I titoli di Stato tornano a offrire rendimenti

David Pascucci

28 Dicembre 2022 - 12:59

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Mentre il mercato sembra prepararsi al rally di Natale, il mercato dei titoli di Stato torna a offrire rendimenti interessanti.

I titoli di Stato tornano a offrire rendimenti

I mercati azionari sembra si stiano preparando a quello che definiamo il rally di Natale, ossia un rialzo generalizzato che si compie nei giorni immediatamente seguenti il Natale e i primissimi giorni del nuovo anno, nel frattempo il mercato dei titoli di Stato torna a offrire rendimenti interessanti.

Continua al momento la corsa dei rendimenti che ha visto una pausa di due mesi in ottobre e novembre. Tornano sui massimi i titoli di tutte le economie occidentali mentre in oriente abbiamo avuto di recente l’intervento della Bank of Japan, che ha alzato i rendimenti dei suoi titoli per ammorbidire la curva dei rendimenti di lungo periodo, il tutto conforme alla propria politica monetaria che prevede lo Yield Curve Control. Questo è un messaggio importante ai mercati che iniziano a prezzare uno scenario di tipo recessivo, dove il rischio paese degli Stati diventa più alto in previsione di un rallentamento economico.

In questo contesto, dobbiamo quindi analizzare quanto sta succedendo a livello tecnico per capire cosa potrà succedere in futuro, ipotizzando quindi uno scenario con tassi alti, inflazione in leggera ma continua diminuzione e un contesto economico recessivo dove la liquidità è assoluta protagonista del mercato.

I rendimenti del mercato obbligazionario

Quando si parla di trading è difficile parlare di mercato obbligazionario, soprattutto se prendiamo in considerazione un tipo di trading di breve termine. A livello di investimenti dobbiamo invece prendere in considerazione questo mercato che, dopo molti anni di buio, complici le banche centrali che hanno utilizzato titoli di Stato come collateral per la liquidità, torna a offrire dei rendimenti che possiamo definire interessanti, soprattutto se messi in relazione a quanto successo negli ultimi anni.

Dopo la crisi greca, in Europa abbiamo visto dei tassi a ridosso dello 0% e addirittura, in casi eccezionali, con rendimenti al di sotto dello 0% come nel caso del Bund tedesco. Questo era dovuto essenzialmente al fatto che le banche centrali, in primis quella europea, hanno comprato titoli per emettere liquidità all’interno del sistema finanziario, pertanto il loro acquisto ha comportato un rialzo dei prezzi alquanto artificioso, con conseguente diminuzione dei rendimenti.

La situazione è invece ora capovolta, ossia abbiamo una diminuzione di liquidità, uno scenario futuro che prevede ancora un’inflazione al di sopra dei target di riferimento per le banche centrali, mentre l’economia si dovrebbe preparare a una recessione “guidata”, tutti elementi che fanno salire i rischi relativi alle economie globali.

Questo ha comportato un rialzo fortissimo dei rendimenti sui titoli di Stato di tutti i Paesi occidentali, in primis quelli europei. Al momento, vediamo ad esempio dei titoli di Stato decennali che offrono rendimenti interessanti, se paragonati agli anni scorsi, come i titoli di Stato italiani che in questo momento si trovano ben oltre il 4%, oppure i titoli di Stato tedeschi che invece si trovano oltre il 2% quando fino a qualche anno fa avevano rendimenti ben al di sotto dello 0%.

Altro esempio, per quanto riguarda i rendimenti, è quello americano, con dei titoli decennali (T-Note) che si trovano al 3,8%. In sostanza i rendimenti sono alti, ma siamo giunti alla fine di questo percorso? Facciamo un’analisi di tipo tecnico sul grafico dei rendimenti dei titoli di Stato.

Analisi del Btp a 10 anni

Vediamo il caso italiano, osservando il grafico mensile dei rendimenti del Btp a 10 anni, la scadenza di riferimento principale per gli operatori di mercato.

In questo momento, i rendimenti si trovano in una fascia di livelli che si rifà al periodo che va dal 2008 al 2013, in pieno scenario recessivo per l’economia europea. Proprio in quel periodo i titoli di Stato tedeschi si dirigevano verso lo 0% mentre l’economia italiana veniva trainata dalla crisi greca come vuole il rischio sistemico associato all’Europa. In questo momento potremmo definire l’area compresa tra il 4% e il 5% come un’area di resistenza per i rendimenti, pertanto potremmo anche ipotizzare un arresto della corsa al rialzo.

Ciò che invece è allarmante è la forza del trend al rialzo dei rendimenti, una tendenza molto forte che sembra aver di nuovo preso vigore. Un’eventuale chiusura mensile a ridosso del livello del 4,5% potrebbe portare oltre il 5% e, pertanto, potremmo vedere i rendimenti salire ulteriormente. Attenzione, questo è uno scenario ipotetico basato sull’analisi grafica, e non si escludono interventi da parte delle banche centrali per il contenimento di questi rendimenti qualora dovessimo arrivare oltre il 5%.

Questo livello era stato già sfiorato dal mercato tra settembre e ottobre dove il Btp è arrivato a prezzare un rendimento del 4,9%. La Bce non ha minimante considerato questo come un pericolo, pertanto potrebbe essere considerata pericolosa una situazione in cui i rendimenti potrebbero ulteriormente salire. Facciamo quindi molta attenzione a ciò che potrebbe succedere nel corso delle prossime settimane, in quanto questo mercato risulta al momento essere abbastanza pericoloso.

Grafico Mensile dei Rendimenti del BTP 10 anni Grafico Mensile dei Rendimenti del BTP 10 anni Nell'area verde i rendimenti battuti tra il 2008 e il 2013

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