SpaceX, azienda aerospaziale di Elon Musk, riceverà 2 miliardi di dollari dal governo guidato da Donald Trump per sviluppare una tecnologia in grado di intercettare missili balistici e nucleari.
Elon Musk si riavvicina alla Casa Bianca dopo i contrasti con Donald Trump. Secondo fonti vicine alla questione, infatti, SpaceX riceverà 2 miliardi di dollari per sviluppare satelliti in grado di tracciare missili e aerei per il “Golden Dome”, un progetto governativo statunitense che prevede l’implementazione di una tecnologia spaziale costruita per intercettare minacce provenienti da vettori balistici o nucleari.
Il finanziamento, incluso nella legge sui tagli alle tasse e alle spese pubbliche firmata da Trump lo scorso luglio, non era ancora stato pubblicamente associato a un appaltatore specifico. Il sistema, denominato “Air Moving Target Indicator”, potrebbe in futuro impiegare fino a 600 satelliti sviluppati dall’azienda aerospaziale di Musk.
Sempre secondo fonti informate, l’azienda guidata da Musk dovrebbe inoltre svolgere un ruolo centrale anche in altre due reti satellitari del Pentagono: il sistema Milnet, destinato a trasmettere comunicazioni militari riservate, e un progetto dedicato a satelliti progettati per tracciare veicoli a terra.
Il ruolo di SpaceX nel progetto “Golden Dome” di Donald Trump
I funzionari governativi del Pentagono, quartier generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, hanno definito il progetto “Golden Dome” come un complesso sistema di satelliti e altre tecnologie capace di intercettare e distruggere missili prima che raggiungano i loro obiettivi.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal lo scorso febbraio, SpaceX avrebbe offerto i propri servizi per contribuire allo sviluppo dell’infrastruttura del Golden Dome. Trump ha dichiarato che il sistema di difesa avrà un costo di 175 miliardi di dollari, anche se gli analisti stimano che la cifra reale possa essere superiore di centinaia di miliardi.
Il presidente ha inoltre insistito affinché il sistema fosse operativo entro il 2028, quando terminerà il suo secondo mandato, un fattore che offrirebbe un notevole vantaggio competitivo a SpaceX, nota per la capacità di produrre e lanciare satelliti con maggiore rapidità rispetto ai concorrenti. Di recente, la compagnia ha annunciato di aver superato la soglia dei 10.000 satelliti lanciati per il servizio Starlink, costruendo così la più grande flotta satellitare mai realizzata nella storia.
A livello governativo, SpaceX è già coinvolta da diversi anni nel progetto Milnet, sviluppato insieme all’U.S. Space Force e al National Reconnaissance Office (NRO), l’agenzia di spionaggio specializzata in satelliti classificati.
Le preoccupazioni per il dominio di Starlink nel governo USA
Il primato di SpaceX all’interno delle infrastrutture governative americane non entusiasma tutti. Numerosi leader militari e politici temono che la crescente centralità di SpaceX possa rendere gli Stati Uniti eccessivamente dipendenti da un unico fornitore.
Il senatore repubblicano Rick Scott ha dichiarato di voler continuare a spingere per una maggiore concorrenza: “Non voglio che si scelga un’unica azienda per poi trovarsi costretti a cambiare strada”, ha affermato, pur senza citare direttamente SpaceX. All’interno del Dipartimento della Difesa, questa situazione viene definita “vendor lock-in” (“blocco del fornitore”), una condizione che, secondo il Defense Science Board del Pentagono, può “limitare la concorrenza, soffocare l’innovazione e far lievitare i costi”.
Inoltre, alcuni comportamenti di Musk - come la minaccia di smantellare un veicolo spaziale che stava trasportando astronauti della NASA verso la Stazione Spaziale Internazionale - hanno rafforzato la convinzione di diversi funzionari governativi che sia necessario diversificare i partner industriali.
Per questo motivo, il Pentagono sta cercando di favorire la concorrenza con altre società. La Space Development Agency, ad esempio, sta lavorando a una nuova rete satellitare militare sviluppata insieme ad aziende come York Space Systems e Boeing, nel tentativo di ridurre la dipendenza da SpaceX e stimolare l’innovazione nel settore aerospaziale statunitense.
Nonostante le controversie, SpaceX continua a difendere la propria affidabilità. In un incontro con gli investitori, Gwynne Shotwell, Presidente e Chief Operating Officer dell’azienda fondata da Elon Musk, ha dichiarato che “il governo otterrà ciò di cui ha bisogno”, aggiungendo che la rete Starlink sarebbe pronta a sostenere gli Stati Uniti anche in caso di conflitto.
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