Tasse Bitcoin: quando si pagano e come

Claudia Cervi

01/06/2023

02/08/2023 - 16:27

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Guida completa alle tasse Bitcoin in Italia nel 2023: scopri quando e come pagare le tasse sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro.

Tasse Bitcoin: quando si pagano e come

Le tasse su Bitcoin sono state modificate nel 2023 dall’ultima legge di Bilancio che fissa un’imposta del 26% sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro. Per evitare problemi con il fisco, è fondamentale comprendere i tempi e le modalità di pagamento, specie alla luce della nuova definizione di cripto attività come «rappresentazioni digitali di valore o diritti che possono essere trasferiti o memorizzati elettronicamente, utilizzando tecnologie come il registro distribuito o altre analoghe». Viene così superata la precedente disposizione di prassi che associava le cripto attività alle «valute estere» e che tassava le plusvalenze sol se la giacenza posseduta era superiore a 51.645,69 euro per sette giorni lavorativi consecutivi.

Secondo la nuova norma, le plusvalenze e altri proventi derivanti dalla vendita, rimborso, permuta o detenzione a titolo oneroso di criptoattività, sono considerati redditi diversi di natura finanziaria e vanno indicati nella dichiarazione dei redditi presentata annualmente. Le tasse su Bitcoin vengono quindi pagate contestualmente alle tasse sui redditi.

Per evitare errori e sanzioni è dunque fondamentale registrare correttamene le transazioni e calcolare l’imponibile. In questa guida completa, esploreremo le diverse opzioni per adempiere agli obblighi fiscali, fornendo anche le ultime novità del 2023 sulla tassazione di Bitcoin.

Tasse Bitcoin su operazioni fiscalmente rilevanti

Non tutte le operazioni con le cripto attività, inclusi i Bitcoin, sono fiscalmente rilevanti e soggette a tassazione a parte del Fisco. Ad esempio, la permuta tra Bitcoin e un’altra cripto-attività non è soggetta a tassazione e non assume rilevanza fiscale.

La principale novità introdotta dall’articolo 1, comma 126, della Legge n. 197/2022 (legge di Bilancio 2023) riguarda l’inquadramento fiscale delle plusvalenze derivanti da operazioni con Bitcoin e altre cripto attività. In particolare, i proventi derivanti da operazioni come rimborso, cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto attività rientrano nei «redditi diversi» (art. 67, comma 1, lettera c-sexies del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Assumono invece rilevanza fiscale:

  • le operazioni che prevedono l’utilizzo di una cripto attività per l’acquisto di un bene o servizio;
  • le operazioni di conversione di Bitcoin o di altra valuta virtuale in euro, o in altre valute Fiat;
  • le operazioni in cui la criptovaluta è utilizzata per acquistare un NFT;
  • la remunerazione dell’attività di staking (superando l’interpretazione dell’Agenzia delle entrate espressa nell’interpello n. 437/2022).

Soglia di esenzione per tasse Bitcoin

Una delle informazioni importanti da conoscere riguardo alle tasse su Bitcoin è la soglia di esenzione. Nel 2023, con l’entrata in vigore della nuova normativa fiscale, è stata abbassata la soglia di esenzione per calcolare le tasse su Bitcoin. Fino al 2022 le tasse su Bitcoin venivano pagate solo se la giacenza posseduta era superiore a 51.645,69 euro per sette giorni lavorativi consecutivi. Questo perché le criptovalute erano assimilate a valute estere. Secondo la nuova legge di Bilancio, le plusvalenze derivanti dalla vendita, rimborso, permuta o detenzione a titolo oneroso di cripto attività sono considerate redditi diversi di natura finanziaria e soggette a tassazione.

Tuttavia, non tutte le plusvalenze sono tassate, ma solo quelle superiori a 2.000 euro sono soggette a un’imposta del 26%. Questo significa che se le plusvalenze totali derivanti dalle operazioni con Bitcoin sono inferiori a 2.000 euro, non sarà necessario pagare alcuna tassa. Al contrario, una volta superata questa soglia, sarà obbligatorio pagare le tasse sulle plusvalenze eccedenti.

