Gli Stati Uniti ora richiedono il pagamento di 85.000 euro per i visti del personale qualificato

Ilena D’Errico

21 Settembre 2025 - 00:33

Gli Usa contro l’immigrazione anche per lavoro. D’ora in poi i visti del personale qualificato costano 85.000 euro.

Gli Stati Uniti ora richiedono il pagamento di 85.000 euro per i visti del personale qualificato

Donald Trump sta introducendo grossi cambiamenti nelle politiche migratorie, con l’obiettivo dichiarato di preservare la sicurezza e valorizzare le risorse nazionali. Adesso, gli Stati Uniti hanno deciso di richiedere il pagamento di 85.000 euro per i visti del personale qualificato. Così gli Usa vogliono limitare l’ingresso di lavoratori stranieri e avvantaggiare la manodopera locale, che secondo le fonti governative è piuttosto penalizzata dai massicci ingressi di personale straniero. Come gran parte delle decisioni assunte dalla nuova amministrazione statunitense anche questa attira tante perplessità quanti stimoli.

Da una parte si vedono soluzioni per tutelare la cittadinanza, dall’altra limiti alla concorrenza e al riconoscimento dei meriti. Anche per il Paese stesso una scelta così limitante può avere risvolti negativi, limitando la crescita e il progresso, qualora le valutazioni sulle risorse locali non si rivelino così promettenti come pensato. Per l’Europa, comunque, è un bel cambiamento di cui tenere conto. Molti cittadini dovranno dire addio al sogno americano, mentre gli Stati sono chiamati a tutelare le proprie risorse in modo più efficace.

Visto Usa per personale qualificato da 85.000 euro

Che il tycoon abbia un progetto piuttosto chiuso rispetto all’immigrazione è ormai cosa nota e la revisione del visto per il personale qualificato non è certo tra i punti più sconcertanti. D’altra parte, si tratta di una misura potenzialmente penalizzante per la crescita della nazione stessa, che ha da sempre beneficiato ampiamente dei grandi talenti arrivati dall’estero. Anche in questo caso, però, la sorpresa è giustificata solo in parte, visto che Trump si è ampiamente dimostrato pronto a correre rischi di questo genere per “rendere l’America di nuovo grande”, proprio come con i dazi.

Anzi, se i dati governativi sono corretti questa nuova regola può effettivamente migliorare le condizioni di lavoro dei cittadini, quindi resta comunque più comprensibile di tante altre misure. Le conseguenze sul lungo termine sono tutte da vedere, ma in ogni caso gli Usa non sembrano avere indecisioni. D’ora in poi, con firma del decreto di venerdì secondo le indiscrezioni, il visto di lavoro per il personale qualificato costerà 100.000 dollari, all’incirca 85.000 euro.

Gli Stati Uniti vogliono ridurre i visti H-1B, introdotti nel 1990 per coprire le esigenze delle aziende, garantendo posti di lavoro che i residenti non riuscivano a garantire. Con il tempo questi visti, che comunque chiedono fino a quasi 5.000 dollari, hanno però finito con ridurre i posti di lavoro per i cittadini statunitensi. Parte del problema, come accade in tutto il mondo, sono gli stipendi. Nell’ambito tecnologico si parla di una media di circa 60.000 dollari l’anno, contro i 100.000 dollari annui generalmente pagati ai lavoratori statunitensi. Le aziende preferiscono quindi assumere a parità di qualifica i lavoratori stranieri, sopportando una piccola spesa iniziale per il visto. Adesso, però, tutto sta per cambiare.

Trump contro l’immigrazione, oltre al visto anche la gold card milionaria

Donald Trump è pronto a grossi sacrifici per scoraggiare l’immigrazione, anche a penalizzare le maggiori aziende del Paese, cominciando dai colossi tecnologici. La tassa da 100.000 dollari sui visti ridurrà significativamente gli ingressi, mentre lavoratori (e aziende) saranno scoraggiati da nuovi stipendi minimi più elevati. Così Trump vuole, comprensibilmente peraltro, impedire che la manodopera straniera sia sfruttata imponendo salari più bassi e riducendo le offerte di lavoro per i cittadini.

Così, aziende come Amazon, Microsoft e Meta dovranno farsi carico di costi maggiori per assumere personale o trovare soluzioni alternative. I moltissimi lavoratori provenienti dall’India e dalla Cina, al primo posto per questi visti, dovranno invece prepararsi a nuove destinazioni. Bisogna infatti considerare che anche ottenere la cittadinanza sarà sempre più complicato con questi visti, con la nuova “gold card” da 1 milione di dollari (che raddoppiano quando il lavoratore è supportato da un’azienda).

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