Tassa su smartphone, pc, usb in aumento, allarme prezzi

Nadia Pascale

23 Settembre 2025 - 11:39

Il Ministero della Cultura propone l’aumento del 40% della tassa su smartphone o tassa sull’equo compenso per copia privata. I prezzi di smartphone, pc, chiavette USB, servizi cloud in aumento.

Tassa su smartphone, pc, usb in aumento, allarme prezzi

Molti non lo sanno, ma ogni volta che si acquista uno smartphone, una chiavetta USB, un computer o altro dispositivo, si paga una tassa sugli smartphone, si tratta della tassa sull’equo compenso per copia privata che finisce nelle casse della SIAE. Se ne riparla molto ultimamente perché dal Ministero della Cultura è arrivata la proposta di aumentare del 40% la tassa sull’equo compenso, ma le associazioni di categoria lanciano l’allarme prezzi.

Naturalmente le reazioni non si fanno attendere perché di fatto l’aumento della tassa porta all’aumento dei prezzi su tutti i dispositivi e sicuramente a risentirne di più sarà il prezzo degli smartphone. Fin da ora si sottolinea che la tassa sull’equo compenso non si applica solo in Italia ma anche in altri Paesi Ue.

Vediamo cos’è la tassa sugli smartphone, quanto si paga, gli aumenti previsti, i dispositivi a cui si applica.

Tassa sugli smartphone, o equo compenso per copia privata. É allarme prezzi

La tassa sugli smartphone o tassa sull’equo compenso può risultare a prima vista, una delle tasse strane che si versano in Italia, come la tassa Etica che pochi conoscono. Si tratta però di una realtà consolidata a cui neanche si fa caso perché inglobata nel prezzo e nessuno mai si mette a specificare come è composto il prezzo di un dispositivo elettronico.

La misura è stata introdotta per la prima volta nel 1992, un’importante riforma è stata, invece, inserita nel 2003 con le tariffe fisse basate sulla capacità di memoria. Le stesse tariffe sono state confermate nel 2009.

Il “compenso per copia privata” o “tassa sugli smartphone” è una tassa italiana applicata al costo complessivo di smartphone, computer, hard disk, chiavette USB, tablet, lettori di musica Mp3 e anche supporti come CD e DVD. Tra le novità importanti, oltre all’aumento del 40% che inciderà sul prezzo finale di tutti questi prodotti, vi è anche un’estensione al Cloud, cioè il servizio di condivisione tra vari dispositivi che ormai molti attivano, ad esempio, è un cloud Google Drive, prodotto ormai utilizzato da molti. Nasce con l’obiettivo di remunerare gli autori e l’industria dei prodotti culturali in genere.

L’Italia, a differenza di altri Paesi dell’UE, ha però tariffe più alte, ad esempio su una chiavetta USB da 256 GB si pagano 8,76 euro, a differenza di Francia, dove si applica una tariffa fissa di 4 euro (6 euro solo per hard disk). In Spagna per una chiavetta USB da 256GB la tassa sull’equo compenso è di 24 centesimi, 30 centesimi la Germania e 1 euro il Belgio.

Le differenze diventano ancora più ampie per un hard disk, in questo caso, in Italia si pagano 20 euro, in Spagna 6,45, n Germania 4,44 euro, in Belgio euro, nei Paesi Bassi 90 centesimi.

L’aumento della tassa sugli smartphone potrebbe mandare in crisi i venditori italiani, ecco perché

L’ASMI (Associazione di categoria dei Produttori di Supporti e sistemi multimediali) contesta gli aumenti della tassa sugli smartphone, pc, cloud che potrebbero rappresentare un duro colpo per il mercato, visto che l’aumento proposto è del 40% e, quindi, potrebbe incidere notevolmente sul prezzo finale. Inoltre, la proposta del Ministero della Cultura mira ad applicare la tariffa anche sui prodotti rigenerati, quindi usati. Sullo stesso dispositivo potrebbe essere pagata due volte.

ASMI sottolinea che la decisione di innalzare la tassa sugli smartphone potrebbe avere anche ripercussioni sulla vendita perché aggirare queste regole è facile, basta acquistare i dispositivi presso e-commerce con sede all’estero per pagare molto meno o non pagare. Proprio per questo, le tariffe devono essere diminuite e non aumentate.

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