Tassi Usa alti a lungo. Focus sui verbali della Fed

Claudia Cervi

12 Ottobre 2023 - 08:54

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Dai verbali della Fed emerge una chiara indicazione che i tassi rimarranno elevati per un lungo periodo, con rischi sia di una stretta eccessiva che di una restrizione insufficiente.

Tassi Usa alti a lungo. Focus sui verbali della Fed

Nelle minute del FOMC (Federal Open Market Committee), relative alla riunione del 19-20 settembre, è emersa la decisione della Federal Reserve di mantenere invariati i tassi sui fed funds, situandoli nella forchetta compresa tra il 5,25% e il 5,5%. Tuttavia, ciò che ha catturato l’attenzione dei mercati e degli osservatori è la propensione verso ulteriori rialzi dei tassi, con un consenso generale sulla necessità di mantenere una politica monetaria restrittiva fino a quando non si sarà raggiunta una convinzione stabile riguardo alla discesa dell’inflazione verso il target del 2%.

Vediamo nel dettaglio cosa emerge dai verbali e come questa prospettiva influenzerà l’economia statunitense e i mercati finanziari.

La politica monetaria della Fed contro l’inflazione

Dai verbali della riunione di settembre, emerge chiaramente che la Federal Reserve ritiene probabile un ulteriore rialzo dei tassi d’interesse. La lotta contro l’inflazione è diventata una priorità per la Fed, considerando che i dati economici indicano rischi al rialzo dei prezzi e la possibilità di una crescita più lenta insieme all’incremento della disoccupazione. La stragrande maggioranza dei membri del FOMC ritiene appropriato un ulteriore aumento del tasso dei Fed funds in una futura riunione. Tuttavia, c’è anche una voce minoritaria che ritiene che ulteriori rialzi potrebbero non essere giustificati.

Una delle parole chiave che emergono dai verbali è “cautela”. Tutti i membri del FOMC sono concordi nell’importanza di “procedere in modo attento” nel prendere decisioni sui tassi. Questo suggerisce che la Fed intende basare le sue future decisioni sui dati economici in arrivo, anziché seguire un percorso preimpostato. La prudenza è una risposta alla volatilità dell’attuale scenario economico e finanziario e riflette l’incertezza sulle prospettive a breve e medio termine.

Un altro punto unanime tra i membri del FOMC è la necessità di mantenere una politica monetaria restrittiva “per un certo periodo di tempo”. L’inasprimento monetario rimarrà in vigore finché la Fed non sia convinta che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il suo obiettivo, fissato al 2%.

In altre parole, la Fed è determinata a combattere l’inflazione finché non abbia la certezza che l’economia sia in un percorso di stabilità.

Verso un altro aumento? Opinioni divergenti dei membri FOMC

Nonostante l’ampia convergenza sulla necessità di politiche restrittive, i funzionari della Fed hanno mostrato opinioni divergenti sulla necessità di ulteriori aumenti dei tassi. Il bilancio dei voti sembra indicare che un ulteriore rialzo fosse probabile, ma alcuni membri hanno espresso dubbi: circa due terzi del comitato ritengono necessario un ulteriore aumento entro la fine dell’anno.

Da marzo 2022, il FOMC ha alzato il tasso di interesse di riferimento undici volte, portandolo al suo attuale intervallo target.

Previsioni tassi Fed novembre Previsioni tassi Fed novembre Fonte CmeGroup

Alcuni membri, tra cui il vicepresidente Philip Jefferson, il governatore Christopher Waller e i presidenti regionali Raphael Bostic, Lorie Logan e Mary Daly, ritengono che il rialzo dei rendimenti possa influenzare la necessità di ulteriori aumenti dei tassi. Questi funzionari ritengono che la Fed debba aspettare prima di prendere decisioni a lungo termine sui tassi, riflettendo l’attuale incertezza nell’ambiente economico e finanziario.

Andamento dei mercati e aspettative

Dopo la pubblicazione dei verbali, i mercati finanziari hanno subito fluttuazioni. Le medie dei principali indici azionari sono state leggermente in rialzo, mentre nel mercato dei futures sui Fed funds le scommesse su ulteriori aumenti dei tassi hanno subito una riduzione significativa.

Questo indica che i mercati stanno riflettendo l’incertezza sugli sviluppi futuri e la possibilità di una politica monetaria meno restrittiva.

Gli economisti della Fed hanno osservato che l’economia statunitense si è dimostrata più resiliente del previsto, ma rimangono preoccupati per vari rischi. Le condizioni di credito più restrittive, la fine degli stimoli fiscali e il ripristino dei pagamenti dei prestiti studenteschi rappresentano alcune delle sfide economiche. Inoltre, l’aumento dei prezzi potrebbe influire negativamente sulle finanze delle famiglie, portando a una maggiore dipendenza dal credito per finanziare le spese.

Nonostante gli ostacoli, i dati sull’inflazione, inclusi quelli relativi alle aspettative future, hanno mostrato progressi verso il target del 2% stabilito dalla Fed. Tuttavia, l’annuncio di un aumento dell’indice dei prezzi alla produzione (PPI) ha scosso i mercati. L’aumento dello 0,5% a settembre, sebbene inferiore alle stime di agosto, ha portato il tasso PPI a 12 mesi al 2,2%, superando l’obiettivo di inflazione annuale del 2% della Fed.

La pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) atteso per oggi promette di mantenere alta l’attenzione dei mercati e degli osservatori economici. I dati previsti mostreranno una possibile inflazione primaria al 3,6% a settembre, con esclusione di alimentari ed energia al 4,1%.

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