Uno stadio mai visto prima. Sarà sopra un grattacielo a 330 metri di altezza

Emanuele Di Baldo

29 Ottobre 2025 - 00:20

L’ultima sfida folle arriva ancora dall’Arabia Saudita: l’impianto si chiama NEOM Stadium e potrebbe ospitare persino i mondiali di calcio del 2034

Uno stadio mai visto prima. Sarà sopra un grattacielo a 330 metri di altezza

Se da noi si discute ancora su quanto sia etico e fruttuoso far giocare una partita di Serie A lontano dai confini (Milan-Como si giocherà a Perth, in Australia, nel 2026, ndr), altrove si sfrutta il calcio per sperimentare una visione che fino a qualche anno fa avremmo considerato assolutamente folle: disputare un match in cima a un grattacielo.

È ciò che non solo stanno pensando in Arabia Saudita ma, anzi, stanno progettando e già costruendo nell’ottica della visionaria città lineare di The Line. Si chiamerà NEOM e si tratterà del primo «sky stadium» al mondo in grado di ospitare non solo un evento sportivo - in tanti si ricorderanno dell’incontro tennistico tra Andre Agassi e Roger Federer a Dubai, ma si trattava di un’esibizione - ma di farlo in maniera ufficiale e con decine di migliaia di tifosi a più di 300 metri di quota. Come detto, un progetto architettonico (ma anche strategico) possibile, fino a qualche anno fa, solo nei film futuristici. Ma in Arabia il futuro è oggi.

NEOM Stadium, lo stadio in cima al grattacielo

Insomma, l’impianto sportivo sospeso a circa 330 metri sopra il suolo, all’interno del mega-progetto NEOM e della sua città lineare The Line, è realtà.

Il futuristico stadio è pensato per ospitare circa 46.000 spettatori e rappresentare il fiore all’occhiello della candidatura saudita per la FIFA World Cup 2034.

La costruzione è programmata per partire nel 2027 e concludersi entro il 2032, in tempo più che utile per ospitare alcune partite del mondiale.

La localizzazione è strategica: all’interno di The Line, la celebre città lineare senza auto convenzionali, alimentata al 100% da energia rinnovabile e concepita come simbolo della trasformazione urbanistica saudita.
Dal punto di vista tecnico, il NEOM Stadium fonderà architettura avveniristica e sostenibilità ambientale: il tetto sarà parte della struttura della città, il trasporto avverrà via mezzi elettrici e automatizzati, e l’intera struttura sarà alimentata da fotovoltaico ed eolico.

L’idea è andare oltre qualsiasi concetto di stadio convenzionale: si parla di un’esperienza immersiva, con tecnologie smart, ambienti per concerti ed e-sport e un hub sportivo integrato nella zona “Health & Well-Being” della città.

Quanto dovrebbe costare l’impianto sospeso?

Il NEOM Stadium può essere considerato un tassello di un quadro finanziario ben più ampio: il progetto NEOM stesso – che comprende The Line e numerosi altri ambiziosi interventi – è stato inizialmente stimato in circa 500 miliardi di dollari, ma secondo audit interni potrebbe arrivare fino a 8,8 trilioni di dollari e richiedere decenni per il completamento (si parla di 2080 come una delle date plausibili).

Quanto al solo stadio, non esiste al momento un dato ufficiale separato: alcune fonti riportano cifre dell’ordine di “un miliardo di dollari circa” per l’impianto, ma non si tratta di conferme indipendenti.

Bisogna dunque leggere il costo dello stadio all’interno del contesto più ampio: il regime saudita, tramite il suo fondo sovrano Public Investment Fund (PIF), sta investendo massicciamente nelle infrastrutture sportive come parte del piano Vision 2030 di diversificazione economica e promozione del turismo.

In questa ottica lo stadio non è solo un investimento sportivo ma un investimento strategico: voler mostrare al mondo una “prima volta” – lo stadio sospeso – ha implicazioni di branding e soft power. D’altronde la costruzione è solo uno degli aspetti; la manutenzione, l’energia rinnovabile, il trasporto, la logistica dei fan e la futura operatività generano costi ricorrenti e richieste ingegneristiche importanti.

Inoltre, il costo del contesto urbano – la città lineare, il sistema di trasporto automatico, l’alimentazione rinnovabile – distribuisce il budget su molteplici fronti. Gli esperti segnalano che materiali, manodopera qualificata e innovazione tecnica per un’opera sospesa hanno un “premio” rispetto a uno stadio tradizionale. È dunque più corretto considerare che lo stadio è parte di una “macchina” costosa e complessa, e che il suo “prezzo reale” dipenderà anche dall’effettiva costruzione del tessuto attorno.

Criticità, visioni ed altre ambizioni saudite

Pur affascinante, il progetto presenta numerose incognite e critiche. La città The Line – struttura concentrica, senza auto, lunga inizialmente oltre 170 km – è stata già ridimensionata: anziché milioni di residenti entro il 2030, la prima fase potrebbe ospitare soltanto qualche centinaio di migliaia.

In parallelo, la costruzione del NEOM Stadium e dell’intera area pone domande di tecnica, sicurezza, evacuazione e sostenibilità reale: sospendere un intero stadio a 350 metri di altezza non è impresa ordinaria e richiede standard elevatissimi e senza uno storico concreto dietro. Si tratta di una prima volta sotto ogni punto di vista.

Sul piano geopolitico e sociale emergono ulteriori dubbi: i progetti spettacolari vengono visti come strumenti di “sportswashing” – ossia tentativi di migliorare l’immagine internazionale del regno tramite eventi sportivi – e le condizioni dei lavoratori migranti sono state oggetto di diverse segnalazioni in passato. Tutto ciò sarà diverso con il nuovo progetto?

Anche la sostenibilità ambientale, pur perseguita come obiettivo (energia solare, eolica, città a zero auto) è messa alla prova: l’impatto della costruzione, dei materiali, degli spostamenti e della manutenzione può essere assai significativo, e non tutti gli aspetti risultano ad oggi trasparenti. Se è vero che il NEOM Stadium incarna l’idea saudita di grandezza urbana e sportiva, al contempo ne riflette le contraddizioni: visione estrema, ambizione smisurata, tempistiche serrate e scenari complessi. Sarà davvero il modello del futuro o diventerà uno dei simboli delle “mega-promesse” non consegnate? Solo il tempo ce lo dirà.

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