Stralcio multe non pagate, salta tutto? I Comuni non sono d’accordo

Ilena D’Errico

8 Dicembre 2022 - 15:23

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La manovra di Bilancio prevede lo stralcio delle multe non pagate; ma spetta ai Comuni scegliere e questi non sono d’accordo. Potrebbe saltare tutto senza delle modifiche.

Stralcio multe non pagate, salta tutto? I Comuni non sono d’accordo

I Comuni non sono d’accordo con lo stralcio delle multe non pagate previsto nella manovra di Bilancio. Come spiegato dall’Anci, attuare questo proposito ridurrebbe drasticamente i fondi comunali, pertanto bisogna cercare delle soluzioni alternative: modificare il limite delle multe o richiedere fondi al governo, altrimenti salta tutto.

Stralcio delle multe: perché potrebbe saltare

In particolare, il progetto prevede la cancellazione di multe e cartelle emesse dai Comuni nell’arco di tempo fra il 2000 e il 2015, per importi fino a 1.000 euro. Ovviamente non si tratta di una manovra automatica, ma spetta ai Comuni decidere se e come applicarla. Si tratta di un’operazione con numerosi svantaggi per il bilancio comunale, in quanto multe e cartelle sono conservate fra i residui attivi anche quando non vengono effettivamente riscosse.

L’Associazione nazionale dei Comuni italiani ha già consegnato un documento in merito, che spiega proprio come lo stralcio di multe e cartelle potrebbe causare seri problemi e impedire ai conti di quadrare. Si tratterebbe, nel dettaglio, di un valore complessivo di 300 milioni di euro, sottratti a potenziali entrate comunali. Una buona parte delle multe e delle cartelle che rientrano nel progetto, infatti, potrebbe ancora essere riscossa e un’eventuale cancellazione andrebbe a minare definitivamente gli equilibri economici.

La richiesta di un finanziamento dal governo

Per queste ragioni Alessandro Canelli, sindaco di Novara e delegato dell’Anci alla Finanza locale, ha proposto uno stanziamento del governo di 80 milioni di euro, così da sollevare l’impegno dei Comuni e permettere loro di procedere allo stralcio. Si tratterebbe, comunque, di uno stanziamento del 25% rispetto alla somma totale che i Comuni dovrebbero rinunciare a incassare. Il governo, comunque, ha per ora ovviato a questo problema prevedendo l’adesione volontaria alla manovra: in questo modo la responsabilità della scelta ricade unicamente sugli apparati comunali, non essendovi un obbligo non è dunque necessario prevedere uno stanziamento.

Canelli, comunque, si è detto d’accordo riguardo al sistema di volontarietà, almeno in linea di principio, ma allo stesso tempo è molto probabile che la maggior parte dei Comuni non aderirà, in particolar modo gli enti che hanno ancora una buona capacità di riscossione.

Allo stesso tempo bisogna considerare, però, un aspetto imprescindibile nella decisione, cioè la reazione dei cittadini, considerando che sono nel concreto i sindaci a decidere. Senza dubbio, quindi, si tratta di una situazione piuttosto complessa, soprattutto per i Comuni prossimi alle elezioni amministrative. La soluzione potrebbe trovarsi nel mezzo, ponderando la misura con più attenzione in modo da trovare il giusto compromesso fra le necessità dei Comuni e il bisogno dei cittadini.

In quest’ottica, Canelli ha proposto dunque una via alternativa: la riduzione del limite da 1.000 euro a 500 euro, così da ridurre l’impatto sui bilanci ma provvedendo allo stesso tempo la cancellazione per una buona parte di cittadini. Perché ciò sia possibile è comunque necessario che il governo riveda il progetto, lasciando ai Comuni la libertà di scegliere la soglia delle cartelle e delle multe da cancellare.

La problematicità dei bilanci comunali, comunque, oltre all’impatto negativo che porterebbe lo stralcio, è dovuta anche agli aumenti una tantum in previsione per i dipendenti pubblici. È fondamentale trovare il modo per finanziare questi pagamenti, in quanto il bonus previsto dalla manovra è pari all’1,5% dello stipendio, perciò i sindaci devono necessariamente trovare delle risorse adeguate per adempiere.

L’opinione dell’Anci, dunque, è che sia indispensabile un finanziamento statale congruo per il 2023, proprio per aiutare i sindaci a far quadrare i bilanci comunali. In particolare, servirebbero circa 400 milioni di euro da destinare a tutti gli enti territoriali, quindi non soltanto ai Comuni ma anche alle Città metropolitane, alle Province e alle Regioni. Questa cifra richiesta dai Comuni, comunque, è pari alla somma totale messa a disposizione del governo per l’attuazione dell’intera manovra.

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