Stop Naspi nel 2024, le istruzioni Inps per salvare la disoccupazione

Simone Micocci

6 Dicembre 2023 - 11:48

condividi

Stop ai pagamenti dell’indennità di disoccupazione per chi non dichiara i redditi presunti per il 2024. Il messaggio Inps con tutte le istruzioni per salvaguardare la Naspi.

Stop Naspi nel 2024, le istruzioni Inps per salvare la disoccupazione

Con il messaggio n. 4361 del 5 dicembre 2023, l’Inps ha ricordato ai percettori dell’indennità di disoccupazione che allo stesso tempo svolgono attività di lavoro autonomo di compiere al più presto quel passaggio determinante al fine di non perdere il diritto alla prestazione.

Ci sono casi, infatti, in cui l’indennità Naspi è compatibile con il reddito da lavoro autonomo: ciò vale laddove l’attività svolta in forma autonoma generi un reddito annuo corrispondente a un’imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell’articolo 13 del Testo Unico delle imposte sui redditi (Tuir), quindi fino a un massimo di 5.500 euro.

In tal caso l’indennità Naspi viene ridotta dell’80% dei redditi previsti (ad esempio con un reddito di 2.000 euro si riduce di 1.600 euro annui) a patto però che il beneficiario rispetti alcuni obblighi imposti dalla normativa. Ed è proprio a uno di questi che riferisce il suddetto messaggio Inps, ossia riguardo all’obbligo di comunicazione dei redditi presunti percepiti nel 2024.

Naspi con lavoro autonomo, gli obblighi

Quest’obbligo vale per tutti coloro che:

  • svolgono attività di lavoro autonomo con la partita Iva, anche se iscritti a ordini professionali;
  • sono iscritti alla Gestione separata Inps;
  • hanno un ruolo in una società di persone/capitali;
  • sono iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti;
  • svolgono attività lavorative parasubordinate, subordinate, occasionali.

Nel dettaglio, chi fa parte del suddetto elenco, ha un fatturato pari o inferiore a 5.500 euro e allo stesso risulta percettore di Naspi, deve obbligatoriamente comunicare - utilizzando il modello Naspi/Com - il reddito annuo presunto all’Inps.

E quel che è importante sottolineare è che tale obbligo vale anche nel caso in cui il reddito previsto è pari o vicino a zero.

La comunicazione va fatta:

  • entro 1 mese dall’inizio dell’attività;
  • entro 1 mese dalla domanda Naspi laddove l’attività in oggetto risulti già avviata.

Tale comunicazione va poi rinnovata ogni anno, entro il 31 gennaio dell’anno a cui i redditi fanno riferimento.

Come inviare la comunicazione

Per effettuare questo passaggio fondamentale ai fini del mantenimento del diritto alla Naspi (come vedremo di seguito scatta la sospensione dei pagamenti per chi non assolve all’obbligo) bisogna utilizzare il modello Naspi/com, utile per comunicare all’Inps ogni variazione che potrebbe incidere sulla percezione della disoccupazione.

A tal proposito, potete farlo rivolgendovi a un intermediario, come un caf, oppure in autonomia, utilizzando l’apposito servizio disponibile nell’area MyInps riservata alla Naspi.

Sanzioni

Per chi omette di dichiarare il reddito presunto per il 2024 la prestazione Naspi viene sospesa alla data del 31 dicembre 2023. Non è così per coloro che nel 2023 hanno comunicato un reddito pari a zero e che non prevedono novità nel 2024: l’obbligo di comunicazione, infatti, vale solo laddove questi prevedano di produrre per l’anno 2024 un reddito diverso da zero.

Come e quando comunicare il reddito effettivo

Entro il 31 gennaio 2024 va quindi comunicato il reddito presunto per l’anno stesso. A tal proposito, è lecito chiedersi quando va dichiarato quello effettivo, in modo che l’Inps possa valutare se l’eventuale decurtazione effettuata sull’indennità di disoccupazione è corretta.

Per questo passaggio c’è molto più tempo: l’Inps, infatti, effettuerà la valutazione definitiva solamente una volta terminato il periodo d’imposta. Nel dettaglio, la verifica avviene in automatico sulla base della situazione reddituale indicata con la dichiarazione dei redditi: per coloro che non effettuano la dichiarazione, invece, la comunicazione va data sempre tramite il modello Naspi/Com entro il 31 marzo dell’anno successivo al periodo d’imposta di riferimento.

Entro il 31 marzo 2024, quindi, è necessario comunicare i redditi effettivi percepiti nel 2023: se l’importo è lo stesso di quello presunto allora la disoccupazione resterà invariata, altrimenti verrà effettuato un ricalcolo a vantaggio o svantaggio, a seconda dei casi, del percettore.

Comunicazione che consigliamo di inviare anche nel caso in cui si ha in programma di inviare la dichiarazione dei redditi, così da anticipare i tempi e non rischiare sospensioni inattese.

Iscriviti a Money.it