Superbonus 110%, per alcuni non scenderà al 90%: le eccezioni alla riforma Meloni

Giacomo Andreoli

16/11/2022

16/11/2022 - 17:18

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Secondo il viceministro all’Economia Maurizio Leo nel 2023 la riduzione dell’incentivo al 90% non varrà per tutti: oltre al vincolo del quoziente familiare spunta il fondo ad hoc per casi particolari.

Superbonus 110%, per alcuni non scenderà al 90%: le eccezioni alla riforma Meloni

Il Superbonus sta per scendere al 90%, o forse no. Dal 2023 l’incentivo per i lavori di efficientamento energetico in casa non cambierà per tutti in maniera indiscriminata. A chiarirlo è il viceministro all’Economia Maurizio Leo. Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia la riforma del governo Meloni salvaguarderà alcuni soggetti, predisponendo un fondo per integrare il 10% di differenza con la totalità del costo dei lavori.

L’obiettivo dell’esecutivo, con questa revisione dell’incentivo, è ridurne il costo. Secondo la presidente del Consiglio il Superbonus pesa infatti “sulle casse dello Stato per circa 60 miliardi di euro e ha creato un buco da 38 miliardi”. La riduzione al 90% e la revisione dei criteri, quindi, nelle intenzioni di Meloni vuole contemporaneamente mantenere il volano di crescita per l’edilizia, ridurre gli abusi e rendere l’incentivo meno oneroso per i conti pubblici.

L’Associazione nazionale costruttori edili e l’Associazione bancaria italiana, però, parlano di problemi urgenti da risolvere, che non possono attendere la legge di Bilancio. In particolare denunciano una pesante crisi di liquidità per le imprese della filiera, che rischierebbe di portarle a gravi difficoltà per la massa di crediti fiscali maturati e che non si possono più cedere, visti anche i limiti delle capienze fiscali.

Superbonus, per quali persone sarà al 100%

Secondo Maurizio Leo nel 2023 si aprirà una “nuova pagina” per il Superbonus, che andrà al 90% sia per le villette, sia per i condomini, con delle innovazioni per le prime. Dovranno infatti essere le prime case e ci sarà il tetto di reddito, ma verrà preso in considerazione anche il “quoziente familiare”.

Il fondo che integra dal 90% al 100% il contributi, poi, dovrebbe essere creato per chi si trova “in situazioni di indigenza”, soprattutto nel caso dei condomini. Chi ha redditi o quozienti familiari più bassi, quindi, all’interno dei condomini, se si avviano i lavori o se si terminano quelli appena avviati, può richiedere l’integrazione del 10%, con modalità ancora da stabilire.

In arrivo lo sblocco della cessione dei crediti

Leo poi ha risposto alle associazioni di categoria sulla questione dello sblocco dei crediti, dicendo che è una priorità assoluta per l’esecutivo. “La presidente Meloni e il ministro Giorgetti - ha spiegato - hanno dato disponibilità ad aprire un tavolo tecnico per cercare di affrontare il tema”. Quello su cui si ragiona è utilizzare in parte i crediti attraverso i pagamenti, i famosi F24 dei contribuenti.

Secondo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, poi, nel decreto Aiuti quater si farà sì che “a determinate condizioni, le cessioni dei crediti o gli sconti in fattura possano essere ripartiti in un lasso temporale più ampio di quello previsto oggi”.

Il vicepresidente dell’Ance, Stefano Betti, ha espresso un’opinione positiva. Secondo Betti è “un bene che si sia compresa la gravità del problema”, ma sottolinea come i continui cambiamenti della normativa “impediscano alle imprese di fare programmazione, con danni all’intero sistema produttivo”.

Da Confedilizia, però, il presidente Giorgio Spaziani Testa, chiede all’esecutivo di intervenire anche ipotizzando un coinvolgimento diretto dello Stato, e posticipando almeno al 31 dicembre il termine, preannunciato per il 25 novembre, entro il quale deve essere presentata la comunicazione di inizio lavori per poter usufruire del Superbonus al 110%.

La prossima riforma dei bonus casa

Leo, poi, ha ricordato che il governo, nel medio periodo, come annunciato da Fratelli d’Italia in campagna elettorale, vuole rimodulare tutti i bonus casa per l’efficientamento energetico. Per il viceministro si deve “fare una razionalizzazione del sistema dei meccanismi agevolativi per il comparto immobiliare: abbiamo una congerie di interventi che non danno un quadro d’insieme. Io penso si debba andare verso una misura unificata”.

L’idea, chiarita dallo stesso Leo in un’intervista a Money.it a settembre, è “garantire una copertura alta dei costi, anche dell’80%: razionalizzare può significare garantire una deduzione generale, con dei paletti stringenti per evitare comportamenti fraudolenti”. L’obiettivo è evitare quella che Leo chiama una “fiscalità immobiliare a macchia di leopardo, laddove non si sa neppure bene se si deve pagare l’Iva, l’imposta di registro”.

Superbonus, per il Censis ha creato lavoro e spinto il Pil

Il Censis, intanto, in uno studio realizzato in collaborazione con Harley&Dikkinson e la filiera delle costruzioni, parla di effetti molto positivi del Superbonus sul Pil e sul mondo del lavoro. La stima è che i 55 miliardi di euro di investimenti per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 abbiano attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici e di altri settori del sistema economico per un totale di 115 miliardi. Più del doppio, insomma, contribuendo per il 22% alla crescita del Pil quest’anno.

Non solo: dal 2020 la misura avrebbe generato un gettito fiscale aggiuntivo che l’ente stima possa ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato. Questo significa che per ogni 100 euro di spesa il Superbonus costerebbe effettivamente allo Stato 30, ridimensionando il valore reale del disavanzo. E ancora, il Censis parla di un aumento di 900.000 occupati, tra lavoratori diretti e indiretti, sempre nel periodo tra agosto 2020 e ottobre 2022. Solo quest’anno ci sarebbe stato un aumento dell’occupazione associato alla misura di 631mila persone.

Secondo Leo “sicuramente c’è stato un effetto positivo per l’economia”, ma ci sarebbero state anche “delle disfunzioni, delle patologie che non possiamo nascondere” in particolare in riferimento alla mancanza di “controlli puntuali che generassero un passaggio di questi crediti al sistema bancari” e “la conseguenza è che si sono generate ingenti masse sui cassetti fiscali che non possono sfociare in un utilizzo”.

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