Superbonus 110%, le risorse sono terminate: cosa succede adesso?

Simone Micocci

10/06/2022

02/12/2022 - 15:00

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Il Governo ha fatto male i conti: il superbonus costa più del previsto. Ma famiglie e imprese non devono temere.

Superbonus 110%, le risorse sono terminate: cosa succede adesso?

I fondi stanziati per il superbonus sono terminati. Basta guardare al monitoraggio che ne fa l’Enea per rendersi conto che il tetto preventivato dallo Stato è ormai stato superato, quando siamo ancora lontani dalla scadenza della misura. I costi continueranno ad aumentare e per il governo Draghi, il quale senza mezzi termini ha già dichiarato che il superbonus non gli piace, non sarà semplice trovare un modo per finanziarlo.

Una situazione che conferma quanto sosteniamo da settimane: in Italia ci sono troppi bonus. Dello stesso parere il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il quale ha parlato di una “giungla di bonus”, da “diboscare” valutando quali sono utili e quali no.

Anche perché i bonus devono essere finanziati e le opzioni sono essenzialmente due: o uno scostamento di bilancio o un incremento delle tasse. A meno che non dovesse esserci un intervento dall’Europa, come è già stato per il Recovery Fund o per il fondo Sure.

Quanto sta succedendo per il superbonus 110% lo dimostra: le risorse stanziate sono ormai terminate, molte delle quali sono persino state sprecate a causa delle truffe. Secondo le stime, infatti, a causa delle frodi più di 4 miliardi sono andati persi.

La domanda che si pongono imprese e famiglie è: cosa succede adesso che i fondi stanziati per il superbonus sono terminati? C’è il rischio di un nuovo stop per la misura, proprio adesso che sembra che i lavori stiano riprendendo? Facciamo chiarezza.

Superbonus 110%, fondi finiti

Come calcolato dall’ufficio parlamentare di bilancio, solamente per il superbonus 110% sono stati stanziati 33,3 miliardi di euro, dei quali la maggior parte - 32,5 miliardi - verrà spesa entro il 2027.

Una cifra notevole, ma comunque non sufficiente. Secondo i dati raccolti da Enea nel suddetto monitoraggio, infatti, al 31 maggio 2022 risultavano autorizzati lavori per una cifra complessiva di 33,7 miliardi. Siamo già oltre la soglia quindi, senza dimenticare che il superbonus sarà in vigore ancora fino al 31 dicembre prossimo per le villette e per tutto il 2023 per gli Iacp.

Ebbene sì, perché nonostante la fine delle risorse non ci sarà uno stop anticipato per il superbonus, per il quale restano valide le suddette scadenze.

Supebonus 110%: cosa cambia ora che sono finiti i fondi?

Sarà compito del Governo Draghi, quindi, reperire nuove risorse per il superbonus 110%. Nessuna conseguenza per famiglie e imprese, sia per chi ha avviato i lavori che per chi è ancora in fase di programmazione (ma attenzione, perché i tempi stringono).

Semmai possiamo dire che questa situazione rende impossibili ulteriori proroghe per il superbonus, in quanto contribuirebbero ad aumentare ancora di più la spesa prevista.

Anche perché nel contempo ci sono anche gli altri bonus edilizi da considerare. Riprendendo i calcoli dell’ufficio parlamentare di bilancio, infatti, la proroga dei vari ecobonus fino alla fine del 2024 ha comportato un ulteriore esborso di 6 miliardi di euro.

Chi spera ancora in una proroga del superbonus, nonostante le parole di Draghi che qualche settimana fa ha bocciato la misura, dovrà quindi ricredersi.

Dove troverà il Governo nuove risorse per il superbonus?

Nelle prossime settimane, quindi, il Governo dovrà cercare nuove risorse da destinare al superbonus. L’ipotesi più semplice è quella di un ulteriore scostamento di bilancio, strada che tuttavia il ministro dell’Economia, Daniele Franco, non sembra voler percorrere.

Diversamente le risorse dovranno essere recuperate altrove, o con tagli alla spesa pubblica oppure introducendo nuove tasse. Soluzione che Giorgetti non vuole neppure sentire menzionare, ed è per questo che il ministro dello Sviluppo economico ha invocato una razionalizzazione dei bonus, proprio perché “non si può pensare a un aumento della tassazione per finanziare gli stessi”.

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