Lo stadio sul grattacielo come il ponte sullo Stretto. «Non si può fare»

Ilena D’Errico

9 Novembre 2025 - 11:32

Lo stadio sul grattacielo a 350 metri da terra è troppo ambizioso. L’Arabia Saudita come l’Italia con il ponte sullo Stretto?

Lo stadio sul grattacielo come il ponte sullo Stretto. «Non si può fare»

Il ponte sullo Stretto di Messina è un caso unico nel mondo per l’andamento del progetto, ma ci sono molti altri ambiziosi sogni ingegneristici che si infrangono brutalmente prima di uscire dalla carta. Nonostante le rosee premesse tra questi c’è anche lo stadio sul grattacielo dell’Arabia Saudita, che secondo le indiscrezioni degli esperti semplicemente “non si può fare”. Il Neom Stadium, progetto futuristico inserito all’interno della città lineare The Line, si scontra con le leggi della fisica e rischia di costringere Mbs a fare marcia indietro. Le sfide tecniche sembrano insuperabili al momento, nonostante il massiccio investimento e la scadenza serrata: la FIFA World Cup 2034.

Lo stadio sul grattacielo è troppo per essere vero?

Il piano Vision 2030 dell’Arabia Saudita è decisamente ampio e coraggioso, una macchina complessa di meraviglie dell’ingegneria, della tecnologia e dell’ecosostenibilità. Il Neom Stadium potrebbe però essere troppo anche all’interno di questo progetto futuristico, uno stadio sul grattacielo sospeso a 350 metri in grado di ospitare gli eventi sportivi e fino a 45.000 spettatori.

Lo stadio sul grattacielo diventerebbe così il cuore pulsante di The Line, città lineare interamente alimentata da energia rinnovabile che dovrebbe stagliarsi all’interno di una nuova megalopoli di lusso e digitalizzazione. Secondo l’inchiesta di The Guardian, che ha ottenuto informazioni da diverse fonti anonime vicine al progetto, lo stadio sul grattacielo deve essere quantomeno ripensato per poter giungere a compimento.

Le sue caratteristiche sono in effetti qualcosa di mai visto prima d’ora, a cominciare dall’altezza di 350 metri e dei rischi di stabilità che comporta. Il Neom Stadium dovrebbe poggiare su un grattacielo da ben 30 piani, a sua volta sostenuto da un altissimo arco per garantire la sospensione da terra. Un’idea così mastodontica, peraltro inserita in una città verticale lunga 170 km e larga 200 metri a 500 metri dal livello del mare, che molti hanno incolpato le fake news.

Sicuramente sul web circolano moltissime notizie false riguardanti il progetto saudita, numerose immagini generate dall’Ia per provare a immaginare la realizzazione e bufale sulle opere, ma il Neom Stadium non è in discussione. Il progetto di realizzazione ufficiale ci mostra infatti un piano ancora più sorprendente, con numerose, grandissime infrastrutture tecnologiche e sostenibili per trasformare l’Arabia Saudita. Quanto al Neom Stadium, la presentazione ufficiale è davvero incredibile come arriva al pubblico. Leggiamo infatti:

Il Neom Stadium sarà lo stadio più unico del mondo. Con un campo situato a oltre 350 metri da terra, una vista mozzafiato, e un tetto creato dalla città stessa, lo stadio sarà un’esperienza come nessun’altra. Consentirà a giocatori, spettatori e conduttori di sfruttare la tecnologia più avanzata del mondo e avrà una capacità di oltre 45.000 persone. Sarà il cuore di un nuovo quartiere focalizzato sugli sport, adiacente al “Health and well being district” e all’Università, facilmente accessibile dai numerosi piani in The Line.

Il Neom Stadium non si può fare

Non ci sono conferme ufficiali sull’avvio della costruzione, che è prevista per il 2027 da ultimare nel 2032, ma secondo gli esperti interpellati da The Guardian è già stato fatto un dietrofront. Si rischia infatti che con la gravità e la rotazione terrestre l’edificio cominci a oscillare come un pendolo, acquistando gradualmente velocità fino a spezzarsi e cadere rovinosamente nel porto. È necessario molto più tempo del previsto per risolvere queste difficoltà tecniche, come pure un massiccio finanziamento che rischia di farsi troppo oneroso perfino per Mohammed bin Salman.

Così, pare che i lavori di The Line siano molto rallentati, tant’è che l’unico vero avanzamento si osserva nella realizzazione del villaggio sciistico di Trojena, che deve essere pronto per i Giochi invernali d’Asia 2029. Nel frattempo, non possiamo davvero pensare che questa sia la fine del sogno saudita. Forse non si può realizzare così semplicemente senza arrivare a una fine rovinosa, ma non è neanche credibile ipotizzare che qualche perplessità tecnica sia abbastanza da imporre la retromarcia a Mbs.

L’approfondita inchiesta britannica vede la partecipazione di esperti del settore, ma bisogna comunque riconoscere che i dubbi sollevati sono molto grossolani per quanto fondamentali. Difficile che il team di professionisti messo in campo dall’Arabia Saudita non abbia neanche preso in considerazione l’effetto della legge di gravità, anche perché in caso contrario avremo una storia paradossale tanto da battere anche quella del ponte sullo Stretto made in Italy.

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