Tamponi rapidi anche in parafarmacia: l’ipotesi per ridurre le code per i test antigenici

Stefano Rizzuti

15 Gennaio 2022 - 15:36

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Scontro nella maggioranza sulla possibilità di consentire anche alle parafarmacie di effettuare i tamponi antigenici rapidi: bocciato un emendamento del M5s, ma la partita non è chiusa.

Tamponi rapidi anche in parafarmacia: l’ipotesi per ridurre le code per i test antigenici

Scontro nella maggioranza sui tamponi rapidi da effettuare anche in parafarmacia. La proposta, avanzata da Movimento 5 Stelle e Leu, viene bocciata al Senato dal centrodestra (più Italia Viva) nonostante il parere favorevole del governo.

I test antigenici rapidi non si possono, per il momento, effettuare anche nelle parafarmacie ma i 5 Stelle promettono battaglia e annunciano che ci riproveranno inserendo questa possibilità attraverso il prossimo provvedimento in discussione alla Camera. L’estensione dei tamponi alle parafarmacie avrebbe l’obiettivo di agevolare i cittadini costretti in alcuni casi a ore di lunghe file in farmacia per un test.

Lo scontro sui tamponi in parafarmacia

Il 12 gennaio si è aperto lo scontro sul tema in commissione Affari costituzionali al Senato. Un emendamento al decreto Covid presentato dai 5 Stelle chiedeva di consentire anche alle parafarmacie di effettuare test antigenici rapidi (e molecolari) per il Covid.

Con 11 voti favorevoli e 13 contrari l’emendamento al decreto Covid è stato però bocciato, nonostante il parere positivo del governo e anche del relatore del provvedimento, Nazario Pagano di Forza Italia. A votare contro tutto il centrodestra più Italia Viva.

Il Movimento 5 Stelle comunque non si arrende e annuncia che riproporrà questo intervento appena possibile. Intanto l’emendamento è stato trasformato in un ordine del giorno che impegna il governo a trovare soluzioni adeguate per evitare le code davanti alle farmacie per i tamponi: odg approvato dall’Aula del Senato con parere favorevole dell’esecutivo.

Stefania Mammì, deputata del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali, annuncia che presenterà lo stesso emendamento (o comunque molto simile) anche al decreto Milleproroghe, chiedendo di estendere i test antigenici rapidi alle parafarmacie. Per presentare le proposte di modifica c’è tempo fino a giovedì 20 gennaio.

La protesta delle parafarmacie

La mancata approvazione dell’emendamento suscita la rabbia delle parafarmacie che ritengono ci sia quella che definiscono come una lobby delle farmacie dietro questa decisione. Il presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane, Davide Gullotta, sottolinea che le attività sono da tempo pronte a effettuare i test rapidi e chiede un intervento urgente al ministro della Salute, Roberto Speranza, sostenendo che in questa fase emergenziale basterebbe una sua ordinanza per sbloccare l’impasse.

Come funziona una parafarmacia

In Italia ci sono 5mila parafarmacie all’interno delle quali lavorano 10mila farmacisti: nelle attività, durante l’orario di apertura, deve essere sempre garantita la presenza di un farmacista. Inoltre gli esercizi sono sempre controllati dalle Asl. Le parafarmacie possono dispensare farmaci veterinari, dispositivi medici e farmaci a uso umano senza obbligo di ricetta.

Si possono fare i tamponi nelle parafarmacie?

La polemica sul tema si è aperta soprattutto in seguito alla posizione espressa da Italia Viva, secondo cui le parafarmacie non sarebbero collegate al sistema sanitario e quindi non potrebbero fornire i dati sull’esito dei tamponi.

In realtà, come spiega Gullotta, non è vero e le parafarmacie già oggi comunicano direttamente alcuni dati al sistema sanitario, come avviene per esempio con quelli degli scontrini poi utilizzati per le dichiarazioni. Inoltre, a ulteriore garanzia della possibilità di svolgere i test rapidi, i parafarmacisti ricordano che durante l’apertura c’è sempre un farmacista che può quindi effettuare i tamponi.

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