Quanto guadagnano stagisti e tirocinanti? È la normativa regionale a stabilirlo: ecco quali sono i minimi nelle varie regioni d’Italia e quali sono le regole per quanto riguarda la tassazione.
Per il tirocinante non si può parlare propriamente di stipendio, visto che tale periodo non si configura come un vero e proprio lavoro. Con il termine tirocinio, o stage, si intende infatti un periodo più che altro formativo, con l’obiettivo di far conseguire al tirocinante “un’esperienza pratica e professionale finalizzata a migliorare l’occupazione e facilitare la transizione verso un’occupazione regolare” (secondo quanto stabilito dalla normativa comunitaria).
Non per questo, però, il tirocinio non viene pagato: anzi, diffidate da tutte quelle offerte di stage non retribuito, in quanto la normativa stabilisce che durante tale periodo spetta la cosiddetta indennità di partecipazione. Questo, almeno nel caso dello stage extracurricolare, rivolto ai neodiplomati e neolaureati che hanno terminato gli studi; diverso il caso dello stage curricolare, il quale può anche non essere retribuito (ma permette di acquisire crediti universitari).
A differenza del contratto di apprendistato, dove la misura della retribuzione è regolamentata dai contratti collettivi, il tirocinio extracurricolare è di competenza regionale. La misura dell’indennità di partecipazione allo stage, dunque, varia a seconda della regione in cui si tiene il tirocinio.
Quanto guadagna un tirocinante: cosa prevedono le singole regioni
Non tutti i tirocinanti, dunque, in Italia guadagnano lo stesso importo. Per sapere quanto spetta d’indennità di partecipazione bisogna dunque consultare la normativa prevista dalla regione in cui si svolge lo stage. A tal proposito, ecco un riepilogo di quanto stabilito dalle singole amministrazioni regionali:
- Valle d’Aosta: indennità di partecipazione di almeno 600 euro nel caso d’impegno pari a 40 ore settimanali. L’importo si riduce proporzionalmente qualora le ore di tirocinio svolte siano inferiori a 40, fino ad arrivare a 300 euro in caso d’impegno per almeno 20 ore settimanali;
- Lombardia: l’importo minimo dell’indennità di partecipazione è di 500 euro su base mensile nel caso di partecipazione minima dell’80% nel monte ore su base mensile. L’indennità si può ridurre a 400 euro qualora al tirocinante vengano corrisposti i buoni pasto, o comunque possono usufruire della mensa aziendale. Si scende a 350 euro, invece, in caso di presenza in azienda non superiore a 4 ore giornaliere;
- Piemonte: indennità minima di 600 euro per un impegno orario massimo di 40 ore. Per avere diritto all’importo pieno è sufficiente una partecipazione mensile superiore al 70% del monte ore. Per il part time l’indennità è di 300 euro;
- Trentino Alto Adige: nella Provincia autonoma di Trento l’indennità ha un valore che va da un minimo di 300 a un massimo di 600 euro, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano spetta per ogni ora svolta - in caso di almeno 40 ore di effettiva presenza - un’indennità di 4 euro per i maggiorenni, 3 euro per i minorenni. Spetta poi una maggiorazione di 1,50€ l’ora quando la sede del tirocinio si trova al di fuori del Comune di residenza o domicilio;
- Veneto: indennità d’importo minimo di 450 euro in caso di partecipazione per almeno il 70% dell’orario settimanale previsto. In caso sia prevista la corresponsione dei buoni pasto, o l’erogazione del servizio mensa, l’indennità può scendere a 350 euro;
- Liguria: per il full time l’indennità è di 500 euro, oppure di 400 euro più un rimborso spese di almeno 100 euro. L’importo spetta per intero in caso di almeno il 70% delle ore svolte, mentre in caso di presenza tra il 50% e il 69% l’importo viene dimezzato (250 euro). Non spetta alcuna indennità, invece, in caso di presenza per un numero di ore inferiore al 50% del limite massimo;
- Friuli Venezia Giulia: indennità che va da un minimo di 400 euro (tirocini di 30 ore medie settimanali) a un massimo di 500 euro (tirocini di 40 ore medie settimanali). L’importo sale a 800 euro nel caso in cui il soggetto ospitante sia un ente della Pubblica amministrazione;
- Emilia Romagna: l’indennità ha un importo di 450 euro mensili;
- Toscana: l’indennità ha un importo di 500 euro mensili;
- Lazio: 800 euro mensili a fronte di una frequenza minima del 70% delle ore previste su base mensile (come indicato dal CCNL). Diversamente, l’indennità di partecipazione viene proporzionata in base alle ore effettuate;
- Campania: non meno di 500 euro per la durata del tirocinio;
- Marche: al soggetto ospitante spetta l’obbligo di corrispondere un’indennità mensile minima di 400 euro lordi mensili, ma nel caso in cui l’orario settimanale sia di almeno 30 ore il minimo viene innalzato a 500 euro;
- Umbria: obbligo d’indennità di minimo 450 euro per le attività fino a un massimo di 40 ore settimanali;
- Abruzzo: indennità di 500 euro mensili;
- Basilicata: erogazione al tirocinante di un’indennità mensile di almeno 600 euro;
- Molise: nel caso dei tirocini formativi e di orientamento il minimo è di 300 euro in caso di orario part time, con un impegno quindi di massimo 20 ore settimanali. Nel caso d’impegno superiore l’indennità viene aumentata proporzionalmente, per arrivare a 450 euro in caso d’impegno fino a un massimo di 30 ore settimanali. Per i tirocini d’inserimento e reinserimento, invece, l’importo minimo è di 400 euro per il part time e di 600 euro per il full time;
- Puglia: il tirocinante ha diritto a un’indennità forfettaria di almeno 450 euro mensili;
- Calabria: l’indennità minima di partecipazione è di 400 euro mensili, erogata per intero a fronte di una frequenza minima del 70% delle ore previste su base mensile;
- Sicilia: indennità mensile di massimo 500 euro;
- Sardegna: 600 euro d’indennità massima, spettante anche nel caso in cui lo stagista risulti percettore di ammortizzatori sociali.
Tutti gli importi sopra indicati sono da considerare al lordo delle imposte dovute.
Come viene tassato lo “stipendio” del tirocinante
Come visto sopra, l’indennità di tirocinio viene erogata al lordo. Bisogna dunque considerare l’importo netto, tenendo conto di quali regole si applicano per la tassazione di un tale emolumento.
Intanto è bene chiarire l’aspetto contributivo: non trattandosi di un vero e proprio stipendio, i compensi - così come i rimborsi - erogati ai tirocinanti e stagisti non sono mai soggetti a contributi e assicurazioni di qualsiasi natura o cassa.
Per quanto riguarda la base fiscale, invece, questi sono assimilati ai redditi da lavoro dipendente. La somma erogata, dunque, sarà soggetta alle trattenute Irpef - tenendo conto dei nuovi scaglioni e aliquote come fissati dall’ultima riforma fiscale - e alle addizionali regionali e comunali, tenendo ovviamente conto delle relative detrazioni.
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