trader Trafigura che si aspetta che il Brent raggiunga i 90 dollari al barile entro la metà dell’anno mentre la più grande economia asiatica si riprende e l’offerta russa svanisce. Si creerebbe, così, un contesto di offerta tesa e domanda in espansione, con il conseguente slancio dei prezzi.

Tuttavia, al momento le incognite sono molte e colpiscono anche le quotazioni WTI e Brent.

“La tesi della debolezza economica che trascina al ribasso la domanda globale è tornata in scena”, ha affermato Sean Lim, analista di petrolio e gas presso RHB Investment Bank Bhd. “Le prospettive per la Cina sono ancora rialziste, ma potrebbe richiedere un periodo di tempo relativamente più lungo per far crescere la domanda.”

“I prezzi del petrolio saranno presi nel tiro alla fune tra il sentiment che circonda gli aumenti dei tassi e l’obiettivo dell’inflazione da un lato, e la riapertura della Cina dall’altro per gran parte dell’anno, almeno la prima metà”, ha dichiarato Suvro Sarkar, analista capo dell’energia presso DBS Bank.

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