La soglia di esenzione è stata introdotta al fine di semplificare la tassazione per coloro che effettuano operazioni con Bitcoin a livello più limitato. Tuttavia, è importante tenere presente che anche le plusvalenze inferiori a 2.000 euro devono essere adeguatamente dichiarate nella dichiarazione dei redditi. L’adempimento degli obblighi fiscali è fondamentale per evitare sanzioni e problemi con il fisco.

Per calcolare correttamente le plusvalenze occorre tenere traccia accurata delle transazioni e documentare il valore di acquisto di Bitcoin o di altre cripto attività.

Tasse Bitcoin: cosa indicare nella dichiarazione dei redditi

Per adempiere correttamente agli obblighi fiscali relativi alle tasse su Bitcoin, è importante sapere cosa indicare nella dichiarazione dei redditi annuale. È responsabilità del contribuente compilare autonomamente il modello Redditi Persone Fisiche e fornire le informazioni necessarie.
Solo se il contribuente opta per il regime del risparmio amministrato, le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di criptovalute concorrono a determinare il risultato di gestione fiscalmente rilevante e non devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi.
Un altro caso particolare di esenzione dalla dichiarazione riguarda i clienti dei Vasp (Virtual asset service provider), ovvero gli operatori che offrono servizi sulle valute virtuali: la legge di Bilancio consente a questi operatori di applicare direttamente le imposte del 26% sulle plusvalenze delle valute virtuali, esonerando i contribuenti dalla dichiarazione.

Le plusvalenze soggette all’imposta sostitutiva del 26% devono essere indicate del quadro RT e valorizzate in euro. Nello specifico deve essere indicato:

  • il valore complessivo delle criptovalute cedute nel corso dell’anno al tasso di cambio del giorno di cessione;
  • il valore complessivo delle valute acquistate. Se il costo di acquisto non è documentabile, è possibile calcolarlo dividendo l’importo del bonifico effettuato all’exchange per il numero di criptovalute acquistate o in alternativa aderire all’affrancamento offerto dalla legge di Bilancio.

Qualora emerga una plusvalenza dalla differenza tra il costo di acquisto e quello di cessione, questa viene tassata applicando l’imposta sostitutiva del 26%.

Costo di acquisto Bitcoin non documentato

Il contribuente che non ha mai dichiarato Bitcoin (o altre cripto attività) entro il 31 dicembre 2021, può regolarizzare la sua posizione tramite l’affrancamento definito dalla legge di Bilancio 2023. Ad esempio, se il contribuente possiede 2 Bitcoin di cui non ha mai dichiarato il valore di acquisto, può affrancare il loro valore pagando un’imposta del 14% entro il 30 settembre 2023 (*termine prorogato dal Mef dal precedente 30 giugno 2023). Poiché il valore di mercato dei Bitcoin al 31 dicembre 2022 è di 15.430 euro, l’imposta da pagare per l’affrancamento sarà di 2.160 euro, ma consentirà al contribuente di indicare nel quadro RT un valore di acquisto di 15.430 euro.

Monitoraggio fiscale di Bitcoin e di altre criptovalute (quadro RW)

Nonostante l’assenza di tasse dirette sul possesso di criptovalute, è fondamentale effettuare un monitoraggio fiscale accurato per garantire la trasparenza e rispettare le norme fiscali. È importante registrare il valore delle criptovalute possedute e adempiere agli eventuali obblighi di dichiarazione stabiliti dalla legislazione vigente.

Anche nel caso in cui la giacenza media non superi i 15.000 euro, è necessario adempiere agli obblighi di monitoraggio fiscale compilando il quadro RW, seguendo le istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate:

  • colonna 1: indicare 1 per segnalare la proprietà;
  • colonna 2: lasciare vuota;
  • colonna 3: inserire il codice 14 (altre attività estere di natura finanziaria e valute virtuali);
  • colonna 4, relativa allo stato estero: vuota;
  • colonna 5: indicare 100 se si possiede la quota del 100% di criptovalute;
  • colonna 6: si indica 1 se il valore di riferimento è quello di mercato;
  • colonne 7 e 8: inserire l’importo in euro della criptovaluta al valore del 31 dicembre dell’anno precedente e quello del 31 dicembre dell’anno di riferimento.

Il monitoraggio fiscale delle criptovalute è un aspetto cruciale per garantire la trasparenza e la conformità nelle transazioni digitali. Tenere traccia del valore delle criptovalute possedute e seguire le direttive fornite dall’Agenzia delle Entrate contribuirà a evitare sanzioni fiscali e problemi legali nel contesto delle criptovalute. Assicurarsi di adempiere correttamente agli obblighi dichiarativi aiuterà a mantenere un ambiente regolamentato e a garantire una gestione finanziaria responsabile delle criptovalute.

Imposta di bollo su Bitcoin e criptovalute

Una volta che le cripto-attività sono state dichiarate correttamente, diventano soggette all’imposta di bollo. Similmente ad altri strumenti finanziari, si applicherà un’aliquota dello 0,2% sul loro valore al termine dell’anno.

Come calcolare le tasse su Bitcoin

Per calcolare correttamente le tasse su Bitcoin, è necessario determinare le plusvalenze e i proventi derivanti dalle operazioni fiscalmente rilevanti. Per fare ciò, è importante confrontare il controvalore in euro della moneta virtuale ceduta con il costo di acquisto della stessa.

Attualmente, in assenza di chiarimenti specifici, si ritiene che per determinare la plusvalenza si applichi il metodo LIFO (Last In First Out), secondo il quale si considerano cedute per prime le criptovalute acquisite più recentemente.

Per esempio, supponiamo che un investitore abbia registrato queste operazioni:
1° febbraio 2023: acquisto di 1 Bitcoin a 21.000 euro;
1° marzo 2023: acquisto di 1 Bitcoin a 22.000 euro;
10 aprile 2023: vendita di 1 Bitcoin a 27.000 euro.

Per calcolare la plusvalenza con il metodo LIFO, si sottrae al controvalore della vendita il costo del Bitcoin ceduto. Quindi, nel nostro esempio:

Plusvalenza = 27.000 euro - 22.000 euro= 5.000 euro

Tassa Bitcoin = 5.000 euro x 26% = 1.300 euro

Come si pagano le tasse su Bitcoin

Il versamento delle tasse sulle plusvalenze deve avvenire entro la scadenza ordinaria di pagamento delle imposte sui redditi, fissata il 30 giugno. Per effettuare il pagamento, si utilizza il modello F24 indicando il codice tributo corrispondente:

Codice tributo 1100 - Imposta sostitutiva sulle plusvalenze di cui all’art. 67, comma 1, lett. da c-bis) a c-quinquies) del TUIR.

Nel campo anno di imposta deve essere indicato quello di riferimento della dichiarazione, in modo da associare correttamente l’imposta pagata alle plusvalenze relative a quell’anno.

Quando pagare le tasse su Bitcoin

Il pagamento delle tasse su Bitcoin o su altre cripto attività avviene contestualmente a quello delle tasse sui redditi durante la presentazione della dichiarazione dei redditi. È di vitale importanza essere consapevoli delle scadenze di pagamento specifiche e rispettare puntualmente gli obblighi fiscali per evitare l’applicazione di sanzioni o interessi di mora.
La prima scadenza utile per il pagamento delle tasse su Bitcoin è dunque il 30 giugno dell’anno in cui si presenta la dichiarazione.

Tuttavia il contribuente ha tempo per regolarizzare la sua posizione fino al 30 novembre 2023, nonché il 28 febbraio 2024, termine ultimo per l’invio della dichiarazione dei redditi e del Quadro RW relativamente alle cripto-attività detenute alla data del 31 Dicembre 2022.

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